12/09/2023 - 19:37

Siamo tutti così green? Solo 3 consumatori su 10 sono disponibili a un piccolo aumento in bolletta

Transizione energetica

 

A parole siano tutti a favore della sostenibilità e delle energie rinnovabili, ma conti in tasca, solo tre consumatori europei su dieci sarebbero effettivamente disponibili ad accettare un aumento della bolletta del 2% a fronte della fornitura di energia pulita. È quanto emerge dal terzo Report annuale di Bain & Company sul mondo dell’energia.

sostenibilità - Foto di Tobias Weinhold su Unsplash

La distanza tra teoria e pratica nel percorso UE verso il Net Zero: solo 3 consumatori su 10 accetterebbero un aumento in bolletta del 2%

  • Pubblicato il terzo Report annuale di Bain & Company sul mondo dell’energia: si stima la necessità di triplicare gli investimenti infrastrutturali annuali in energia green per tentare di raggiungere il net zero entro il 2050.
  • Tuttavia, per il settore dell'Energy & Natural Resources, almeno al momento, non sembra rappresentare una priorità investire capitali in nuovi progetti a basse emissioni di carbonio, nonostante la transizione possa generare almeno 55 miliardi di dollari all’anno di margini incrementali se le aziende si avvicinassero al livello di investimenti annuali richiesto
  • Urgente inoltre, per le aziende del settore, puntare su una nuova relazione con i propri clienti: sebbene i consumatori si dimostrino generalmente preoccupati per il cambiamento climatico, nella maggior parte dei casi si dichiarano non disposti a pagare bollette più onerose per contribuire alla risoluzione, dimostrando la necessità di un profondo e diffuso cambiamento culturale a cui gli operatori possono dare impulsi decisivo rilevanti, anche tramite iniziative di CSR e soprattutto coinvolgendo le giovani generazioni nella costruzione di una diversa consapevolezza del proprio ruolo di consumatori.

Gli investimenti a livello mondiale in energia pulita sono ancora di gran lunga inferiori rispetto a quanto necessario per raggiungere gli obiettivi di transizione: il mondo dovrebbe infatti quasi triplicare gli investimenti annuali per raggiungere il net zero entro il 2050. Nonostante ciò, per il settore Energy and Natural Resources, non sembra - almeno per il momento - una priorità investire questi livelli di capitale in nuovi progetti a basse emissioni di carbonio, con una percentuale crescente di liquidità che viene restituita agli azionisti anziché essere reinvestita.

Nel settore Oil & Gas, ad esempio, nel 2022, solo il 43% del capitale è stato reinvestito per crescita e innovazione, in calo rispetto al 58% messo a segno nel 2018. Il settore Mining reinvestirà il 44% nel 2022, in calo rispetto al 56%. Nel segmento Utility, la quota di capitale reinvestita per la crescita è costante e le spese in conto capitale sono in aumento, ma non sufficienti per ammodernare e sviluppare adeguatamente le reti raggiungendo i livelli di energia rinnovabile e di elettrificazione necessari.

Queste sono solo alcune delle considerazioni emerse dal terzo Report annuale sul mondo dell’energia redatto e pubblicato oggi da Bain & Company, che evidenzia come - per il 2023 - le attese siano in linea con i trend già rilevati nel 2022. Infatti, gli oltre 600 executives di 125 aziende del settore Energy & Natural Resources di 46 differenti Paesi del mondo, hanno confermato che prevedono di destinare solo il 25% circa del capitale totale alla crescita di nuove aree a basso impatto.

“Negli ultimi 18 mesi, la sicurezza energetica ha assunto un ruolo di primo piano nell’agenda mondiale. L’equilibrio tra approvvigionamento energetico e cambiamento climatico rappresenta una sfida enorme, che richiede un cambiamento, per portata e tempistiche, senza precedenti e, soprattutto, importanti investimenti infrastrutturali”, spiega Roberto Prioreschi, SEMEA Regional Managing Partner di Bain & Company. “La transizione energetica genererebbe almeno 55 miliardi di dollari all’anno di margini incrementali se il mondo si avvicinasse al livello di investimenti annuali richiesto per traguardare il net zero al 2050. Sbloccare il capitale si dimostra però complesso per le aziende, che faticano a definire percorsi che consentano di ottenere ritorni sugli investimenti in relazione con il profilo di rischio mappato”.

L’analisi Bain evidenzia, infatti, come solo il 19% dei dirigenti intervistati consideri la scarsità di capitale come un ostacolo all'espansione delle attività a basse emissioni di carbonio. La preoccupazione principale per i manager dell’industria resta la mancanza di chiarezza regolatoria e la quasi nulla disponibilità da parte dei clienti a pagare un premio per partecipare attivamente a un percorso green. Proprio quest’ultimo fattore, secondo il 78% degli intervistati, rappresenta il principale ostacolo alla decarbonizzazione.

“Il settore deve accelerare investimenti e compiere, senza esitazione, scelte strategiche nella direzione dell’innovazione e della modellazione di nuovi rapporti con i consumatori, trovando un compromesso tra la necessità di adeguati ritorni sugli investimenti e l’opportunità di guidare il processo di transizione. I consumatori, preoccupati per il cambiamento climatico ma non disposti a pagare bollette più onerose, hanno bisogno di costruire con le aziende nuovi patti di collaborazione e fiducia, possibili solo grazie a proposte improntate a una lettura innovativa dei bisogni, alla qualità delle soluzioni e alla massima trasparenza” prosegue Alessandro Cadei, Senior Partner e Responsabile EMEA della Practice Energy & Utilities di Bain & Company. “Adeguati interventi sul piano regolatorio e l’immissione di strumenti di finanza pubblica diventano fattori abilitanti fondamentali per l’accelerazione necessaria”.

Sono molte già oggi le realtà attive in business a basse emissioni di carbonio che stanno generando rendimenti e risultati importanti. Le energie rinnovabili crescono di anno in anno: solo nel 2022, la capacità eolica e solare è incrementata di oltre 250 gigawatt. “La maggior parte delle aziende ha un ampio accesso al mercato dei capitali. È sui clienti che si devono focalizzare ora per far crescere le proprie organizzazioni: finché questo problema non sarà risolto, l'obiettivo di investimento globale di 4.600 miliardi di dollari rimarrà irraggiungibile”, conclude Valeria Sterpos, Partner di Bain & Company.

 

Report integrale:

www.bain.com/globalassets/noindex/2023/bain_report_energy_and_natural_resources_2023.pdf

 

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Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile
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