27/06/2022 - 08:34

Transizione energetica e imprese: come passare alle fonti rinnovabili

Non si può ancora restare fermi a guardare, il nostro Pianeta si sta surriscaldando. Questo problema è sempre stato latente, l’azione dell’uomo ha distrutto e causato danni, quasi irreparabili, alla Terra. Purtroppo, le conseguenze si sono fatte sentire col passare degli anni, ed è anche per questo che Alperia, provider green di servizi energetici, si impegna ogni giorno nella sua missione volta al cambiamento dell’energia.
pannelli fotovoltaici [foto Linkjuice per Alperia]

Ad oggi ci troviamo a fronteggiare il problema della temperatura media che è stata superiore di 1.02° rispetto a quella del periodo 1950-1980, ad esempio. Non solo, l’azione dell’uomo ha causato il riscaldamento globale che, a catena, ha sciolto i ghiacciai e contribuito all’innalzamento del livello del mare, ma anche ad un altro cambiamento climatico come la desertificazione e altri fenomeni che incidono sul clima.

Nel dicembre del 2015, alla COP21 di Parigi, è stato firmato un accordo internazionale che aveva come obiettivo il mantenimento del riscaldamento globale al di sotto di 2°C entro la fine di questo secolo. Invece, la COP26 di Glasgow, tenutasi nel novembre 2021, ha stabilito il raggiungimento della cosiddetta Carbon Neutrality entro il 2050.

Come si può raggiungere questo obiettivo? Lo strumento principale è la transizione energetica. Con questa locuzione si intende il passaggio, la transizione, da un modello di produzione che utilizza le fonti fossili (petrolio, metano, gas naturale e carbone) a un modello che usi le fonti rinnovabili come il fotovoltaico, l’eolico e la geotermia.

Per essere guidati e supportati nella definizione di una strategia climatica su misura, Alperia, propone un modello di sviluppo energetico e tecnologico tutto nuovo e assolutamente green. Infatti, l’obiettivo principale è quello di produrre energia che usi le fonti rinnovabili nel pieno rispetto del territorio e delle persone.

Cos’è la transizione energetica

Va fissato fin da subito che la transizione energetica a fonti rinnovabili renderà inevitabilmente più puliti settori come i trasporti e l’industria. Vediamo un po’ di storia. Infatti, non è la prima volta che il globo si trova a sentir parlare o ad affrontare il processo di transizione. Ricordiamo i grandi passaggi epocali come quello dal legno al carbone del 19esimo secolo o dal carbone al petrolio nel 20esimo secolo.

Ad oggi, però, ci troviamo a dover affrontare questa transizione il più velocemente possibile perché c’è l’urgenza di salvare e proteggere la Terra. Infatti, la gravità del problema ha fatto sì che si accelerassero i cambiamenti nel settore energetico partendo proprio dai costi delle tecnologie rinnovabili, diminuite vertiginosamente dell’80% per il fotovoltaico e del 60% per l’eolico, tutto questo in un lasso di tempo relativamente minimo, all’incirca un decennio, quello interessato è dal 2010 al 2019.

L’urgenza viene anche data non solo dall’impatto che si ha sul Pianeta, ma anche dall’attuale modello economico che è pericoloso per l’ambiente e si basa su una disponibilità limitata delle risorse su cui si fonda: le fonti non rinnovabili. La differenza sostanziale tra queste e quelle rinnovabili sta proprio nella disponibilità delle risorse. Le fonti rinnovabili si possono definire inesauribili.

Perché le aziende devono pensare alla transizione energetica?

La risposta principale è sicuramente l’impatto sull’ambiente, la crisi climatica in atto non può essere accantonata. Sicuramente anche per, come dicevamo prima, la disponibilità e reperibilità delle fonti su cui ad oggi si basa la maggior parte delle imprese. Il passaggio a fonti rinnovabili riuscirebbe a contenere i costi di produzione. Ovviamente la lotta al cambiamento si fa sempre più prepotente perché ancora oggi il 90% delle emissioni a livello globale dipende dal settore energetico.

Da precisare che la transizione energetica contribuisce al cambiamento di paradigma all’interno dell’intero sistema. Quindi, i vantaggi non sono soltanto per il clima ma anche per la società e l’economia. La strada viene aperta a nuovi consumatori grazie alla digitalizzazione delle reti che abilita le smart grid, ovvero un ringiovanimento delle reti per renderle più intelligenti, in modo tale da consentire di ottimizzare le risorse energetiche, la stabilità e l’affidabilità della rete stessa. Contemporaneamente, verranno abbattuti soprattutto i costi.

Dal punto di vista ambientale, le fonti rinnovabili riducono di gran lunga l’inquinamento, mentre le centrali a carbone possono essere riconvertite in un’ottica di economia circolare. Ovviamente tutti coloro che ad oggi lavorano nel settore termoelettrico potranno essere nuovamente impiegati, quindi si avrà anche una sostenibilità sociale. La transizione energetica può essere definita, quindi, anche inclusiva.

Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile
Articoli correlati