23/06/2015 - 09:01

Stati generali sul clima, Galletti: via alla rivoluzione verde. Anche attraverso il "Green act"

"Dobbiamo decidere, con coraggio. Prendere in mano il futuro del pianeta a Parigi e del nostro paese qui a Roma, affrontando con decisione e con azioni incisive a livello internazionale il surriscaldamento globale e spingendo con chiarezza ed energia il nostro sistema produttivo nazionale verso lo sviluppo sostenibile e verso l'economia circolare".
Con queste parole il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, ha iniziato il suo intervento agli Stati generali sul Clima, un incontro fondamentale in vista della Conferenza Onu di dicembre prossimo a Parigi, la cosiddetta COP 21. 
 
"Siamo ad un bivio storico a pochi mesi dalla conferenza di Parigi e abbiamo ascoltato tutti pochi giorni fa la voce del Papa che ha detto a chiare lettere come stanno le cose e ci ha messo dinanzi le nostre coscienze e le nostre responsabilità politiche: non agire è immorale. Siamo a un bivio che non è solo climatico, politico ed economico, ma è anche etico. Questo io credo sia il valore più profondo dell'enciclica papale. La classe politica internazionale, come il re della famosa favola, è nuda. Non può più fingere di non sapere, non può nascondersi dietro tecnicismi. La questione è anche, io dico soprattutto, etica" ha continuato Galletti.
 
Il ministro si è poi soffermato sull'importanza della prossima conferenza di Parigi, il cui fallimento comporterebbe conseguenze disastrose per il processo negoziale e aprirebbe un solco difficilmente sanabile in tempi brevi fra nord e sud del mondo, fra emergenti come Cina, India, Brasile Sudafrica e paesi industrializzati.
 
Due sono le parole chiave su cui verterà COP 21, ha spiegato Galletti, ovvero: mitigazione e adattamento. "Per i non esperti della specifica terminologia del negoziato sui cambiamenti climatici - ed entrando così nel vivo dello stato dell'arte in vista della Conferenza - va detto che quando si parla di mitigazione si tratta degli impegni per la decarbonizzazione dell'economia, di tagli alle emissioni"
 
"Quando si parla di adattamento si parla degli interventi per fronteggiare le conseguenze del Climate Change e quindi si parla essenzialmente di soldi, risorse, stanziamenti che in linea generale devono andare dai paesi ricchi ai paesi poveri insieme alle misure che devono essere prese da tutti i paesi. Collegato a questi due temi chiave è quello del trasferimento tecnologico, cioè dell'impegno delle società più ricche a dotare i paesi poveri di tecnologie in grado di consentire il loro sviluppo senza che esso pesi negativamente sul bilancio climatico. Un accordo sarà possibile solo se si troverà un'intesa su questi i temi" ha continuato Galletti.
 
"Ci dovranno essere paesi che dovranno consumare meno energia e paesi che di enorme energia avranno bisogno per crescere, ma dovrà essere tendenzialmente energia pulita. Si prevede che nei prossimi 20 anni la domanda di energia nel mondo crescerà del 40%. O sarà pulita o ogni tentativo di contrasto al surriscaldamento globale sarà inattuabile"
 
E' necessario agire, ha detto Galletti precisando come "ogni dollaro non investito oggi in progetti a basso contenuto di carbonio richiederà 4 dollari di investimento aggiuntivi dopo il 2020". 
 
Ma quale sarà, secondo Galletti, la strada che dovrà percorrere il nostro Paese? Prima di tutto il nostro Paese dovrà adottare un Green Act che dovrà costituire un vero business plan, un eco-piano "industriale" del nostro paese, funzionale a definire la strategia nazionale per governare e far fronte alle corrispondenti trasformazioni dei processi economici e produttivi.
 
"La nostra rivoluzione verde ha un obiettivo temporale, fissato dall'intesa europea, il 2030. Entro quella data dobbiamo raggiungere i target concordati e potremo farlo solo se vedremo la riconversione della nostra economia in chiave di sostenibilità. La rivoluzione è già iniziata, il Green Act le darà un supporto normativo organico e la inserirà in una visione complessiva dello sviluppo futuro del nostro paese. Abbiamo fretta di cambiare l'Italia per darle un futuro migliore, un futuro più green, un futuro di maggiore occupazione e sviluppo sostenibile" ha concluso il ministro. 
Rosamaria Freda
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