07/07/2022 - 15:42

Crisi idrica: il consumo d’acqua e gli sprechi alimentari

Sostenibilità

L’attuale emergenza idrica impone agli stati europei di ragionare sugli innumerevoli utilizzi dell’acqua nelle attività umane. È stato calcolato che gli sprechi di più vasta entità non vengono causati dalle utenze domestiche ma dall’industria alimentare.
spreco acqua - Foto di Rajesh Balouria da Pixabay

Gli allevamenti intensivi, in particolar modo, richiedono una quantità di acqua tale da aggravare una situazione già allarmante. L’aspetto paradossale della questione consiste nel fatto che buona parte dei prodotti di origine animale viene sprecata e non consumata.

Lo spreco alimentare e lo spreco di acqua si muovono su binari paralleli. Per fare fronte a entrambe le emergenze, molte attività stanno trasferendo i loro servizi su piattaforme virtuali. Ne sono un esempio recente i molti siti di e-commerce, le tante piattaforme di intrattenimento come i casino online stranieri e gli spazi digitali dedicati al mondo del lavoro.

Il consumo di acqua: i numeri

Per poter comprendere al meglio l’entità del consumo di acqua nel settore dell’allevamento intensivo, riportiamo i dati rilevanti raccolti dal Water Footprint Network, una fondazione no profit dedita alla ricerca in ambito idrogeologico.

Per produrre un kg di carne bovina sono necessari ben 15.415 litri di acqua; per produrre la stessa quantità di carne suina sono necessari 5.988 litri di acqua. Persino per produrre un kg di uova la richiesta di acqua raggiunge cifre notevoli: sono necessari, infatti, ben 3.265 litri di acqua.

Confrontando questi dati con la quantità di acqua necessaria per coltivare un kg di verdura, soltanto 322 litri, appare evidente come il consumo di carne e derivati animali abbia un impatto ambientale di grande entità.

L’allevamento, inoltre, è responsabile di quasi un quarto delle emissioni di gas serra prodotte dall’uomo. Queste emissioni, danneggiando l’ambiente, contribuiscono al riscaldamento globale il quale, a sua volta, influenza negativamente le condizioni atmosferiche, aggravando la già preoccupante emergenza idrica.

I dati relativi al consumo di acqua negli allevamenti sono ancora più allarmanti se confrontati con i numeri riguardanti lo spreco alimentare.

L’acqua è un bene estremamente prezioso che viene sfruttato in grande quantità per poter sostenere l’industria dell’allevamento. Dati i consumi elevati di acqua, ci si potrebbe aspettare che la carne venga raramente sprecata. Tuttavia, la realtà dei fatti smentisce questa aspettativa.

Lo spreco alimentare nel mondo

Si stima che ogni anno in tutto il mondo vengono prodotte circa 4.678 milioni di tonnellate di cibo, ma poi se sprecano più di un terzo (BCG, 2018 & WWF 2021[1]). 

Per quanto questi numeri, uno report di Too Good To Go -  l’applicazione nata per combattere lo spreco elementare che oggi conta oltre 20 milioni di utenti in tutta Europa -  analizza  quanto cibo viene prodotto per ogni categoria e quanto di questa produzione finisce nella spazzatura (FAO & National Geographic, 2016[2]).

·         Frutta e verdura: 1.400 milioni di tonnellate prodotte ( il 46% viene sprecato)

·         Cereali: 1.197 milioni di tonnellate prodotte (il 29% viene sprecato)

·         Radici e tuberi: 598 milioni di tonnellate prodotte (il 46% viene sprecato)

·         Latticini: 841 milioni di tonnellate prodotte (il 17% viene sprecato)

·         Carne: 352 milioni di tonnellate prodotte (il 21% viene sprecato)

·         Semi oleosi e legumi: 227 milioni di tonnellate prodotte (il 22% viene sprecato)

·         Pesce e frutti di mare: 63 milioni di tonnellate prodotte (il 35% viene sprecato)

Questi dati dimostrano che quasi la metà del totale di frutta, verdura, radici e tuberi prodotti viene sprecato lungo la filiera.

Inoltre visto l’elevato consumo di acqua necessario a produrla, balza all’occhio l’enorme spreco di carne: ogni anno se ne butta oltre un quinto.

Lo spreco di carne avviene sia a causa della scarsa attenzione dei consumatori, che non mangiano tutto ciò che acquistano, sia a causa della sovrapproduzione di carne per soddisfare le richieste di mercato. Trattandosi di un prodotto altamente deperibile, spesso una grande quantità di carne viene gettata tra i rifiuti ancora prima di raggiungere le case degli italiani.

Nelle case britanniche, per esempio, si sprecano circa 570.000 tonnellate di carne fresca l’anno, con un valore di 1.300 milioni di sterline. Circa la metà, però, potrebbe essere tranquillamente utilizzata. Questa cifra equivale a 50 milioni di polli, 1,5 milioni di maiali e 100.000 bovini. In tutto il mondo, il numero di animali nati solo per essere sprecati sale a 12 miliardi (Oakeshott & Lymbery, 2014[3]).

Questi sprechi alimentari evidenziano l’urgenza di sensibilizzare i consumatori all’impatto che le loro azioni possono avere sull’ambiente. Nel mondo che tutti noi abitiamo, ogni risorsa naturale è strettamente correlata a tutte le altre. Evitare di sprecare una risorsa, dunque, dà origine a un circolo virtuoso e permette a ognuno di noi di contribuire a salvaguardare il benessere del pianeta.

 

Bibliografia

[1] https://wwf.panda.org/discover/our_focus/food_practice/food_loss_and_waste/driven_to_waste_global_food_loss_on_farms/

[2] https://www.nationalgeographic.com/magazine/2016/03/global-food-waste-statistics/

[3] https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2014/mar/19/meat-dairy-waste

 

Sull'argomento leggi anche: "Microplastiche, acqua e ambiente: facciamo chiarezza"

Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile
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