28/12/2021 - 13:17

Cibo e futuro: ecco come cambierà il settore foodtech entro il 2050

Alimentazione sostenibile

 

Sono sempre di più, per fortuna, le persone che si stanno interessando alle conseguenze dei cambiamenti climatici, ma ancora oggi si è fatto troppo poco per arginare questo fenomeno che avrà un impatto devastante sul nostro futuro.

cibo [Foto di RitaE da Pixabay]

Sono sempre di più, per fortuna, le persone che si stanno interessando alle conseguenze dei cambiamenti climatici, ma ancora oggi si è fatto troppo poco per arginare questo fenomeno che avrà un impatto devastante sul nostro futuro.

Le ansie e preoccupazioni in riferimento ai fattori che porteranno il clima a cambiare notevolmente non sono, però, l’unico aspetto da tenere in considerazione, come chiarito da una ricerca commissionata da Betway, dal momento che potranno incidere anche l’aumento del numero di abitanti di questo pianeta e, al contempo, cattive abitudini alimentari che stanno causando un boom di casi di obesità, nel valutare come potrebbero cambiare le nostre abitudini alimentari entro il 2050.

I fattori che porteranno un cambiamento inevitabile

L’emergenza climatica non è una leggenda metropolitana come in tanti sono ancora convinti, dal momento che è stata l’Unione Europea a dichiararla in via ufficiale, in compagnia di tanti altri governi di tutto il mondo. L’obiettivo primario è quello di riuscire a raggiungere il prezioso e fondamentale traguardo della neutralità dal punto di vista climatico entro il 2050.

Come si può arrivare a quella meta? Come spiegato sul blog L’insider, uno dei fattori che possono fare più la differenza in termini di risultati è indubbiamente la corposa riduzione del quantitativo di allevamenti di bestiame. Impressionano certamente alcune statistiche che sono state diffuse da parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, che mettono in evidenza come gli allevamenti di bestiame, supportati con l’intento della produzione di latticini, carne e uova, provoca qualcosa come il 14.5% delle emissioni totali di gas serra.

Quindi, si dovranno necessariamente trovare delle alternative, dal momento che c’è anche un altro grande problema da considerare, ovvero l’incremento impressionante della popolazione globale. Diverse stime che sono state diffuse dall’ONU hanno messo in evidenza come, entro il 2050, si parla di 9,7 miliardi di persone che calpesteranno il nostro pianeta, con un incremento pari addirittura al 25% in confronto ai dati attuali.

Carne coltivata in laboratorio e le varie soluzioni alternative

Come si può facilmente intuire, a cambiare saranno soprattutto le abitudini alimentari. Ad esempio, dovremo cominciare a dire addio ai latticini, dal momento che verranno progressivamente abbandonati, rimpiazzati, invece, da soluzioni vegetali, in cui ci sarà un largo consumo di canapa, socia, avena e noci. È chiaro che già adesso, tante aziende si stanno orientando verso la creazione di alternative vegetali rispetto alle uova: Evo Foods e Just Eat sono due eccellenze pionieristiche in tal senso.

Ci sono già alcuni Paesi dove la carne viene realizzata direttamente entro le mura di un laboratorio. In tanti si chiedono come tutto questo sia possibile. Ebbene, vengono usati dei bioreattori, che una volta e per tutte eliminano il problema della macellazione degli animali.

Si tratta di una novità che, in realtà, ha già ricevuto idonea autorizzazione per la vendita. In questo senso, è da rimarcare il grande impegno, e anche il notevole successo, che è stato già raggiunto da parte di alcune startup, come ad esempio Higher Steaks, Mosa Meat, Memphis Meats e Shiok Meats. Si può facilmente intuire come il mercato della carne che viene coltivata in laboratorio sarà sempre più in crescita e potrà diventare estremamente redditizio.

In compagnia delle alternative vegetali e della carne prodotta in laboratorio, sulla nostra tavola finiranno anche tanti microrganismi. Volete qualche esempio? Il riferimento non può che essere ad alghe, microalghe, funghi, batteri e lieviti. Il motivo è molto semplice da comprendere: corrispondono a una fonte incredibile di proteine, con il vantaggio di non avere i grassi saturi che invece caratterizzano latticini e uova. Tra l’altro, pare che si comincerà ad estrarre proteine anche dall’aria e dall’anidride carbonica, impiegando fonti di energia rinnovabili.

 

Sull'argomento leggi anche Sostenibilità e filiera corta: l'impegno di Europoll per un'avicoltura responsabile

Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile
Articoli correlati