28/01/2016 - 12:42

Aumenta la produzione di rifiuti in Italia. Ecco perché e cosa si potrebbe fare

Aumenta la produzione di rifiuti urbani nel nostro Paese. In particolare nel 2014 in Italia sono state prodotte 29,7 milioni di tonnellate, 83 mila tonnellate in più rispetto al 2013 (+0,3%).
Si tratta di un incremento, che se pur di entità ridotta, evidenzia un'inversione di tendenza rispetto al periodo 2010-2013, in cui c'era stata una riduzione complessiva della produzione di rifiuti di circa 2,9 milioni di tonnellate. Si tratta di alcuni dati resi messi a punto dall'Ispra e resi noti dal ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, nel corso dell'audizione in commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. 
 
Nonostante l'inversione di tendenza registrata nella produzione di rifiuti urbani, per il periodo 2010-2014, il rapporto tra questi e il PIL mostra comunque una riduzione percentuale pari al 4,6%. Per quanto riguarda i rifiuti speciali, la produzione nazionale, si è attestata, nel 2013, a 131,6 milioni di tonnellate, mostrando, rispetto al 2012, un calo di 1,7 milioni di tonnellate. Nello stesso anno sono stati prodotte 8,7 milioni di tonnellate di rifiuti speciali pericolosi, con un calo del 2,6% rispetto al 2012.
 
Questi dati, ha fatto presente Galletti, sono stati influenzati dalla congiuntura economica degli ultimi anni, che sono stati caratterizzati da una consistente riduzione dei consumi delle famiglie e da una conseguente diminuzione della produzione dei rifiuti. 
 
Per la gestione complessiva dei settore nel nostro Paese il ministero dell'Ambiente ha adottato il Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti, il cui scopo è quello dissociare la crescita economica dagli impatti ambientali connessi alla loro produzione. Il programma è impostato su misure di carattere generale tra cui rientrano la produzione sostenibile, il Green Public Procurement per le pubbliche amministrazioni, il riutilizzo, l'informazione e sensibilizzazione, gli strumenti economici, fiscali e di regolamentazione, nonché la promozione della ricerca
 
Come indicatore per gli obiettivi del programma è stato scelto il rapporto tra la produzione di rifiuti e l'andamento del Prodotto interno lordo, poiché la produzione dei rifiuti è legata a fattori socioeconomici e la semplice riduzione della produzione non si traduce in una maggiore efficienza del sistema. Sulla base dei dati rilevati dall'Ispra, gli obiettivi di prevenzione fissati dal Programma nazionale al 2020 sono: la riduzione del 5 % della produzione di rifiuti urbani per unità di PIL, la riduzione del 10 % della produzione di rifiuti speciali pericolosi per unità di PIL ela riduzione del 5 % della produzione di rifiuti speciali non pericolosi per unità di PIL.
 
Ma cosa impedisce al programma di entrare a pieno regime e quali possono essere le azioni da intraprendere nei prossimi mesi per far sì che diminuisca la produzione di rifiuti nel nostro Paese? Secondo Galletti è necessario innanzitutto un forte coordinamento tra livello centrale e regionale. L'integrazione del programma nazionale nei piani regionali è infatti indispensabile affinché le misure previste dal programma possano condurre al raggiungimento degli obiettivi di riduzione previsti dal programma. 
 
E' fondamentale inoltre che vangano messe a punto iniziative di informazione contro il fenomeno dello spreco alimentare in modo da indurre quel cambiamento del comportamento che conduca alla minimizzazione della produzione dei rifiuti. 
Rosamaria Freda
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