18/10/2023 - 09:21

FAO: per i disastri naturali persi 3,6 trilioni di euro in 30 anni

Una perdita media di 116 miliardi di euro all'anno: il 5% del prodotto interno lordo (Pil) agricolo mondiale. Sono i dati relativi alle perdite che il settore agricolo e zootecnico subiscono ogni anno a causa dei disastri naturali. 

disastri naturali

Un recente rapporto pubblicato dall’ONU per la Fao ha diffuso dati preoccupanti relativi alle perdite che il settore agricolo e zootecnico subiscono annualmente per via dei disastri naturali. Negli ultimi 30 anni la produzione agricola e zootecnica hanno registrato perdite per circa 3,6 trilioni di euro. Una perdita media di 116 miliardi di euro all'anno: il 5% del prodotto interno lordo (Pil) agricolo mondiale.
 
Solo quest’anno i nostri agricoltori hanno dovuto fare i conti con periodi di forte siccità alternati ad alluvioni e piogge torrenziali, senza contare i danni causati da parassiti, focolai di malattie negli allevamenti e insetti alieni. Secondo il rapporto le perdite dei principali prodotti agricoli tenderanno ad aumentare. Negli ultimi tre decenni, le perdite nel settore dei cereali ad esempio sono state in media di 69 milioni di tonnellate all'anno - corrispondenti all'intera produzione cerealicola della Francia nel 2021. Stessa sorte è toccata alla frutta e verdura, con un calo nella produzione di 40 milioni di tonnellate all'anno, in media. Per i prodotti ortofrutticoli, le perdite corrispondono all'intera produzione di frutta e verdura del Giappone e del Vietnam nel 2021. L'industria della carne, quella dei prodotti caseari, nonché latte e uova si stima abbiano subito perdite per 16 milioni di tonnellate all'anno, corrispondente all'intera produzione di carni, prodotti caseari e di uova di Messico e India nel 2021.
 
Dati abbastanza allarmanti che richiedono riflessioni politiche e misure di contrasto urgenti. Quali sono le cause di teli perdite? Per il rapporto Fao i fattori di rischio includono il cambiamento climatico, la povertà e la disuguaglianza, la crescita demografica, le emergenze sanitarie causate da pandemie, i conflitti armati. Tali eventi, che storicamente avevano un’incidenza media negli anni passati, sono quadruplicati negli ultimi 20 anni, passando da circa 100 all’anno a 400 e le previsioni sono tutt’altro che rosee con un aumento crescente sia in numero che in intensità. La siccità è da sola responsabile di quasi la metà delle perdite, ma anche inondazioni, tempeste, crisi sanitarie, parassiti e guerre hanno un impatto crescente.

Che soluzioni ci sono? Il Rapporto individua tre linee d'azione: migliorare la raccolta dei dati e le informazioni sull'impatto delle catastrofi su tutti i sotto settori, sviluppare politiche per la riduzione del rischio, per la prevenzione e il potenziamento degli investimenti per un'agricoltura resiliente. A queste potrebbero essere aggiunte politiche di sostegno al reddito agricolo tramite le assicurazioni, capaci in qualche modo di sostenere le aziende agricole nei momenti di difficoltà e nei casi di calamità naturale. Solo prevedendo certi sussidi si può garantire la continuità dell’attività agricola, almeno nei casi in cui la calamità è di media entità e non comporta la cessazione completa della stessa. Bisogna infine prevedere una variazione geografica delle produzioni agricole perché se variano le temperature, potrebbero variare anche le tipologie di colture nei diversi territori.

Tommaso Tautonico
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