14/03/2016 - 12:21

Inquinamento, individuato il batterio che distrugge la plastica in 6 settimane

La risposta all'inquinamento ambientale causato dalla plastica potrebbe arrivare direttamente dalla natura.
 
Secondo una studio pubblicato sulla rivista scientifica Science esisterebbe infatti un batterio in grado di scomporre e metabolizzare il Pet, ovvero il Polyethylene terephthalate, un polimero comunemente impiegato per la produzione di bottiglie di plastica il cui accumulo nell'ambiente è diventato ormai da tempo un enorme problema mondiale. 
 
Questo batterio, il cui nome è Ideonella sakaiensis, distrugge infattiu la plastica attraverso alcuni enzimi convertendo la Pet in due monomeri eco-compatibili, ovvero l'acido tereftalico e il glicole etilenico.
 
Finora alcuni studi avevano individuato solo alcune specie di funghi in grado di mangiare la plastica, ma il gruppo di scienziati giapponesi guidati da Shosuke Yoshida hanno raccolto 250 campioni di detriti di pet, presenti nel suolo e nelle acque di scarico, arrivando così a identificare un nuovo tipo di batterio. L'Ideonella sakaiensis utilizzando il PET come fonte principale di energia e carbonio, è così capace di degradare completamente una pellicola sottile dopo 6 settimane, ad una temperatura di 30°.
 
Ricordiamo che secondo studi recenti solo nel nostro Paese ogni persona consuma ogni anno circa 200 bottiglie di acqua minerale e bibite, la maggior parte confezionata in plastica. L'impatto ambientale di questo dato è pari al consumo di circa 22 litri di petrolio, 180 di acqua, oltre all'emissione di 23 kg di CO2 (sempre a persona). Inoltre va sottolineato che le bottiglie di plastica per decomporsi completamente impiegano circa 7 secoli se lasciate in terra e 4,5 secoli se buttate in mare. Da ciò emerge chiaramente l'importanza della scoperta fatta dal team di scienziati giapponesi che se confermata da studi ulteriori potrebbe consentire di smaltire e riciclare uno degli elementi più inquinanti presenti sul pianeta. 
Rosamaria Freda
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