25/05/2020 - 19:38

Studio pugliese: un italiano su tre è entrato in contatto col coronavirus

Emergenza sanitaria Covid-19.

"Almeno un italiano su tre è già entrato in contatto con il virus. Anche al Sud registriamo percentuali molto alte. Abbinando test e tamponi, potremmo liberare il 25% della popolazione, individuando i soggetti immunizzati naturalmente" - afferma Pasquale Mario Bacco, medico e autore con altri colleghi di uno studio sulla diffusione del COVID19 "forse un po’ scomodo ma accreditato soprattutto all’estero".

Il dottor Bacco è l'amministratore delegato della società Meleam spa che, nella sede di Bitonto in provincia di Bari, ha realizzato un test sierologico interamente made in Italy e già scelto da diversi ospedali, enti, aziende e colossi, come Amazon e Ferrari, nonchè disponibile sul mercato, avendo già raggiunto oltre 20 milioni di ordini. 

coronavirus - covid-19
Secondo questa ricerca il 35% della popolazione italiana sarebbe rimasta infettata, anche se la maggior parte delle persone avrebbe avuto pochi sintomi o sarebbe rimasta del tutto asintomatica. Ma non per questo non contagiosa.

Abbiamo domandato al dottor Pasquale Mario Bacco, amministratore delegato Meleam spa, quali siano i principali risultati dello studio sulla diffusione del COVID19 in Italia, che ha contotto insieme con altri ricercatori.

Qual è la reale presenza del COVID-19 sul territorio nazionale?

Oltre il 30% della popolazione è entrata in contatto con il COVID19 sviluppando gli anticorpi.

Esiste un’incidenza del clima nello sviluppo e nella selezione del COVID19?

Il COVID19 come tutti i coronavirus è condizionato in maniera determinante dal clima. Quindi scomparirà in estate per poi riapparire con lo scendere delle temperature.

Quali sono le zone d'Italia più esposte?

Essendo sensibile al clima, il COVID19 si manifesterà sempre in maniera più incisiva nelle zone più fredde d'Italia. Quindi anche ad uguale “concentrazione”, la patogenicità del virus sarà sempre maggiore al nord, rispetto al sud Italia/Europa.

Come si è spostato nel concreto il virus sul territorio nazionale?

Il COVID19 si è spostato verso il sud già da fine 2019 ed ad inizio 2020 era già presente (risultato evidenziato dall'incidenza delle IGG tra i positivi). Concentrazioni inferiori e minore capacità aggressiva per via del clima, hanno reso la maggior parte delle infezioni, soprattutto le prime, quasi asintomatiche.

Qual è l'incidenza dei soggetti asintomatici?

Quasi il 90% degli infetti non ha manifestato nessuno dei sintomi riconducibili al COVID19, primo tra tutti l'aumento della temperatura corporea.

Qual è il vero tasso di mortalità?

La mortalità diretta da COVID19 non è superiore all'2%. Se non si considera la fascia d'età superiore a 55 anni, l'incidenza scende al di sotto dell'1%.

Che ruolo svolgono le diverse varie fasce d’età nella diffusione dell'epidemia?

I veri "untori" sono stati i soggetti fino ai 30 anni. Quasi sempre completamente asintomatici, hanno inconsapevolmente infettato ed amplificato il resto della diffusione.

C'è una conferma del ruolo degli estrogeni sull'espressione dei recettori cellulari, nella minore incidenza nel sesso femminile?

Sì, le donne presentano ovunque, tranne rarissimi casi, un incidenza inferiore della capacità del COVID19 di infettare. E' quindi evidente che risultano un ostacolo più arduo per il virus proprio nella fase iniziale dell'infezione (dove sono fondamentali i recettori cellulari), più che nella manifestazione clinica.

Quali sono i soggetti realmente più esposti?

Le fasce di età più giovani, almeno fino ai 30 anni, presentano un'incidenza di positività agli anticorpi più che doppia rispetto alle fasce più anziane, che invece sono quelle che quasi unicamente manifestano i sintomi.

Esiste una correlazione tra l'abitudine di fumare e l'infezione?

La percentuale di positivi tra i soggetti fumatori è leggermente più alta (+3%), ma non tale da poter determinare una conclusione valida; con un eccesso di zelo potremmo collegarla alla risposta immunitaria che nei fumatori generalmente è più lenta e meno efficace. Sicuramente sappiamo che il percorso clinico è fortemente influenzato dall’essere o meno fumatori per svariati motivi tra cui il più importante è una condizione infiammatoria basale che accentua i danni da malattia. 

Chi ha effettuato la vaccinazione influenzale è più esposto al contagio?

Tuttaltro, i dati negano una maggiore esposizione al virus dei soggetti vaccinati, per cui escludiamo la correlazione tra vaccinazione influenzale e l'infezione.

C'è una correllazione tra le diverse abitudini alimentari (alimentazione vegana, vegetariana ed onnivora) e l'incidenza dell'infezione?

No, nessuna differenza di rilievo si è riscontrata tra i soggetti con diverse abitudini alimentari, tranne una leggera maggiore incidenza negli onnivori. Anche in questo caso si può ipotizzare che potrebbe avere un ruolo, con meccanismi simili al fumo, una risposta immunitaria notoriamente più lenta e meno efficace nei consumatori abituali di proteine animali.

Qual è l'incidenza sui soggetti affetti da beta talassemia e quindi sull’utilità del farmaco antimalarico idrossiclorochina come profilassi?

I beta talassemici sottoposti a test sono risultati, tranne 5, tutti negativi. Questo confermerebbe che l'alterazione/occupazione delle catene beta (effetto dell’idrossiclorochina) è una validissima profilassi per il covid19; molto più efficace che come terapia in fase avanzata.

Come incide una bassa concentrazione di vitamina D sulla possibilità di ammalarsi?

Abbiamo riscontrato valori discordanti rispetto alla media nazionale. Su un campione di 422 persone abbiamo:

  • una positività molto elevata rispetto alla media (49% contro il 34%);
  • una incidenza elevatissima di IgM (81% rispetto al 75%).

In termini tecnici si può quindi ipotizzare un rallentamento della manifestazione di IgG e quindi un ritardo nella definizione dell'immunità.

I numeri dello studio sulla diffusione del COVID19 in Italia

Lo studio analizza l'incidenza del COVID19 tra la popolazione “clinicamente sana”, attraverso la ricerca degli anticorpi contro il suddetto virus.

Totale Positivi al Test nei Quattro Step

Su 7.038 sono risultati positivi 2.365 soggetti, circa il 34% (33,6%).

Totale Incidenza IgG

Su 2.365 positivi sono risultate presenti le IgG in 1.779 soggetti, circa il 75% (75,2%).

Totale soggetti dichiaratisi beta talassemici

Su 7.038 si sono dichiarati beta-talassemici 106 persone, circa l'1,15%. Cinque sono risultati positivi al test sierologico, circa il 4,8 %.

Totale fumatori

Su 7.038 si sono dichiarati fumatori 1.464, il 20,8%.

Totale soggetti che si dichiarano sottoposti a vaccinazione influenzale

Su 7.038 hanno dichiarato di essersi sottoposto a vaccinazione influenzale 865, il 12,3%.

Totale soggetti vegetariani

Su 7.038 si sono dichiarati vegetriani 415, circa il 5,9%.

Totale soggetti vegani

Su 7.038 si sono dichiarati vegani 69, circa l'1%.

Totale soggetti che dichiarano una carenza di vitamina D

Su 7.038 hanno dichiarato di aver riscontrato durante dei controlli di routine, una concentrazione di vitamina D più bassa rispetto ai valori normali (non inferiore a 11 ng/ml e non superiore a 26 ng/ml), 422 persone, circa il 6%.

L'incidenza di positivi agli anticorpi è di 203 soggetti (48% circa).

L'incidenza delle IgG su 203 positivi è d 39 persone (19% circa). 

 

La ricerca completa, nonchè alcuni articoli attinenti, è disponibile in allegato.

Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile
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