04/12/2014 - 14:05

Riciclo rifiuti: in leggero aumento nel 2013. Ecco tutti i dati

In Italia, nonostante la crisi, è in aumento, anche se leggero, il settore del riciclo dei rifiuti.
In particolare nel 2013 è cresciuto - anche se solo dell'1% - il riciclo degli imballaggi, un settore che sostiene comparti industriali fondamentali per il nostro Paese, come la siderurgia, la carta e il vetro
 
Sono questi alcuni dei dati contenuti nel rapporto "L'Italia del Riciclo" promosso e realizzato da Fise Unire e dalla Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, presentato questa mattina a Roma. 
 
Si tratta dunque di una buona notizia che segue di pochissimo quella - per niente positiva - della condanna al pagamento di una sanzione di 40 milioni di euro che l'Italia ha appena ricevuto da parte della Corte di Giustizia dell'Unione europea per non aver adempito alle misure comunitarie previste in materia di rifiuti. 
 
Quanto alle altre filiere, gli andamenti del riciclo sono invece altalenanti. In particolare dal rapporto emerge come siano in calo i quantitativi di materiali ottenuti dalla bonifica e dalla demolizione di veicoli fuori uso avviati a reimpiego, riciclo e recupero di energia e la raccolta pro-capite media nazionale di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Per questi ultimi il dato (3,8 Kg/ab), sebbene leggermente inferiore all'obiettivo annuale di 4 kg/ab), è ancora lontano dai target ben più ambiziosi fissati dalla nuova direttiva appena recepita dall'Italia.
 
Per il recupero dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione (39,8 milioni di tonnellate, pari a un tasso di recupero del 69%), l'incompletezza dei dati disponibili sulla produzione reale degli stessi non consente di valutare il concreto raggiungimento dell'obiettivo (70%), mentre per la raccolta dei tessili (nel 2013 110.900 tonnellate, pari a una media nazionale di 1,8 kg/ab) c'è ancora molto spazio per ulteriori incrementi.
 
Notevoli sono, infine, le prospettive di crescita per il settore del riciclaggio a livello nazionale ed europeo. Si stima infatti che la prevenzione dei rifiuti, l'ecodesign, il riuso e misure simili possano generare un ulteriore risparmio pari a 600 miliardi di euro e ridurre le emissioni di gas serra dal 2 al 4%. Il conseguimento dei nuovi obiettivi in materia di rifiuti creerebbe circa 600.000 nuovi posti di lavoro, rendendo l'Europa più competitiva e riducendo la domanda di risorse scarse e costose. Le misure proposte, che consentirebbero peraltro di ridurre l'impatto ambientale, prevedono il riciclaggio del 70% dei rifiuti urbani e dell'80% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030 e, a partire dal 2025, il divieto di collocare in discarica i rifiuti riciclabili, spiega il rapporto. 
 
Rimane ancora molta strada da percorrere per eliminare gli ostacoli alle attività di riciclo e raggiungere obiettivi più ambiziosi attraverso la definizione di regole chiare e applicabili e soprattutto di condizioni omogenee e ragionevoli tempi di rilascio delle autorizzazioni ambientali. In questo comparto il mercato, sia pure "accompagnato" da misure correttive, ha comunque mostrato di saper coniugare il raggiungimento degli obiettivi ambientali con lo sviluppo di un tessuto imprenditoriale formato per lo più da piccole e medie imprese, continua il documento. 
 
"Proprio in considerazione delle dimensioni di queste impresele profonde carenze ed inefficienze che affliggono il settore, a livello soprattutto normativo ed amministrativo, sono ancora più difficili da sopportare, specie in una fase di recessione come quella attuale" ha evidenziato Anselmo Calò, presidente di UNIRE nel corso della presentazione.
 
"Troppi sono i decreti e i regolamenti attesi da tempo: tra questi il decreto sui criteri di assimilazione, i criteri End of Waste, le linee guida per il rilascio delle autorizzazioni, gli standard per il trattamento di alcune tipologie di rifiuti, la disciplina della preparazione per il riutilizzo. La gestione efficiente delle risorse - e quindi anche dei rifiuti - è un pilastro sempre più importante per la qualità e la competitività dell'economia e per lo sviluppo di una green economy in grado di assicurare una crescita durevole, migliore benessere e tutela dell'ambiente" ha aggiunto Calò.
 
"Il riciclo dei rifiuti in Italia potrebbe crescere, generando nuovi investimenti e nuova occupazione, con norme più chiare, certe ed efficaci a partire da quelle, attese da anni,che indichino con precisione a quali condizioni un rifiuto sottoposto ad un trattamento di recupero cessa di essere un rifiuto e diventa un prodotto", ha affermato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
 
"In attesa dei regolamenti europei che richiederanno tempo e saranno parziali, si dovrebbe procedere con un Decreto del Ministro dell'Ambiente, sul modello del DM 5.2.98, che stabilisca caratteristiche e condizioni almeno per tutte le tipologie di rifiuti non pericolosi che possono essere sottoposti ad un recupero completo, che consentano di arrivare alla cessazione della qualifica di rifiuto (End of waste) applicando i criteri comunitari . Il testo di questo decreto ministeriale, data la sua vastità, può essere preparato in tre mesi da una commissione tecnica ad hoc e con una rapida consultazione di tutte le categorie interessate" ha concluso Ronchi. 
 
Clicca qui per scaricare la versione integrale del rapporto. 
Rosamaria Freda
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