02/12/2014 - 14:38

Rifiuti: Corte di Giustizia condanna l'Italia. Ma Galletti non ci sta

L'Italia è condannata al pagamento di 40 milioni di euro per non avere dato esecuzione a una sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione europea del 2007 che constatava l'inadempimento alle direttive sui rifiuti.
A deciderlo è stata la Corte di Giustizia Ue che ha stabilito che l'Italia, fino al momento in cui avrà dato piena esecuzione alla sentenza, dovrà pagare una penalità di quasi 43 milioni di euro per ogni semestre di ritardo nell'attuazione delle misure necessarie per adempiere a quanto previsto dalla normativa europea. 
 
Con la sentenza del 2007 la Corte aveva infatti dichiarato che l'Italia era venuta meno, in modo generale e persistente, agli obblighi relativi alla gestione dei rifiuti stabiliti dalle direttive relative ai rifiuti, a quelli pericolosi, e alle discariche, si legge nella sentenza. Nel 2013, spiega la Corte, la Commissione ha ritenuto che l'Italia non avesse ancora adottato tutte le misure necessarie per dare esecuzione alla sentenza del 2007.
 
In particolare, 218 discariche ubicate in 18 delle 20 regioni italiane non erano conformi alla direttiva "rifiuti". Inoltre 16 discariche su 218 contenevano rifiuti pericolosi in violazione della direttiva "rifiuti pericolosi". Infine, l'Italia non aveva dimostrato che 5 discariche fossero state oggetto di riassetto o di chiusura ai sensi della direttiva "discariche di rifiuti".
 
Nel corso della causa, la Commissione ha affermato che, secondo le informazioni più recenti, 198 discariche non erano ancora conformi alla direttiva "rifiuti" e che, di esse, 14 non erano conformi neppure alla direttiva "rifiuti pericolosi". Inoltre, sarebbero rimaste due discariche non conformi alla direttiva "discariche di rifiuti"..
 
Nella sentenza emessa oggi la Corte ha ricordato inoltre che la "chiusura di una discarica o la copertura dei rifiuti con terra e detriti non è sufficiente per adempiere agli obblighi derivanti dalla legge. Pertanto, i provvedimenti di chiusura e di messa in sicurezza delle discariche non sono sufficienti per conformarsi alla direttiva. Oltre a ciò, gli Stati membri sono tenuti a verificare se sia necessario bonificare le vecchie discariche abusive e, all'occorrenza, sono tenuti a bonificarle". E ancora la Corte ha rilevato che "il sequestro della discarica e l'avvio di un procedimento penale contro il gestore non costituiscono misure sufficienti. 
 
Ma il nostro ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, non ci sta e di fronte alla sentenza delle Corte sostiene che la multa si riferisca a situazioni passate visto che le discariche abusive nel nostro Paese sono già state messe in sicurezza. 
 
"La sentenza della Corte di Giustizia europea che obbliga l'Italia a pagare una pesante multa per la gestione delle discariche sanziona una situazione che risale a sette anni fa. In questo tempo l'Italia si è sostanzialmente messa in regola"  dice Galletti in una nota. 
 
"Siamo passati da 4866 discariche abusive contestate a 218 nell'aprile 2013. Una cifra che a oggi si è ulteriormente ridotta a 45 discariche. Con la legge di stabilità 2014 sono stati stanziati 60 milioni di euro per un programma straordinario che consentirà di bonificare 30 delle 45 discariche rimaste, anche attraverso gli accordi di programma sottoscritti in questi giorni con le regioni Abruzzo, Veneto, Puglia e Sicilia. Le restanti 15 discariche abusive saranno bonificate con un ulteriore impegno di 60 milioni di euro" precisa ancora il ministro. 
 
"Andremo in Europa con la forza delle cose fatte, lavorando in stretta collaborazione con le istituzioni Ue, per non pagare nemmeno un euro di quella multa figlia di un vecchio e pericoloso modo di gestire i rifiuti con cui vogliamo una volta per tutte chiudere i conti" conclude Galletti. 
 
Clicca qui per scaricare il testo completo della sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione europea. 
Rosamaria Freda
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