12/02/2021 - 11:44

Moda sostenibile: il lanificio Piacenza 1733 punta su innovazione e sostenibilità

Il lanificio biellese Piacenza 1733 lancia la prima linea di denim in cotone biologico e una collezione sartoriale creata con materie prime naturali al 100%, totalmente tracciate e chimicamente pulite. 

 

Moda sostenibile, innovazione, sostenibilità

I consumatori che hanno uno sguardo critico e sensibile alla sostenibilità lo sanno: proprio il capo immancabile in qualsiasi armadio è uno dei più problematici in materia di impatto ambientale. Si tratta dei jeans, a cui viene destinato il 35% della produzione mondiale di cotone. I prezzi stracciati con cui vengono offerti dalle catene del fast fashion stridono con il fatto che servano 3800 litri d’acqua solo per il denim necessario a realizzarne un paio (dati UNEP 2019); per non parlare della tipica tintura blu ottenuta con un mix di sostanze chimiche e metalli pesanti. Dalle colline del biellese, però, arriva un’alternativa di qualità e amica del Pianeta. Per la collezione donna, il lanificio Piacenza 1733 ha messo a punto un inedito denim in cotone egiziano biologico in ordito e lane certificate RWS (Responsible Wool Standard) in trama; il colore della tintura è replicato con l’utilizzo di una stampa sul filato di catena. Il risultato è un forte abbattimento dei consumi di acqua ed energia. 

Recentemente l’azienda ha deciso di ampliare un altro progetto rilevante in termini di sostenibilità, stavolta nella linea sartoriale uomo: la collezione Arte & Natura in Dishley e in lana Blueface naturale al 100%, senza l’utilizzo di processi di tintura, di gran pregio per le sue straordinarie caratteristiche (morbida, setosa e lucente, al 100% o in blend con altre fibre nobili) e per la sua produzione limitata (solo 40-50 tonnellate di clean wool all’anno realizzate nel Regno Unito). Materie prime la cui filiera è interamente tracciata, a garanzia di alte prestazioni nel rispetto della natura.  Queste sono soltanto due delle numerose iniziative con cui quest’eccellenza italiana, custodita dalla stessa famiglia da quattordici generazioni, dimostra con i fatti il suo impegno per la sostenibilità. Partner strategico di queste operazioni è la società di consulenza Process Factory, proprietaria del marchio 4sustainability® che attesta l’adesione delle aziende del fashion & luxury alla roadmap per la sostenibilità su 6 dimensioni.

“Sono felice di aver trovato un’intesa immediata con 4sustainability®, siamo due realtà sinergiche che credono fortemente nel nostro territorio e nel made in Italy e con cui condivido la stessa visione”, commenta Carlo Piacenza, Amministratore Delegato di Fratelli Piacenza Spa. “Non abbiamo trovato solo un fornitore, ma un prezioso partner che ci ha supportato in tutti gli step del percorso intrapreso, supportandoci concretamente e permettendoci di valorizzare un tema che ci sta molto a cuore, la sostenibilità”.  Un percorso messo nero su bianco nella strategia Gardening the future e ora anche nel primo Report di sostenibilità, presentato a settembre 2020 nella cornice di Milano Unica. Un documento corposo, redatto facendo riferimento alle linee guida GRI (Global Reporting Institute) e ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. 

Tra gli obiettivi più sfidanti di questo percorso, i cui progressi sono puntualmente rendicontati all’interno del report, c’è quello di eliminare gradualmente dai processi produttivi le sostanze chimiche nocive per l’ambiente e la salute umana. Attraverso l’adesione al protocollo Chem 4sustainability®, Piacenza 1733 si è dotata di un sistema di chemical management allineato con l’approccio ZDHC (Zero Discharge of Hazardous Chemicals, il programma internazionale nato sulla scia della campagna Detox di Greenpeace). In base a questi criteri ha valutato tutti i fornitori di materie prime e le lavorazioni produttive. Su un volume complessivo annuo pari a 147 tonnellate di prodotti chimici, di cui 7 tonnellate di coloranti, l’80% delle sostanze usate dall’azienda è nella “white list” di ZDHC e la quota restante è in via di sostituzione. Nel 2021 partiranno anche i programmi di test sulle materie prime e sui tessuti. Già oggi le acque di scarico vengono sottoposte a tutti i monitoraggi previsti per legge e anche a una serie di test aggiuntivi volti a proteggere le falde acquifere sul territorio grazie alla conformità ai protocolli ZDHC.

“Il modello Piacenza 1733 – spiega Francesca Rulli, fondatrice e CEO di Process Factory e anima di 4sustainability® – è quello tipico di un’azienda italiana con forte know how sui processi industriali, base ideale per performare bene sulla sostenibilità. Il protocollo 4S di implementazione dei progetti per la sostenibilità è adottato da molte eccellenze della produzione sostenibile: la predisposizione culturale e manageriale di Piacenza 1733, in questo senso, è un fattore che ci ha sicuramente favoriti nel raggiungimento di risultati importanti già nel breve-medio periodo”. 

Tra i pochissimi nomi italiani accolti tra gli Hénokiens, club di imprese familiari che vantano una storia almeno bicentenaria, Piacenza 1733 è un esponente di spicco del tessile made in Italy e del cashmere in particolare. Ha chiuso il 2019 con un fatturato di 53 milioni di euro, in crescita del 32% nel triennio, e 5 milioni di euro di investimenti, focalizzati soprattutto in nuovi impianti ad alto contenuto tecnologico ed elevata efficienza energetica e ambientale. Serve 951 clienti in 58 paesi, soprattutto aziende di abbigliamento di alta gamma, retailer e sartorie, oltre ai consumatori finali. Per una realtà così composita, la transizione verso la sostenibilità è un percorso complesso da monitorare costantemente attraverso l’adozione di un metodo e di strumenti definiti.

 “Fondamentale è stato anche il coinvolgimento di ciascuno dei nostri 257 collaboratori, attraverso un intenso programma di formazione condotto sempre in collaborazione con Process Factory”, conclude Carlo Piacenza, Amministratore Delegato di Fratelli Piacenza Spa. “Non c’è vera sostenibilità, infatti, senza vera conoscenza e radicamento nella cultura aziendale”.

Marilisa Romagno
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