15/01/2021 - 12:58

Mare Aperto: dagli scarti del tonno ai cosmetici e al pet food

L'azienda genovese Mare Aperto, insieme alla casa madre Jealsa, ha implementato un sistema di valorizzazione totale della materia prima utilizzata per ricavarne prodotti di bellezza, ma non solo: pet food, ingredienti funzionali, farina e olio di pesce. Vediamo come.

 

Mare Aperto, scarti del tonno

Mare Aperto, società genovese che fa capo a Jealsa - uno dei principali produttori di conserve ittiche che lo scorso anno ha generato vendite pari a 667 milioni di euro - ha implementato, insieme alla casa madre, un sistema di valorizzazione totale della materia prima utilizzata nei suoi siti produttivi. 
Gli scarti di lavorazione dell'industria conserviera del tonno superano le 4,5 tonnellate all'anno, “Rendere il settore più sostenibile significa anche andare oltre al concetto di sottoprodotto” spiega Carlos Blanco, Amministratore Delegato di Mare Aperto. “Tutto ciò che è di origine naturale può essere valorizzato: attraverso le aziende del nostro gruppo trasformiamo tutte le parti del pescato non destinate all’alimentazione umana in prodotti di alta qualità, destinati a diversi mercati come l’acquacoltura, l’alimentazione per animali o persino prodotti cosmetici

Attraverso We Sea, il programma di Responsabilità Sociale d’Impresa, l’azienda ha infatti avviato un innovativo sistema di economia circolare, che le ha permesso di sfruttare il 100% della materia prima utilizzata, grazie a tecnologie di biovalorizzazione marina ed estrazione selettiva. In tal modo, il 45% della materia prima si utilizza per i prodotti destinati all’alimentazione umana, commercializzati in Italia da Mare Aperto, e al pet food, attraverso l’azienda PetSelect.
Dopo questa prima selezione, viene effettuata una seconda scrematura in cui il 35% viene trasformato in farina e olio di pesce (30%), destinati al settore dell'acquacoltura e industrie affini. Infine, il restante 20% viene utilizzato dal settore farmaceutico e cosmetico. Gli scarti del tonno sono ricchi infatti di molecole attive, come Omega 3 e collagene, che trovano impiego nella cosmesi, permettendo un uso razionale e totale delle risorse marine.

Ma come avviene questo processo di biovalorizzazione marina? 
La biovalorizzazione permette di convertire la materia prima non usata per il tonno in scatola in nuovi prodotti: “Il processo inizia con l'identificazione e la selezione delle singole parti del tonno. Queste vengono sottoposte ad analisi per identificare le potenzialità e, a seconda delle loro caratteristiche o principi attivi, vengono lavorate verso dei processi di estrazione e concentrazione, in modo tale che ogni elemento abbia un'applicazione specifica” spiega Carlos Blanco.
Diverse sono le tecnologie che permettono agli scarti di tonno di diventare prodotti cosmetici, ma tutte sono accomunate da un unico criterio: “Il rispetto per il prodotto e per l’ambiente accompagna tutte le fasi del nostro sistema di economia circolare" conclude Carlos Blanco.

 

Marilisa Romagno
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