03/06/2025 - 12:49

La plastica invisibile dei RAEE: 3 oggetti quotidiani che non penseresti mai fossero così “plastici”

In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente il consorzio Ecolight pone l’attenzione sul corretto riciclo dei RAEE lanciando un appello: impariamo a riconoscere il valore e l’impatto ambientale nascosto in questi beni smaltendoli correttamente.

 

telecomando

Sono piccoli, silenziosi, spesso dimenticati nei cassetti o abbandonati in fondo a un mobile. Eppure, nascondono una quantità sorprendente di plastica. Telecomandi, asciugacapelli, caricabatterie: oggetti comuni che celano un'anima "plastificata" e che, se non correttamente smaltiti, finiscono per alimentare la crescente montagna dei RAEE – Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, quest’anno dedicata all’inquinamento da plastica, il consorzio Ecolight, da oltre vent’anni impegnato nella raccolta e nel riciclo dei RAEE, lancia un appello: impariamo a riconoscere il valore e l’impatto ambientale nascosto in questi beni smaltendoli correttamente.

Una plastica che non si vede, ma c’è
Secondo recenti stime del consorzio, ogni famiglia italiana può custodire inconsapevolmente circa 3 kg di plastica “fantasma” nei piccoli elettrodomestici presenti in casa. Di questi oggetti, meno di 1 su 5 segue un corretto percorso di raccolta differenziata. Ecolight ha individuato tre prodotti di uso quotidiano che tutti possediamo per analizzare la quantità di plastica presente:
• Il telecomando - piccolo, maneggevole, onnipresente. Dal divano alla camera da letto, è il re degli oggetti perduti tra i cuscini. Ma lo sapevi che un solo telecomando può contenere fino all’85% del suo peso in plastica? Quando smette di funzionare o viene sostituito, spesso finisce dimenticato in un cassetto. E con lui, centinaia di grammi di plastica che potrebbero essere recuperati. 
• L’asciugacapelli - lo usiamo quasi ogni giorno, ma raramente ne valutiamo la composizione. In media, un asciugacapelli può contenere fino a 500 grammi di plastica, tra scocca, impugnatura e griglia protettiva. Eppure, alla fine della sua vita utile, molti lo gettano nell’indifferenziata, perdendo materiali preziosi e generando un impatto ambientale invisibile ma significativo.
• Il caricabatterie - spesso dimenticato quando si cambia il telefono o accumulato in eccesso, contiene plastica in proporzioni notevoli, fino al 75% del suo peso totale, tra rivestimenti e componenti. Nonostante ciò, raramente viene trattato come un rifiuto elettronico, finendo invece troppo spesso nei rifiuti generici.

Qualche altro numero? In fondo all'articolo una tabella con una stima del consorzio Ecolight relativa ai principali beni RAEE appartenenti alla categoria R4 (piccoli elettrodomestici). "Parliamo di una plastica invisibile, che non finisce nei nostri mari ma rischia comunque di inquinare il nostro futuro” spiega Giancarlo Dezio, direttore generale del consorzio Ecolight “Ogni caricabatterie non riciclato, ogni telecomando dimenticato in un cassetto, è un'occasione persa per l’ambiente e per l’economia circolare. Dobbiamo iniziare a pensare ai nostri dispositivi elettronici non più come semplici oggetti, ma come contenitori di risorse da restituire al pianeta".

Le soluzioni
La plastica che si nasconde nei nostri dispositivi può diventare una risorsa, ma solo se impariamo a gestirla correttamente. Il primo passo è riconoscere i RAEE: quando un apparecchio elettrico o elettronico smette di funzionare, non va buttato nell’indifferenziata, ma consegnato presso un centro di raccolta comunale o nei punti vendita dotati di ecoisole. Inoltre, è importante sfruttare il diritto al ritiro “uno contro uno” – che prevede la possibilità di restituire gratuitamente il vecchio prodotto al momento dell’acquisto di uno nuovo – e “uno contro zero”, per i piccoli elettrodomestici fino a 25 cm, anche senza obbligo di acquisto. Solo attraverso questi semplici accorgimenti possiamo evitare che plastica preziosa venga sprecata, e contribuire concretamente a una filiera più sostenibile.

Tommaso Tautonico
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