30/03/2020 - 09:02

La nuova via delle rinnovabili parte dalla Cina

Riceviamo e pubblichiamo, di Orazio Alario

fotovoltaico

L’impatto dell’attuale quanto moderno coronavirus, ha creato un’emergenza senza precedenti non soltanto nel settore sanitario ma altresì in quello economico. Se da un lato la divulgazione del drammatico contagio, in Cina, sembra essersi attenuata, dall’altro si iniziano a contare i danni subiti in termini economici considerato che la crescita dello stesso paese, si è dimezzata in maniera vorticosa portandosi ai minimi storici degli ultimi trent’anni

L’imprevedibile frenata dei settori di produzione e i repentini blocchi di fabbriche e di industrie per far fronte alla quarantena imposta alla popolazione, sono tra le cause ripercorribili senza contare che, attualmente, nazioni come Stati Uniti, il Regno Unito e i maggiori paesi europei quali Germania, Francia, Italia, Spagna stanno attraversando l’occhio del ciclone di questa pandemia. Pertanto, i risultati dell’impatto del Covid-19 sull’economia mondiale, e non solo su quella orientale, inizieranno a conoscersi nei prossimi mesi, certamente non preannunciando nulla di positivo. 

D’altro canto, come conseguenza, la Repubblica Popolare più grande del pianeta, ha iniziato immediatamente a rivalutare i propri protocolli ambientali, i quali sono legati con gli standard produttivi a cui nell’ultimo decennio sono stati investiti miliardi di dollari per fare fronte alle nuova sfide lanciate dalle rinnovabili. Se pur vero che la Cina stessa abbia la piena leadership sulle soluzioni alternative ai combustibili fossili, nell’anno appena trascorso gli investimenti nelle energie rinnovabili sono crollate e la stessa rimane il paese con le maggiori emissioni di CO2 del pianeta. 

Lo scenario adesso potrebbe cambiare, a dimostrarlo sono i numeri legati agli investimenti ed ai finanziamenti nell’energia green che, in Cina, fino al 2009 erano pari a 34,6 miliardi di dollari, al 2019 circa 88 mld di dollari, ma che adesso, proprio a partire dal 2020 potrebbero superare i 300 miliardi. Il piano cinese, prevedrà la realizzazione di impianti fotovoltaici talmente imponenti da superare capacità di produzione, nel paese, pari a 250 gigawatt. Anche nell’eolico offshore si prevedono ingenti investimenti considerando che le potenzialità di sfruttamento siano soltanto all’inizio; per non parlare del trattamento dei rifiuti, di cui la Repubblica Popolare Cinese, detiene già importanti record con portate che si attestano sulle 6 mila tonnellate al giorno. 

Da considerare, inoltre, che gli effetti del coronavirus abbiano portato oltre tutto, ad un crollo dell’inquinamento su scala globale, con drastiche riduzioni dei livelli di biossido di azoto e presenza di polveri sottili. La Cina, è senza dubbio la prima nazione ad interrogarsi se, inverosimilmente, gli elevati tassi di inquinamento atmosferico, abbiano agito da vettore primario alla diffusione incontrollabile del virus. Attualmente, l’inconfutabile prova scientifica non risulta comprovata se non da diversi studi effettuati da numerosi ricercatori tra cui alcuni di essi del nostro stesso paese. 

Gli investimenti messi in atto nei settori delle energie rinnovabili, sono quindi conseguenziali a quanto accaduto negli ultimi mesi, che portano con sé, tra gli effetti maggiormente negativi, l’assoluta dipendenza delle nazioni nella vecchia industria fossile, il cui fermo anche per un breve periodo, porterebbe ad una totale paralisi del sistema interno di ogni paese, incluso l’Italia. Non resta quindi che alla Cina, nonostante i poco trasparenti protocolli, il timone delle rinnovabili e che vedrebbe coinvolte tutte quelle nazioni che attualmente non risultano essere in grado di fornire soluzioni concrete sul fronte energetico. 

Ovviamente, il tornaconto personale dell’egemonia cinese porta una caratura molto elevata, sia perché porterebbe come risultato un grande potere sui mercati energetici globali, oltre ad una vittoria nei confronti degli Stati Uniti, con i quali ha silenziosamente consumato, negli ultimi anni, una guerra fredda dalle sfumature green. Colpevole, la stessa Cina, di avere giocato scorrettamente, secondo gli americani, nel mercato dell’energia sostenibile con prezzi a ribasso rispetto ai normali standard e che ha avuto come effetto di risposta l’aumento dei dazi a carico delle merci cinesi. Nei primi giorni di Gennaio, le due superpotenze sono riuscite a trovare una tregua dopo diversi anni ma la successiva comparsa di questa nuova epidemia, potrebbe adesso rimescolare le carte portando il paese della via della seta a diventare anche quello delle energie rinnovabili.

Mariangela Lomastro
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