27/07/2016 - 14:00

Inquinamento acustico: una piaga ambientale per l'Europa

Un report dell'Agenzia europea per l'ambiente fornisce i dati allarmanti relativi alla probelmatica dell'inquinamento acustico in Europa, facendo una mappatura delle potenziali zone tranquille nelle regioni rurali europee che potrebbero beneficiare a quelle più popolose.
L'inqunamento acustico costituisce una dei problemi ambientali più critici in Europa. Si stima che almeno un cittadino europeo su quattro sarebbe esposto a livelli di rumore da traffico stradale oltre i limiti, per un totale di oltre 125 milioni di persone. Circa il 18% della superficie europea può essere considerata non essere interessata da inquinamento acustico, ma il 33% risente maggiormente questa problematica.

L'inquinamento acustico provoca serie ripercussioni sulla salute umana: tra gli effetti dannosi agli esseri umani c'è il disturbo del sonno, che può a sua volta causare problemi più gravi come ipertensione o malattie cardiache. Ha anche effetti negativi sugli amimali i quali ricorrono alla comunicazione acustica per importanti aspetti della loro vita come ad esempio trovare cibo o individuare un compagno e l'inquinamento acustico può interferire con queste funzioni vitali.

Paesi tranquilli come la Finlandia, l'Islanda, la Norvegia e la Svezia dove la densità di popolazione è relativamente bassa non sono interessati da inquinamento acustico, come anche le zone alpine e la costa mediterranea. Ugualmente può dirsi dei siti protetti Natura 2000 in Europa, il 27% ha ampie zone tranquille, anche se un quinto dei siti protetti sono esposti a livelli elevati di rumore. Le zone interessate da alte percentuali di rumore sono quelle con alte densità di popolazione come Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi.
La Direttiva europea sul rumore ambientale 2002/49/EC si prefigge di ridurre questo inquinamento e mira a proteggere le aree tranquille rurali, affinchè queste possano rappresentare un'opportunità per il recupero psico-fisico di cittadini europei spesso altamente disturbati dal rumore. Ma le azioni intraprese sono insufficieti, c'è ancora molto da fare. Fra le proposte una normativa che limiti certe attività commerciali o ricreative nelle zone tranquille.
Marilisa Romagno
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