30/09/2016 - 01:50

Energia: nel I semestre 2016 prezzi kilowattora imprese -6%, si restringe forbice Italia/Ue

Nei primi sei mesi del 2016, il prezzo del kilowattora per le imprese italiane con consumi medio-bassi, tra 20 e 500 MWh annui, si è attestato a 17,7 centesimi di euro, rispetto ai 18,9 centesimi dello stesso periodo del 2015. Di conseguenza, la forbice tra il prezzo italiano e quello medio Ue si è ridotta in termini assoluti da 6,3 centesimi di euro dello scorso anno (+50%) a 5,5 centesimi (+45%). È quanto emerge dell'Analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell'ENEA che evidenzia inoltre un miglioramento dell'ISPRED (Indice di Sicurezza energetica, PRezzo dell'Energia e Decarbonizzazione).
Nei primi sei mesi del 2016 il prezzo del kilowattora per le imprese italiane con consumi medio-bassi, tra 20 e 500 MWh annui, è diminuito del 6%, attestandosi a 17,7 centesimi di euro[1], rispetto ai 18,9 centesimi dello stesso periodo del 2015.

Di conseguenza, la forbice tra il prezzo italiano e quello medio Ue si è ridotta in termini assoluti da 6,3 centesimi di euro dello scorso anno (+50%) a 5,5 centesimi (+45%).
È quanto emerge dell’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell’ENEA (disponibile sul portale dell’Agenzia) che evidenzia inoltre una diminuzione dei consumi totali di energia primaria (-1%) e delle emissioni di CO2 (-1,4%) e un prezzo del gas naturale ai minimi degli ultimi cinque anni (al di sotto dei 25€/MWh), in particolare per le imprese “energivore” con consumi annui sopra i 25 milioni di m3.

Dall’Analisi trimestrale emerge anche un miglioramento dell’Indice ISPRED, Indice di Sicurezza energetica, PRezzo dell’Energia e Decarbonizzazione, elaborato da ENEA per misurare insieme gli obiettivi di decarbonizzazione al 2020 e al 2030, i prezzi dell’energia e la sicurezza energetica nazionale.

Combinando le tre dimensioni del cosiddettotrilemma energetico sintetizzato dall’ISPRED, a metà 2016 complessivamente l’Italia presenta un grado di soddisfacimento del 64%, in aumento rispetto al 61% raggiunto lo scorso anno”, spiega Francesco Gracceva, dell’Unità Studi e Strategie ENEA, responsabile del gruppo di ricerca che ha curato l’analisi.

Nei primi sei mesi del 2016 i consumi di energia primaria risultano in leggera diminuzione (-1%), in parte attribuibile al minor consumo di gas per il riscaldamento a causa del clima mite.
È invece aumentato il ricorso al gas naturale sia per la generazione elettrica (+10%) che per la produzione industriale (+2,5%). Nel settore elettrico, la generazione da fonti rinnovabili non programmabili ha raggiunto un valore medio pari al 14% della domanda, sui livelli del massimo storico del primo semestre 2015.

Le emissioni di CO2 sono tornate a scendere nel semestre (-1,4%), in particolare quelle legate alla generazione elettrica (-6%), a causa del minor ricorso a combustibili solidi (-20%).
Le emissioni si sono ridotte anche nel settore civile (-2,6%), mentre crescono nei trasporti (+2,3%).

Nel primo trimestre del 2016 è anche diminuito l’import netto di greggio; in particolare sono diminuite le importazioni dalla Libia e dall’Arabia Saudita, mentre sono aumentate quelle dal resto dell’Africa e dal Medio Oriente.
Dopo la ripresa del 2015, sono leggermente peggiorati gli indicatori relativi alla raffinazione, con i margini nuovamente in flessione.

La domanda complessiva di gas naturale è aumentata dell’1,4%, restando comunque molto al di sotto dei massimi storici, così come la punta di domanda annuale (384 milioni di m3/giorno).
Si registra, infatti, un significativo aumento dell’import dall’Algeria e una crescita delle importazioni di gas naturale liquido pari a circa 1 milione di m3/giorno.
L’import dalla Russia resta vicino ai massimi registrati nel 2015, mentre è in calo quello da Nord Europa e Libia.

Disponibile il report completo

[1] (IVA e altre imposte recuperabili escluse)
Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile