10/11/2016 - 08:34

Elezioni Usa 2016: la vittoria di Trump e le sue conseguenze sull’ambiente. Frassoni (Verdi): siamo in pericolo

Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti. L'ambiente è in pericolo

Potenziamento delle fonti fossili, quindi del petrolio, con l’obiettivo finale dell’indipendenza energetica dell’America dal resto del Pianeta e smantellamento dell’Environmental Protection Agency (Epa) che si occupa della tutela dell’ambiente e dello sviluppo delle energie rinnovabili. Questo sono soltanto due degli obiettivi contenuti nella politica ambientale che verrà messa in campo dal nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. E non è tutto.
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Potenziamento delle fonti fossili, quindi del petrolio, con l’obiettivo finale dell’indipendenza energetica dell’America dal resto del Pianeta e smantellamento dell’Environmental Protection Agency (Epa) che si occupa della tutela dell’ambiente e dello sviluppo delle energie rinnovabili. Questo sono soltanto due degli obiettivi contenuti nella politica ambientale che verrà messa in campo dal nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. E non è tutto. A rendere ancora più cupo il nostro futuro e quello del Pianeta è l’idea più volte sostenuta da Trump che il cambiamento climatico globale sia solo una “truffa inventata dai cinesi”. La prima volta che il nuovo presidente degli Usa sostenne questa “discutibile” tesi fu nel 2012 affermando che il climaty change fosse un concetto creato dalla Cina per rendere l’industria manifatturiera americana meno competitiva a livello globale. Da allora è passato qualche anno ma l’idea di Trump è rimasta la stessa, purtroppo per il Pianeta.  

Viene dunque da sé la visione che Trump ha dell’energia e dell’approvvigionamento energetico del Paese più importante della terra: più volte in campagna elettorale ha fatto presente il suo obiettivo di proteggere l’aria e l’acqua pulita, così come quella di conservare al meglio habitat e risorse. Sì dunque ad una politica energetica che punti a ridurre le emissioni dannose nell’ambiente, ma Trump mira anche a ridurre il prezzo dell’energia e ad aumentare la produzione economica interna. Tutte le barriere alla produzione di energia responsabile saranno eliminate: promette per esempio di rescindere da tutte “le azioni esecutive distruggi lavoro di Obama”.

Il nuovo presidente degli Usa nel corso della campagna elettorale ha più volte ribadito la differenza di vedute con Hilary Clinton sul tema della regolazione anti-carbone, che ha guadagnato applausi tra gli ambientalisti ma “ha creato preoccupazione nei sindacati”. La visione sull’accordo di Parigi è invece sulla falsariga di altre uscite sul tema: accordo che danneggia gli Usa e che andrebbe rinegoziato. Uscirne invece non è facile, visto che è un accordo vincolante e gli Usa lo hanno ratificato.

Ma quali sono state le reazioni degli ambientalisti alla vittoria di Trump?Se Donald Trump perseguirà le priorità di politica estera e politica interna che ha annunciato durante la sua campagna, gli Stati Uniti e il mondo potrebbero trovarsi di fronte a una situazione veramente pericolosa per la coesione sociale del paese, l’economia, le politiche climatiche e perfino per la pace nel mondo. Perché ciò che succede negli Stati Uniti ha una valenza globale” ha detto Monica Frassoni, europarlamentare dei Verdi al Parlamento europeo. 

Per l’UE, l’imperativo oggi più che mai è uno solo, difficile, ma senza alternative: dobbiamo tornare ad essere un polo di stabilità  e di reale coesione, creando prospettive serie di uscita da una crisi economica infinita e da diseguaglianze intollerabili, combattendo senza esitazioni la buia fila di bugie, manipolazioni e false soluzioni che stanno spingendo l’Europa (e, da oggi, anche il Paese più forte e ricco del mondo) su un sentiero estremamente rischioso” ha continuato la Frassoni. 

Rosamaria Freda
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