29/05/2023 - 15:07

Clean beauty. Tra l'estetica e l'amore per l'ambiente

clean beauty

La clean beauty sta diventando la nuova frontiera della cosmetica, in Italia come nel mondo. Alte percentuali di richiesta per un consumo che va aumentando di anno in anno. Cos'è? Perchè è importante la transizione anche nell'industria cosmetica?

Clean beauty. Tra l'estetica e l'amore per l'ambiente

La vita di tutti i giorni è contornata da cosmetici. Non si intende, con questa parola, solo il make-up, ma anche shampoo, deodoranti, profumi, saponi e gli stessi accessori per l’igiene. Si parla di un’industria che nel 2022 ha fatturato 13,3 miliardi di euro e che nel 2023 potrebbe raggiungere e superare i 14 miliardi di euro con una crescita del 7,1% (statistiche del Centro Studi Cosmetica Italia, ndr). Sono elementi quasi essenziali della quotidianità e per questo motivo, in virtù della riflessione ambientale ci si è posti il problema di come renderli sostenibili.

Infatti, l’Agenda 2030 obbliga l’intero pianeta a fare i conti con le abitudini di vita, non solo pubblica e collettiva, ma anche privata. Se le aziende sono costrette, e al tempo stesso pronte, alla transizione ecologica, è anche vero che si sta cercando di cambiare la consapevolezza del consumatore.

Lo si sta facendo anche in ambito cosmetico. Come? Cercando di raggiungere gli obiettivi che l’Agenda 2030 ha fissato e cercando di salvare il pianeta, facendo un lavoro di rimodellamento della mente del consumatore. In quest’ambito, quello della cosmesi appunto, si sta puntando alla clean beauty, cosmetica sostenibile, sotto diversi punti di vista.

Cosmetica sostenibile: cos’è e qual è il suo scopo?

Per cosmesi sostenibile si intende l’attività di produzione di prodotti per l’igiene personale, la bellezza, il benessere e la cura dei capelli, del corpo e delle unghie, di profumeria che hanno un basso o nessun impatto ambientale.

Molte aziende nell’ultimo anno ha iniziato la transizione tramite la produzione e la vendita di prodotti ricaricabili, riutilizzabili, con imballaggi minimali o senza imballaggi. Si è cominciato con i profumi, con boccette classicamente in vetro, ma che danno la possibilità di ricaricarli. Si sono uniti anche i brand di prodotti make-up, skin care e hair care attraverso la produzione di palette in materiale riciclabile o riutilizzabile. Quindi palette con pack magnetico che permette il continuo riutilizzo una volta terminata la cialda di make-up.

Non è da sottolineare solo la scelta di un packaging innovativo, ma anche la sua texture in modo che possa essere il più sostenibile possibile. Infatti si sta iniziando a prediligere prodotti solidi, fluidi da poter utilizzare in flaconi di vetro che consentono il refill. Questa è una delle caratteristiche della cosmetica sostenibile. Infatti, è un’industria che prevede delle peculiarità ben precisa:

  • Filiera corta;
  • Prodotti a basso impatto;
  • Packaging a basso impatto o riutilizzabile;
  • Fair trade (commercio equo) con prezzi giusti e tutela del territorio;
  • Rispetto degli animali;
  • Ingredienti di origine biologica.

Lo scopo di quella che viene chiamata clean beauty, bellezza pulita, è quello di salvaguardare l’ambiente attraverso diversi passaggi:

  • Riducendo l’uso delle sostanze tossiche;
  • Limitando il consumo di energia e di risorse;
  • Promuovendo la biodiversità;
  • Proteggendo gli ecosistemi;
  • Creando prodotti che soddisfino le esigenze dei consumatori senza compromettere la salute dell’ambiente.

Riduzione dell’impiatto ambientale, prodotti sostenibili e biotecnologia nella cosmesi: l’ABC della clean beauty

Attualmente la produzione cosmetica emana circa dallo 0,5 all’1.5% di gas serra. Di questi il 40% dipende dal consumatore. Questo avviene tramite la produzione di microplastiche e l’immissione nell’ambiente di filtri solari, che interagiscono con gli ormoni umani, influenzandone crescita, sviluppo e comportamento.

Come si fa la transizione ecologica nell’industria della cosmetica? Il primo punto è quello di rifarsi alla biotecnologia, attraverso la filosofia dell’upcycling. Cioè alla produzione di molecole innovative e sicure attraverso processi altamente tecnologici. Queste molecole possono derivare da colture cellulari o da cellule staminali vegetali, che vanno a generare cellule specializzate della pianta da cui estrarre le sostanze attive con grado di purezza e qualità controllate.

La biotecnologia nella cosmetica permette di ridurre notevolmente le emissioni di gas ad effetto serra, l’impatto ambientale dei processi produttivi e il consumo di acqua, risorse ed energia. Per fare questo, si opera utilizzando gli scarti dell’industria agroalimentare, che annualmente produce circa 12 milioni di tonnellate di scarti, trasformando i sottoprodotti in concimi.

Questo permette la diminuzione di scarti inquinanti dei processi produttivi, ma anche il numero dei passaggi produttivi necessari. Meno scarti comportano meno emissioni di CO₂. Gli scarti maggiormente utilizzati sono la polvere di caffè, le bucce di mela, melograno o limone, la vinaccia dell’uva nera, la crusca di frumento tra le altre.

Questi scarti danno vita a prodotti sostenibili, essendo derivati da ingredienti naturali. Della categoria di prodotti sostenibili fanno parte anche i prodotti, come abbiamo detto, con imballaggi minimali o addirittura senza imballaggio, ricaricabili, certificati, vegan e cruelty free. A questi ultimi appartengono quei prodotti cosmetici che non contengono ingredienti o sostanze derivati da organismi animali o sottoprodotti di animali.

Attraverso la biotecnologia si andrà dunque a dare il via ad un processo produttivo in vitro o in silico, tramite formule matematiche al computer. Procedure che non prevedono, quindi, il test sugli animali.

I parametri e i requisiti per la valutazione della sostenibilità dei prodotti che utilizzano i vari brand sono indicati dal progetto del Dipartimento Ambiente e Salute (Istituto Superiore della Sanità, ndr) Life Vermeer attraverso i tool Toxeraser e Vermeer Cosmolife che permettono di valutare la tossicità di ogni sostanza contenuta nei prodotti cosmetici, suggerendone altre con la stessa funzione che sono contenute nella regolamentazione cosmetica CE.

Come capire se un prodotto è sostenibile

È possibile capire se un prodotto è sostenibile attraverso le etichette che nel 2023 saranno obbligatorie. Su di esse sono trascritti tutti gli ingredienti e la loro percentuale di cui è composto un cosmetico.

Oltre a questo, importante è trovare le certificazioni cruelty-free, quelle con marchio Ecocert, Cosmos, Natrue, Vegan.

Clean Beauty, opzione per il futuro

Dati alla mano la cosmetica sostenibile sembra essere un’opzione in costante crescita. Secondo i dati rilevati dal Centro Studi di Cosmetica Italia, a marzo 2023 in seguito al 54° Cosmoprof di Bologna, la cosmetica a connotazione naturale e sostenibile ha avuto un consumo del 25% (circa 11 milion e mezzo di euro, ndr) del mercato cosmetico totale.

Rispetto al 2021, nel 2022 la vendita, e dunque l’utilizzo di cosmetici sostenibili è salita del 9%. In dettaglio si parla di un aumento del 4,8% di cosmetici a connotazione naturale o biologica, del 12,3% di quelli a connotazione sostenibile e dell’11% di cosmetici naturali e sostenibili.

Dunque una vera e propria sterzata da parte del consumatore che sta cercando di unire salute ambientale e propria alla cura e alla bellezza della persona.

Cristina Mariano
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