01/01/2013 - 01:00

Ambiente: la rivoluzione di Open Source Ecology

Open Source Ecology è una rete di agricoltori, ingegneri e sostenitori che ha come scopo la creazione di una comunità autosufficiente ed eco-sostenibile. Dal fabbisogno alimentare alla costruzione di trattori e stampanti 3D, tutto è progettato per essere fatto da sé. E' il Global Village Construction Set, dove le parole d'ordine sono condivisione delle informazioni, rispetto per l'ambiente e risparmio dei costi.
Marcin Jakubowski, giovane fisico polacco da anni residente negli Stati Uniti, ha dal 2003 avviato l'Open Source Ecology (OSE), una rete di fattorie, agricoltori, tecnici, ingegneri e semplici sostenitori che si pone come obiettivo la creazione di comunità autosufficienti, eco-sostenibili ed a basso costo; senza per questo rinunciare alle comodità della nostra società contemporanea. Una possibile via da intraprendere per una decrescita consapevole.

Scopo del progetto è quello di creare comunità che possano soddisfare da sé i bisogni necessari al proprio sostentamento; si comincia con lo studio e l'applicazione di tecniche agricole innovative come la permacultura, si cercano biocombustili e si producono bioplastiche, giungendo finanche alla fabbricazione dei mattoni per la costruzione delle abitazioni, per non parlare dei ritrovati per il trasporto di materiali (minicar e camion) e per la lavorazione del terreno agricolo (trattori e pale meccaniche). Sviluppando soluzioni ai vari bisogni fondamentali per la vita di una comunità si vuole giungere entro il 2012 (e con 2,4 milioni di dollari, circa 2 milioni di euro) a creare un vero e proprio "pacchetto" di strumenti e risorse pronti all'uso e ricavabili da sé (DIY= "do it yourself").

È così nato il Global Village Construction Set (GVCS), una piattaforma da cui partire per creare quaranta/cinquanta macchine industriali ritenute utili o indispensabili per una comunità, con alcuni requisiti innovativi:
  •  i progetti di costruzione seguono la filosofia Open Source, ovvero sono resi pubblici, modificabili e replicabili (è l'Open Hardware)
  • si utilizzano materiali a basso costo (si è calcolato che una macchina industriale di questo tipo costa otto volte meno di una sua equivalente sul mercato)
  • si persegue una logica modulare nella progettazione (un motore, ad esempio, è predisposto per essere assemblato su diverse macchine)
Di queste cinquanta macchine industriali, finora ne hanno visto la luce otto, tra cui un trattore multifunzione che può essere adoperato in varie attività (sbriciola il terreno, taglia l'erba, etc.). Lo "stile-Lego" del Global Village Construction Set lo predispone per un facile utilizzo, anche laddove siano scarse le risorse disponibili o latenti le competenze necessarie: l'uso dei moduli è infatti semplice e di facile apprendimento (oltre che tutto documentato, grazie ai progetti liberamente consultabili). Inoltre, il reperimento delle risorse e delle competenze necessarie in loco dà non solo un beneficio economico e di sostenibilità ambientale, ma innesca un circolo virtuoso di accrescimento del territorio, potenziando le abilità degli individui residenti.

Al momento il team di sviluppo, capeggiato da Jakubowski, sperimenta il progetto nelle campagne del Missouri, ma si auspica che una volta portato a termine possa essere sfruttato nelle aeree del Pianeta dove la reperibilità delle risorse è più difficoltosa.



Link di interesse:
• Valore economico dei materiali prodotti in loco: http://transitionculture.org/2010/03/15/the-economic-potential-of-local-building-materials/
• Sito dell'OSE: http://openfarmtech.org/wiki/Main_Page
• Sito del GVCS: http://opensourceecology.org/about.php
• Permacultura: http://it.wikipedia.org/wiki/Permacultura

(autore: Eugenio Minucci)
Riccardo Bandello
Editore