20/06/2017 - 18:07

“Utili all’Italia”: acqua, ambiente e energia nel Primo Censimento che disegna città del futuro

Economia circolare, responsabilità sociale, innovazione, efficienza energetica e sviluppo: 274 progetti da 134 aziende di servizi pubblici che migliorano vita al Paese.
ambiente, energia
“L’economia circolare e l’uso efficiente delle risorse rappresentano il processo economico del futuro. Le imprese e le utility devono prepararsi a questa sfida. Oggi già abbiamo esempi di tecnologie e innovazione all’avanguardia di cui l’Italia può andar fiera: molte delle nostre imprese sono pronte a esportare a testa alta questo ‘know how’ su nuovi mercati”. Così il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti intervenendo alla presentazione di “Utili all’Italia”, la banca dati che contiene i risultati del Primo censimento delle migliori pratiche nei Servizi Pubblici realizzato da Utilitalia, la federazione che riunisce 500 imprese italiane dei servizi idrici, energetici e ambientali. Tute per astronauti che sfruttano la capacità dell’acqua di assorbire le radiazioni, buoni spesa consegnati ai cittadini in cambio di rifiuti, mappature satellitari delle perdite degli acquedotti e sofisticati sistemi di trattamento dei fanghi di depurazione che trasformano gli scarichi dei nostri bagni in combustibile per le auto. Queste alcune delle esperienze descritte dai 274 progetti raccolti dalle 134 aziende che hanno partecipato al censimento. Un database gratuito, ‘aperto e consultabile’, che da oggi è on-line sul sito Utilitalia e aggiornato costantemente; destinato a diventare un punto di riferimento per le amministrazioni locali, per la politica e per gli esperti di acqua energia e rifiuti chiamati a fare scelte e progetti per lo sviluppo del territorio.

“Utili all’Italia”
non è una classifica, ma una mappa dei migliori pratiche realizzate negli ultimi tre anni dalle aziende più vicine ai cittadini: progetti potenzialmente replicabili in altre parti del territorio, colmando differenze spesso esistenti tra aree diverse. “L’impegno del nostro Paese nel mantenere vivo l’accordo di Parigi ci spinge a diffondere, soprattutto nel tessuto delle medie e piccole imprese, i principi legati all’economia circolare – osserva Galletti - per questo la sostenibilità deve diventare il punto chiave delle strategie aziendali. Quando parlo di ambiente, oggi, non parlo più soltanto del mio ministero ma coinvolgo un insieme di questioni, che vanno dall’economia allo sviluppo alle infrastrutture. E per esempio con la nuova Strategia energetica nazionale (Sen) mi trovo a pianificare il Piano Industriale del Paese per i prossimi 20 anni”. Le best practice di ‘Utili all’Italia’ dimostrano come responsabilità sociale e ambientale (90 progetti), innovazione tecnologica (83), efficienza energetica (52) e processi di sviluppo aziendale (49) stiano cambiando in meglio servizi che sono alla base della qualità della vita di ogni cittadino.
 “Con il censimento - spiega il presidente di Utilitalia, Giovanni Valotti - le aziende mettono a disposizione uno spaccato tangibile del concetto di economia circolare, una testimonianza di azioni concrete di sviluppo sostenibile, oltre che un simbolo dell’evoluzione dei servizi verso i cittadini. Soprattutto, è un punto di partenza per disegnare, insieme alle amministrazioni locali, le città del futuro. Dal punto di vista ambientale, tanto per i rifiuti che per il settore idrico la parola d’ordine è quella della valorizzazione. Che si tratti di rifiuti urbani o di fanghi di depurazione, le aziende hanno fatto proprio il concetto di economia circolare; un enorme senso di responsabilità per la tutela dell’ambiente e delle risorse naturali, per la salute e in generale per la qualità della vita dei cittadini”.  

 All’interno del censimento la parte dedicata alla responsabilità sociale e ambientale conta il maggior numero di progetti. Tra questi: rating legalità (una spinta etica e ‘bollino’ di trasparenza anche per l’accesso al credito), fondo per utenze disagiate per le famiglie in difficoltà con le bollette, Banco dell’energia contro il rischio povertà. E ancora, un impianto di depurazione che restituisce all’ambiente 150 milioni di metri cubi di acqua per riuso irriguo o l’applicazione di tecnologie “smart grid” su una porzione di rete di distribuzione di energia elettrica. Dalle buone pratiche relative all’innovazione tecnologica emerge l’impegno delle aziende sul tema della digitalizzazione e del miglioramento dei servizi ai cittadini: sistemi di geolocalizzazione degli interventi, telecontrollo delle reti, gestione delle risorse e reportistica avanzata, tecnologie satellitari per la ricerca di perdite idriche dalle condotte, mappatura delle reti sotterranee, fino all’utilizzo delle fognature per il passaggio della fibra ottica, sistemi di tracciabilità dei rifiuti, interramento dei cassonetti e  valorizzazione dei fanghi di depurazione.
Per quanto riguarda i processi di sviluppo aziendale, emergono buone pratiche legate alla sicurezza sul lavoro, al work force management con la digitalizzazione spinta della regolazione del lavoro quotidiano e all’economia circolare in tutte le sue possibili declinazioni: riduzione dei rifiuti, raccolta differenziata spinta, valorizzazione dei materiali di scarto e trasformazione dei depuratori o degli impianti di trattamento rifiuti, in centri di produzione di biocarburanti. Anche l’efficienza energetica porta con se’ esempi importanti. Dal censimento emergono numerosi investimenti per il ciclo idrico e per gli impianti di trattamento dei rifiuti, la generazione di energia da fotovoltaico o lo sfruttamento di mini-salti idrici per produrre l’idroelettrico; e ancora l’inserimento di turbine negli acquedotti, il teleriscaldamento e progetti per favorire la mobilità sostenibile elettrica e da biocarburanti.




Marilisa Romagno
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