01/01/2013 - 01:00

Marea nera un anno dopo

Un anno fa, il 20 aprile 2010, la marea nera causata da un'esplosione nella Deep Water Horizon invadeva il Golfo del Messico. Ma quali sono realmente i danni causati all'ambiente e quali le attuali condizioni di quest'area cosi' gravemente colpita?
 
Il Center for Biological Diversity ha redatto un dettagliato rapporto per quantificarne i danni, senza indorare la pillola, al contrario di quanto fatto da BP e dalle altre istituzioni coinvolte.
Delle oltre 500mila tonnellate di petrolio sversate in mare solo il 25% è stato recuperato
Senza contare i quasi 4 milioni di litri di sostanze tossiche riversate in mare con la speranza di disperdere il petrolio ma con l'unico effetto di aver sbriciolato le particelle di petrolio rendendo così più facile il suo ingresso nella catena alimentare.
Dal punto di vista dei danni arrecati all'ambiente, a un anno di distanza non si è ancora in grado di averne una stima precisa.
L'unica certezza è che le valutazioni ufficiali rappresentano solo una minima parte dell'effettivo numero di animali o persone coinvolte nell'incidente. 
Basandosi su dati scientifici provenienti da diverse fonti, il Center for Biological Diversity stima che circa 82mila uccelli appartenenti a 102 specie diverse, circa 6.165 tartarughe marine e oltre 25.900 mammiferi marini, compresi delfini, balene e capodogli, sono stati feriti o uccisi in seguito allo sversamento.
 
La fuoriuscita di petrolio ha danneggiato anche moltissime specie di pesci, incluso il tonno pinna blu e il delicato habitat della più piccola specie di cavalluccio marino presente in quest'area, oltre a un numero imprecisato ma purtroppo credibilmente catastrofico di ostrichegranchicoralli e altre creature marine.
Il petrolio ha poi inquinato oltre duemila chilometri di costespiagge e paludi, provocando ingenti danni anche alla flora e alla fauna terrestre.
 
E purtroppo queste stime sono destinate a crescere visto che il petrolio ancora presente nel Golfo del Messico continuerà a inquinarlo per generazioni.
Ulteriori informazioni per meglio capire quanto realmente avvenuto sono disponibili anche nel nuovo sito lanciato da Greenpeace in cui sono state pubblicate oltre 30.000 pagine di documenti inediti sul disastro della Deep Water Horizon.
 
 
Lisa Zillio
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