01/01/2013 - 01:00

Maltempo: danni al territorio, devastato anche il Sud

La Cia rilancia l'urgenza di una vera politica di salvaguardia. Dal 1950 a oggi spesi più di 200 miliardi di euro per riparare ai danni causati dalle calamità naturali: sarebbe bastato destinare il 20 per cento di questa cifra a opere di manutenzione per limitare disastrose conseguenze. Ora garantire alle imprese agricole la fondamentale azione di conservazione del suolo, soprattutto nelle aree marginali di collina e di montagna.
L'emergenza maltempo torna a flagellare l'Italia, colpendo questa volta il Sud. Ma se è vero che i fenomeni meteorologici di questi giorni sono eccezionalmente intensi, è fuori ogni dubbio che la situazione è ancora una volta notevolmente aggravata dall'alta criticità idrogeologica del Paese, che interessa due comuni su tre. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, esprimendo cordoglio per le vittime della frana di Saponara e solidarietà a tutta la popolazione del Messinese e del Catanzarese coinvolta nell'alluvione. Poco si è fatto in questi anni per tutelare il territorio ed evitare l'abbandono da parte degli agricoltori, la cui opera di presidio e di manutenzione in certe zone è fondamentale. Negli ultimi quarant'anni -spiega la Cia- quasi il 30 per cento delle campagne è stato abbandonato o coperto dal cemento. Solo nell'ultimo decennio l'agricoltura ha perso una superficie di terra coltivabile di oltre 19 mila kmq. Senza contare che dal 1950 a oggi si sono spesi più di 200 miliardi di euro per riparare ai danni causati dalle calamità naturali: sarebbe bastato destinare il 20 per cento di questa cifra a opere di manutenzione del territorio per limitare le disastrose conseguenze e soprattutto le perdite umane. Non solo.

Sono circa un milione gli immobili abusivi, spesso costruiti non a norma e, quindi, a grave rischio in presenza di una calamità naturale. Quello che sta avvenendo di nuovo in questi giorni in Sicilia e Calabria -osserva la Cia- ripropone con forza le tematiche legate all'assetto idrogeologico e alla sicurezza delle persone e delle attività produttive. Per evitare il ripetersi di tragedie serve una rinnovata attenzione. Occorre una politica con la quale puntare a una vera salvaguardia del territorio con risorse adeguate. Una politica che garantisca il presidio da parte dell'agricoltore, la cui attività è necessaria soprattutto nelle zone marginali. Bisogna varare interventi concreti per mettere in sicurezza interi paesi minacciati da frane e da smottamenti. Il problema della tutela del territorio e dell'ambiente non può più essere trascurato. Per questo, accanto agli interventi legati all'emergenza -conclude la Cia- è assolutamente indispensabile un'azione coordinata, programmata e condivisa del Governo e delle Regioni volta all'attività di prevenzione dei disastri naturali. Bisogna superare atteggiamenti passivi o superficiali, adottando strategie dinamiche di progetto e di iniziativa, attraverso gli strumenti ordinari della programmazione: progettare in sicurezza per assicurare un territorio tutelato e al tempo stesso produttivo.
Tommaso Tautonico
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