01/01/2013 - 01:00

Il WWF lancia "Sos plastica"

La plastica costituisce circa il 70-80% dei rifiuti marini macroscopici in mare aperto e sulle coste la situazione è ancora peggiore: i sacchetti di plastica rappresentano la quarta tipologia di rifiuti più frequenti, dopo le bottiglie di plastica, le sigarette e i mozziconi.
Il gioco delle correnti può concentrare questi ammassi inquinanti in diverse aree del Mediterraneo, come è accaduto già negli Oceani e costituire pericolo non solo per cetacei, tartarughe marine , ma anche per la catena alimentare dato che la plastica, ridotta in minuscoli frammenti, viene metabolizzata dalle varie specie marine fino a quelle che finiscono nelle nostre tavole. Per conoscere la reale situazione e effettuare la prima mappatura dello stato dell'inquinamento da plastica in mare aperto e lungo le coste il WWF ha lanciato per questa estate un SOS Plastica con l'aiuto del GRUPPO multimediale Yacht&Sail. Un "avviso ai naviganti" un po' speciale rivolto ai diportisti pronti a salpare quest'estate per attraversare il Mediterraneo: la richiesta è di segnalare su una MAPPA interattiva le grandi quantità di rifiuti di plastica che incontreranno lungo la propria rotta. Sulla scheda di segnalazione attivata sul sito http://mediterraneo.wwf.it sono richiesti un punto nave dell'inquinamento riscontrato, una breve descrizione, foto o video. La Campagna durerà tutta l'estate e a ottobre si farà una prima valutazione di quanto il Mare Nostrum sia ancora libero dalla plastica o abbia bisogno di intervento.

La Campagna viene lanciata contemporaneamente da Yacht & Sail - il sistema nautico di RCS MediaGroup - sul sito www.yachtandsail.it, sul canale Sky 430 e nel numero di agosto del magazine. "Nell'iniziativa "Mediterraneo doc", lanciata proprio in questi giorni, abbiamo identificato uno dei problemi che affliggono il Mare nostrum, ovvero, l'inquinamento legato alla plastica - ha dichiarato Adriano Paolella, direttore generale del WWF Italia - tra Italia, Spagna e Francia galleggiano 500mila tonnellate di plastica con concentrazioni superiori a quelle presenti nell'Oceano Atlantico e nel Pacifico. Un Mediterraneo di qualità non può sopportare questo problema che si somma certo ad altri ben noti, ma ha un'urgenza di grande coinvolgimento e attivazione. Per questo siamo lieti di promuovere un'iniziativa in cui persone che frequentano assiduamente il mare, come i lettori di Yacht&Sail, possano diventare parte attiva della sua salvaguardia, dimostrando con una partecipazione concreta il proprio interesse per la salute del mare nostrum".

Sono almeno 267 le specie nei cui stomaci si trovano pezzi più o meno grandi di plastica, tra cui tartarughe marine. Uno studio ha rivelato che l'80% delle tartarughe rilevate in Mediterraneo occidentale presentava rifiuti nello stomaco. Uno studio recente afferma che in Mar Adriatico una tartaruga Caretta caretta su 3 ospita nel proprio stomaco non i soliti resti di molluschi, granchi o pesce, ma sacchetti della spesa, imballaggi, cordini, polistirolo espanso, filo per la pesca. Anche uccelli marini (il 44% di tutte le specie marine) e mammiferi marini (43%) sono colpiti: in particolare gli odontoceti (delfini, capodogli, orche). Nello stomaco dei 7 esemplari di capodogli spiaggiati a Manfredonia nel dicembre 2009 è stato rinvenuto fino a 1 chilo di sacchetti di plastica. L'inquinamento invisibile: Secondo una Campagna ancora in atto - spedizione M.E.D. ("Méditerranée en ranger") che durerà fino al 2013 lungo i litorali di Francia Spagna e Nord-Italia - esistono 250 miliardi di micro particelle di plastica, per complessive 500 tonnellate. Un ammasso di coriandoli altamente tossico che finisce nel plancton e dunque contamina tutta la catena alimentare con gravi rischi anche per la salute umana.

Il Mediterraneo, con i due milioni e 500.000 mila chilometri quadrati di superficie ed un perimetro di coste di 22 mila chilometri, una profondità massima di poco più di 5mila metri, ospita una delle varietà di specie più alta del pianeta: 17.000 tra animali e vegetali. Un prezioso Hot spot di biodiversità che tutto il mondo ci invidia e ogni anno vede 220 milioni di turisti concentrati in uno spazio che rappresenta appena l'1% dei mari del mondo. La qualità del Mediterraneo dipende da molti fattori: pesca sostenibile, relitti senza veleni, aree protette che funzionino, coste libere da cemento abusivo, fondali vitali e liberi da trivellazioni, turisti responsabili, biodiversità in espansione, navi dotate di strumentazioni che possono ridurre il rischio di collisione con i cetacei e un popolo di mare 'responsabile e attento dove ognuno fa' la propria parte. Il WWF ha lanciato l'iniziativa Mediterraneo DOC ed un Manifesto per la qualità del Mare Nostrum. www.mediterraneo.wwf.it
Tommaso Tautonico
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