17/09/2021 - 16:38

Global Youth Letter: necessario includere i giovani nelle politiche di contrasto al cambiamento climatico

I giovani di tutto il mondo sono unanimi nel considerare il cambiamento climatico come la più grande minaccia per il pianeta, ma molti hanno difficoltà a essere coinvolti in significative azioni di contrasto del fenomeno e a far sentire la propria voce. Queste sono le indicazioni che emergono da un rapporto pubblicato dal British Council il 9 settembre.

giovani e cambiamenti climatici

Il Global Youth Letter Report ha sondato le opinioni, tra cui Brasile, Kenya, India, Italia e Regno Unito per raccogliere il loro punto di vista sul cambiamento climatico. Ne è risultata una risposta forte e unanime. La ricerca fa parte del programma Climate Connection del British Council, che mira a riunire i giovani di tutto il mondo per affrontare le sfide connesse al cambiamento climatico. Il 25% del campione che ha partecipato al sondaggio proviene da aree rurali, che spesso presentano problemi di accessibilità, mentre il 75% proviene da aree urbane. Il 55% del campione era di sesso femminile. Il sondaggio ha inoltre coinvolto gruppi spesso trascurati quali persone con disabilità e persone appartenenti a minoranze o comunità indigene. IL 67% dei giovani ritiene che le persone con responsabilità di governo dei loro Paesi non siamo in grado di affrontare il cambiamento climatico da sole. Hanno inoltre espresso preoccupazione per il fatto che le voci delle donne e degli esponenti di minoranze non fossero rappresentate nelle politiche di contrasto al cambiamento climatico.

Il sondaggio ha rivelato una diffusa richiesta a coinvolgere i giovani nelle decisioni riguardanti le politiche ambientali. I giovani ritengono che il loro coinvolgimento porterebbe idee innovative nell’affrontare il cambiamento climatico, oltre a effetti più estesi ed efficaci. I risultati del sondaggio hanno evidenziato la chiara necessità per i legislatori di incanalare la passione e l’entusiasmo dei giovani verso azioni più pratiche e meglio strutturate. Infatti, sebbene i giovani siano pronti ed entusiasti di portare contributi significativi, molti non hanno l’opportunità di farlo. Il 75% dei giovani ha indicato di avere le competenze per gestire le problematiche legate al clima nelle loro comunità e il 63% ha affermato di essere a conoscenza della UN Climate Change Conference of the Parties (COP26). Tuttavia, il 69% del campione ha dichiarato di non avere mai partecipato ad azioni di contrasto del cambiamento climatico.

Alcune delle barriere alla partecipazione dei giovani ad azioni legate la contrasto del cambiamento climatico comprendono accesso limitato alle tecnologie digitali, culture sociali basate sulla gerarchia che escludono i giovani, e la mancanza di accesso all’apprendimento e allo sviluppo di competenze. Il rapporto ha inoltre evidenziato il ruolo e il potenziale dei canali digitali come strumento che consentirebbe ai giovani di affrontare il cambiamento climatico, riconoscendo tuttavia che il “digital divide” che vede alcune persone escluse dall’accesso a Internet debba essere tenuto in considerazione. I giovani hanno unanimemente indicato nei social media un’importante piattaforma per condividere messaggi sul cambiamento climatico con i loro coetanei, contrastando la disinformazione e influenzando le persone a loro vicine. Per i giovani che vivono in aree remote senza accesso a Internet, la televisione e la radio possono fornire informazioni sul cambiamento climatico.

I risultati del report sono stati utilizzati per scrivere una lettera da parte dei giovani del mondo (Global Youth Letter), un piano d’azione che evidenzia le aspirazioni e le raccomandazioni dei giovani in materia di cambiamento climatico. La lettera è rivolta direttamente ai legislatori e ai leader mondiali che saranno presenti alla UN Climate Change Conference of the Parties (COP26) il prossimo novembre. I giovani sono incoraggiati a sottoscrivere la lettera e a impegnarsi ad affrontare il cambiamento climatico, aggiungendo le loro raccomandazioni perché possano essere prese in considerazione. La lettera può essere firmata qui: www.britishcouncil.org/climate-connection/get-involved/global-youth-letter 

La Global Youth Letter è stata presentata in un evento virtuale e le indicazioni che ne emergono saranno discusse con i legislatori durante COP26 e nei giorni precedenti. I giovani in Italia hanno evidenziato che le principali problematiche legate alla loro partecipazione in azioni sul cambiamento climatico sono un’azione di formazione limitata, se non assente, da parte degli istituti di istruzione nel creare consapevolezza, unita al ruolo dei media che, secondo i risultati del sondaggio, potrebbe essere più incisivo nel fare informazione. In sintesi, il messaggio dei giovani ai leader politici è questo: “Le nostre vite sono influenzate dal cambiamento climatico e, come gruppo, siamo pronti ad agire ma chiediamo anche più azione dai nostri leader. Chiediamo un migliore flusso di informazioni sul cambiamento climatico, in modo da poter lottare attivamente contro le sfide ambientali e fare scelte di vita più rispettose dell'ambiente, sia individualmente, sia collettivamente”.

Rachel Launay, Country Director per l’Italia del British Council, ha commentato: “L’emergenza climatica è la più grave crisi che il nostro pianeta si trova ad affrontare, quindi non è sorprendente che il sondaggio promosso dal British Council lo indichi come massima priorità per i giovani di tutto il mondo. Sono orgogliosa dei giovani italiani che hanno firmato la nostra Global Youth Letter, chiedendo ai leader mondiali di agire con urgenza. Mi auguro che sia un messaggio forte sull’importanza di includere la voce dei giovani nella conversazione in atto sul cambiamento climatico”.

Kate Ewart-Biggs, Chief Executive del British Council, ha dichiarato: “Il nostro report rivela il potenziale dei giovani di tutto il mondo nel contribuire all’azione per contrastare il cambiamento climatico. I giovani di oggi sono i leader e gli influenzatori di domani ed è essenziale che diamo loro l’opportunità di farsi sentire dai leader politici, coinvolgendoli nelle decisioni legislative che impatteranno sul loro futuro. Con la campagna Climate Connection del British Council prendiamo spunto dalle nostre competenze nell’insegnamento, nell’arte, nello scambio culturale e nella diffusione della lingua inglese per aiutare i giovani a trovare soluzioni innovative alla più gande emergenza globale che ci troviamo ad affrontare”.

Il Regno Unito ospiterà il COP26 a Glasgow dal 1 al 12 novembre. Il British Council sostiene l’ambizione del governo britannico affinché il COP26 sia il più inclusivo possibile, utilizzando la propria rete globale per ispirare milioni di persone in tutto il mondo ad agire contro il cambiamento climatico.

Tommaso Tautonico
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