01/01/2013 - 01:00

Di baratti e di osterie

Succede a Firenze: anziché pagare in denaro, in un ristorante di prossima apertura si potrà saldare proponendo uno scambio di beni. Il nome la dice già lunga sul suo conto: 'L'è maiala', che nel dialetto della terra che gli farà da cornice - quella fiorentina - significa letteralmente 'è dura'.
E va da sé anche il riferimento ai tempi ingrati che corrono, portatori com'è noto di una difficoltà sempre più comune nell'arrivare economicamente incolumi alla famigerata fine del mese, traguardo dolente per antonomasia di questa crisi che, quantomeno al momento, sembra proprio non volerne sapere di arretrare.

Ad essere tenuta a battesimo, per inciso, sarà un'osteria. Sulla bontà o meno delle pietanze e dei vini che saranno serviti in tavola, considerato che aprirà i suoi battenti in via Poliziano 7 solo alla fine di questo mese, non ci si può ancora sbilanciare, ma una cosa è certa: la sua specialità, prima ancora che sulla carta del menu, va cercata nelle faccende di cassa. Sì perché 'L'è maiala', all'occorrenza, non si propone di accettare solo denaro come pagamento per gustare le sue ricette, ma volendo anche frutta, verdura e oggettistica di seconda mano, tenendo un occhio di riguardo in primis a quella del territorio.

Occhio, però, a non confonderla con una rigatteria tout court. Giusto a questo proposito la titolare, Donella Faggioli, specifica dalle pagine del Corriere Fiorentino: '(...) noi, per venire incontro a chi in tempi di ristrettezze non vuole comunque rinunciare a qualche cena fuori, combattiamo offrendo la possibilità di pagare in beni reali anziché con i soldi. Si potranno barattare i prodotti della terra, ma anche pezzi d'antiquariato, opere di modernariato, cose concrete insomma, e possibilmente legate alla tradizioni e ai costumi toscani: non vogliamo certo diventare un incrocio tra un'osteria e un robivecchi'.

Via libera al baratto dunque, senza dimenticare di trattare a dovere facendo la propria proposta al momento della prenotazione (tel. 345.109.3498) e sottoporla, rigorosamente prima di mettersi a tavola, al benestare dell'oste, che a ragion veduta e merce valutata si riserverà di accettare o meno lo scambio messo - è proprio il caso di dirlo - sul piatto.

Da Stranomondo, l'agenzia di comunicazione che si cela dietro al progetto, fanno infatti sapere: 'La fase più divertente da vivere a tavola con noi sarà proprio quella di assistere a veri e propri momenti di 'mercanteggio' pre e post-pasto, come avveniva un tempo nelle vecchie botteghe fiorentine. Inoltre, come sapete, amiamo i contrasti e per questo l'ambiente sarà originale, chichettoso e chiacchierone, così come è il nostro DNA.'

Se l'idea dei ristoratori de 'L'è maiala' può dirsi decisamente pioniera oltre che (finora) unica in Italia, fuori dai nostri confini c'è chi ci aveva già pensato tempo addietro: a Chicago il Fireside, locale che si appoggia a due fra le maggiori piattaforme leader del baratto organizzato statunitense, ovvero Itex e International Monetary System, riserva abitualmente il 10% dei suoi tavoli a pagamenti alternativi alla moneta, non disdegnando per esempio una mano a lavare i piatti in cucina o l'offerta di provvedere a riparare qualcosa di rotto. Narra la leggenda che il proprietario, tale Richard Whon, con questo escamotage si sia procurato, di scambio in scambio, un bottino di tutto rispetto: tavolini nuovi, stoviglie, una macchina per fare il gelato e una settimana di soggiorno in Messico, destinazione Cancun.

Avventore avvisato, pranzo barattato.
Manuela Bianchi
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