16/06/2023 - 11:41

1 anno di Foresta Italia: piantati 60 mila alberi in 17 regioni italiane, coinvolte 30 aziende

La campagna Foresta Italia promossa da Rete Clima, Coldiretti e PEFC, nel suo primo anno di attività ha interessato 17 regioni italiane con progetti di forestazione e riforestazione. Piantati 60.000 alberi 100% da filiera italiana, con certificato di provenienza e passaporto fitosanitario, coltivati nei vivai locali con una rigorosa pianificazione della produzione vegetale. 30 le aziende che hanno deciso di sostenere la campagna e declinare in maniera concreta i propri obiettivi di politica ambientale. Nell’ambito della campagna nasce ForestLab, il laboratorio di Rete Clima che coinvolgerà anche Università e Centri di ricerca nazionali con l’obiettivo di sperimentare nuovi modelli gestionali per le foreste urbane ed extraurbane.

Foresta Italia

Realizzare progetti forestali nazionali quali vere e proprie NBS (Nature Based Solutions), con lo scopo di aumentare la naturalità dei territori e le connessioni ecologiche locali, migliorando la qualità della vita dei cittadini e contribuendo a contrastare il riscaldamento climatico. Da questo presupposto nasce Foresta Italia, la campagna di forestazione e riforestazione nazionale promossa da Rete Clima, Coldiretti e PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes) che si pone come ponte tra soggetti diversi e tra loro complementari, allo scopo di creare relazioni e sinergie per la promozione del capitale naturale italiano, dei boschi e delle foreste nazionali e della biodiversità su scala locale. Nel suo primo anno di attività Foresta Italia ha raggiunto dei risultati importanti: l’iniziativa ha interessato 17 regioni italiane e 42 siti urbani ed extraurbani nei quali sono stati piantati circa 60.000 alberi 100% da filiera italiana, con certificato di provenienza e passaporto fitosanitario.

I risultati sono stati illustrati nel corso dell’appuntamento “Foresta Italia: l’impegno delle Aziende per un’Italia più verde e sostenibile" tenutosi a Palazzo Rospigliosi, a Roma, alla presenza dei vertici di Rete Clima, della Coldiretti, dei Carabinieri Forestali, del Masaf, di Roma Capitale e dei rappresentanti delle numerose aziende che hanno sostenuto le varie progettualità della campagna.

“Siamo molto orgogliosi dei risultati che la campagna Foresta Italia ha raggiunto nel suo primo anno di vita. Un segnale forte di sinergia tra pubblico e privato per la promozione del capitale naturale italiano e la biodiversità su scala locale. Interagiamo con le Pubbliche Amministrazioni e con le imprese per portare avanti un modello di sviluppo sostenibile e coerente con gli obiettivi di contrasto al surriscaldamento globale. I nostri partner, sposando i nostri progetti, fanno una vera e propria scelta di campo: stare dalla parte della tutela e della salvaguardia del patrimonio ambientale nazionale, portando avanti politiche votate alla sostenibilità ambientale nella maniera più concreta e innovativa – ha dichiarato Paolo Viganò, Presidente e Fondatore di Rete Clima – Foresta Italia nasce infatti con l’obiettivo di piantare alberi nelle aree che necessitano di riforestazione, garantendo sempre il coinvolgimento della filiera florovivaistica italiana”.

“Piantare alberi è un investimento sul futuro – ha dichiarato Ettore Prandini, Presidente Coldiretti – per questo come Coldiretti siamo felici di collaborare con Rete Clima nel sensibilizzare tutti gli italiani. Crediamo che possa essere un’opportunità di educazione ambientale e di cura del Pianeta, così come una possibilità economica per i nostri vivaisti forestali privati. Puntare sulla filiera 100% italiana garantisce alla biodiversità locale di crescere e alle nostre città di avere un alleato in più contro l’inquinamento. E puntiamo sulla giusta retribuzione delle piante, nel massimo rispetto della legge contro le pratiche sleali”.

Sono 30 le aziende che hanno deciso di sostenere la campagna e declinare in maniera concreta i propri obiettivi di politica ambientale. Realizzare e sostenere progetti di nuova forestazione urbana ed extraurbana in Italia da parte delle Aziende si costituisce come strategia di azione-comunicazione ESG: una progettualità che, dentro a questi progetti di Rete Clima, riesce ad essere efficace, locale, tracciabile e partecipata. Per le aziende si tratta di una proposta articolata e concreta che coinvolge direttamente i propri dipendenti e stakeholder, per contribuire al raggiungimento di numerosi SDGs (Sustainable Development Goals 2030) definiti dalle Nazioni Unite come obiettivi globali entro il 2030.

Le oltre 35 diverse specie arboree e arbustive utilizzate negli interventi di forestazione e riforestazione della campagna sono autoctone, 100% italiane, con certificato di provenienza e passaporto fitosanitario, coltivate nei vivai locali con una rigorosa pianificazione della produzione vegetale. Grazie allo stretto rapporto con la filiera florovivaistica nazionale, rappresentata da Coldiretti, Rete Clima è infatti la prima e unica realtà in Italia impegnata in progetti di forestazione e riforestazione ad avere sottoscritto un “contratto di coltivazione” con le aziende florovivaistiche locali, uno strumento che può essere utilizzato anche dall’Amministrazione pubblica per superare il problema recentemente segnalato dalla Corte dei Conti rispetto alla mancanza di alberi da piantare nelle città italiane con i fondi del PNRR. Per il reperimento delle piante, Rete Clima e Coldiretti, propongono così un modello che si basa sui contratti di coltivazione con le imprese florovivaistiche: il contratto di coltivazione consente all’azienda florovivaistica la programmazione della produzione di piantine forestali, che impiegano infatti 2-3 anni per arrivare alla dimensione minima utilizzabile. Grazie ai contratti di coltivazione, la campagna Foresta Italia ha sempre alberi e arbusti in quantità sufficiente e delle specie necessarie.  I vivai vengono scelti tra quelli in regola con tutti gli aspetti normativi e le piante vengono pagate il giusto prezzo, a chi le coltiva, e non secondo la logica del massimo risparmio economico.  Attraverso questo modello i vivai italiani potrebbero produrre velocemente i milioni di alberi previsti dai fondi del PNRR.

Piantare alberi, non numeri
Chi progetta e gestisce interventi di forestazione urbana ha davanti sfide importanti, perché le condizioni climatiche estreme metteranno sempre più in difficoltà la piantagione di alberi in città. Occorre una maggiore consapevolezza della complessità di piantare e gestire alberi in città, i cui benefici - non bisogna mai dimenticarlo - sono direttamente proporzionali al loro stato di salute. Coinvolgimento della filiera florovivaistica, approccio tecnico, monitoraggio delle forestazioni dopo l’impianto, senza dimenticare che ai progetti di forestazione (e più nello specifico alla piantagione di alberi in città) occorre destinare risorse adeguate: non si può pensare, nelle condizioni climatiche attuali e future, di poter gestire in modo corretto la piantagione e la cura di un albero con pochi euro come non si po' più pensare di piantare alberi senza considerare e mettere a bilancio i costi per le cure negli anni successivi.

Alberi dove serve, l’appello alle amministrazioni pubbliche 
Gli interventi di forestazione e riforestazione del primo anno di Foresta Italia sono stati realizzati all’interno o in prossimità delle città, con lo scopo di generare benefici per la salute di chi le abita, portando benefici sociali e ambientali in aree confiscate alla criminalità organizzata, in territori montani danneggiati da incendi, da tempeste di vento o da infestazione di bostrico. La sfida è quella di piantare alberi dove serve: Rete Clima e Coldiretti hanno lanciato in occasione della conferenza un appello alle Amministrazioni pubbliche per mettere a disposizione aree dove realizzare, con il sostegno delle aziende private, gli interventi di forestazione e riforestazione. Le segnalazioni possono essere fatte tramite il portale www.forestaitalia.it.

Monitoraggio delle forestazioni
Rete Clima ha presentato una web-app per il monitoraggio dello stato di salute e di gestione delle foreste urbane, che consentirà una rendicontazione sia alle Amministrazioni pubbliche coinvolte sia alle aziende che ne hanno sostenuto la realizzazione. Si tratta di una vera e propria novità, che Rete Clima applicherà alle proprie foreste urbane a partire dall’estate. I dati raccolti attraverso la web-app consentiranno anche analisi sullo stato generale delle foreste, sulla crescita delle piante in rapporto al contesto territoriale e alla specie.

Nasce il ForestLab di Rete Clima: laboratorio per la sperimentazione di modelli gestionali per le foreste urbane ed extraurbane.  
In autunno nascerà il ForestLab di Rete Clima, un laboratorio sperimentale incentrato su modelli pioneristici per la gestione delle foreste urbane ed extraurbane. Con l’avvio di ForestLab Rete Clima, anche attraverso partnerships con Università e Centri di ricerca che consentiranno di introdurre competenze multidisciplinari, verranno sperimentate soluzioni gestionali delle foreste di nuova formazione realizzate in prossimità delle città, con lo scopo di migliorare i benefici ecosistemici generati, come ad esempio la biodiversità. Alla base dell’intento della ricerca c’è l’obiettivo di tradurre le conoscenze accademiche in pratiche progettuali e gestionali, partendo da boschi urbani realizzati da Rete Clima poco più di 10 anni fa.

Priorità alla biodiversità, ma attenzione al bee-washing
La preoccupazione per il declino delle popolazioni di insetti impollinatori a livello globale a causa dei cambiamenti climatici è giustamente diventata una questione prioritaria. Nel corso della conferenza è stato però sottolineato come quello dell’impollinazione, e più in generale della biodiversità, sia un tema complesso, da affrontare con un approccio scientifico e multidisciplinare. Occorre infatti fare attenzione ad approcci troppo semplicistici che i ricercatori della York University di Toronto, in Canada, hanno rappresentato con il neologismo “bee-washing”: le api domestiche non sono a rischio di estinzione, a differenza di altri insetti impollinatori selvatici come bombi e osmie. Nelle forestazioni della Campagna Foresta Italia vengono sperimentate NBS (Nature Based Solution) pensate per massimizzare l’impatto positivo sulla biodiversità: particolare attenzione al posizionamento di specie mellifere e altre soluzioni progettuali per creare riparo a insetti e piccola fauna, migliorare la biodiversità vegetale, del suolo e connettere le aree verdi. Ad esempio, le zone abbandonate, incolte e industriali sono spesso oggetto del fenomeno della colonizzazione da parte di specie aliene invasive. Queste tendono ad occupare spazi e risorse che vengono quindi sottratte a specie endemiche, favorendo la loro estinzione. Andando invece a formare ecosistemi complessi, in cui le nicchie ecologiche vengono occupate dalle specie vegetali (e animali) endemiche, si riesce a contenere questo fenomeno e a massimizzare l’impatto positivo su biodiversità e tutela dell’ambiente garantendo un maggiore equilibrio.

Tommaso Tautonico
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