28/09/2016 - 12:02

Rifiuti a Roma, Galletti: è colpa dell'Ama. E il ministero dell'Ambiente se ne lava le mani

Nonostante i proclami e le buone intenzioni del sindaco Virginia Raggi, la gestione dei rifiuti a Roma continua ad essere deficitaria, per usare un eufemismo. E la colpa non è del governo, in particolare del ministero dell'Ambiente, ma soltanto dell'Ama.
 
Ad affermarlo è stato il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti nel corso della sua audizione al Senato sulla critica situazione in continua a versare il sistema di gestione di rifiuti della Capitale. Secondo Galletti a Roma esiste un deficit di capacità di gestione degli impianti di smaltimento dei rifiuti urbani pari a circa 500 tonnellate al giorno, deficit che si tenta di colmare facendo ricorso ad altri impianti. Il problema secondo il ministro è dunque ovvio:  troppi rifiuti, pochi impianti di smaltimento. Nell'anno 2014 - e in maniera abbastanza analoga nel 2015, anche se i dati non sono ancora disponibili - nel Comune di Roma Capitale sono state prodotte 1.719.848 tonnellate di rifiuti urbani, pari a più del 55% della produzione rifiuti dell'intera Regione Lazio, ha ricordato il ministro. La quantità di rifiuti raccolti in modo differenziato è stata di 605.110,5 tonnellate (35,2%), mentre le restanti 1.114.738 tonnellate di rifiuto indifferenziato sono state avviate all'impiantistica di trattamento. Nello stesso anno Roma ha prodotto 202.130 t di frazione organica, e per il 2015, essendo incrementata la percentuale di differenziata, si stima un valore sicuramente superiore.
 
Per la gestione dell'indifferenziato, Roma è servita da 4 impianti TMB ( trattamento meccanico biologico) che complessivamente sono autorizzati a trattare 3.000 t/g per 6 giorni a settimana. Non solo Circa 300 t/g della capacità impiantistica esistente a Roma è destinata a trattare anche i rifiuti provenienti da Ciampino, Fiumicino e Città del Vaticano, ha continuato Galletti. Considerando un quantitativo annuo di rifiuto indifferenziato pari a 1.000.448 t, a Roma si producono giornalmente (ripartendo i quantitativi delle domeniche nei restanti 6 giorni della settimana, e considerando quindi 312 g/anno) 3.206 tonnellate di rifiuti indifferenziati da destinare al trattamento. Da questi dati emerge dunque chiaramente la situazione problematica della Capitale che non riesce a smaltire i rifiuti che produce, ha ribadito Galletti
 
Per il trattamento della frazione umida è attivo l'impianto di Maccarese da 30.000 tonnellate annue, che evidentemente non copre - se non in minima parte - il fabbisogno attuale pari a circa 200.000 t/a. Un fabbisogno destinato a incrementare sensibilmente col progredire della raccolta differenziata, attualmente ferma a percentuali al di sotto degli obiettivi di legge, ha proseguito il ministro ricordando come nel resto della Regione Lazio operino anche altri impianti, ma nel loro insieme anch'essi non riescono a soddisfare le esigenze complessive regionali. 
 
Sulla base del quadro ricognitivo aggiornato, effettuato dalla Regione Lazio, nell'ambito della procedura di infrazione comunitaria che ha visto lo Stato condannato per non aver realizzato nella Regione una rete integrata ed adeguata per la gestione dei rifiuti, viene stimata in 250.500 tonnellate l'anno la capacità impiantistica attuale (di cui solo 70.500 effettivamente operativa). Il fabbisogno residuo di compostaggio da soddisfare su scala regionale nelle condizioni di regime (ovvero al 65% di raccolta differenziata in cui si prevede di intercettare almeno 750.000 t/anno di organico) ammonterebbe a circa 500.000 t/anno, ha detto ancora Galletti evidenziando come sebbene risulti in corso il procedimento autorizzativo presso la Regione su due impianti di compostaggio, che possono sopperire alle esigenze impiantistiche della Capitale, le tempistiche per la loro eventuale realizzazione e operatività non sono sicuramente brevi.
 
E' compito di Roma Capitale avviare le diverse frazioni di rifiuto provenienti dalla raccolta di rifiuti urbani anche differenziati ad impianti in possesso delle necessarie autorizzazioni, nel rispetto dei principi di prossimità, economicità e sostenibilità ambientale ha ricordato il ministro sostenendo come sia "chiara dunque l'estraneità di questo ministero sugli specifici aspetti attinenti alla determinazione di una rete integrata e adeguata di impianti ed al rilascio delle relative autorizzazioni di competenza regionale, nonché alla corretta gestione del servizio di raccolta". Insomma secondo Galletti il ministero dell'Ambiente non ha nessuna colpa se a Roma la raccolta dei rifiuti non funziona ma è tutta colpa dell'Ama. 
 
Da parte sua l'Ama ha chiarito che attuale situazione di criticità è dovuta sia al "deficit infrastrutturale cronico della città di Roma e della Regione Lazio", e sia ad altre "ben più complesse e articolate ragioni" di cui il ministero dell'Ambiente, ha precisato il ministro Galletti "non è a conoscenza".  Tuttavia il 2 agosto scorso il ministero ha chiesto alla Regione Lazio di eseguire, anche con il supporto tecnico di ARPA Lazio, i necessari controlli sulla corretta operatività di tutti gli impianti, per verificare oltre che l'efficacia del trattamento, anche la tipologia dei rifiuti in ingresso ed uscita, e di produrre una relazione riepilogativa sugli esiti delle verifiche, relazione che attualmente - ha dettp Galletti - non è ancora stata terminata.  In attesa dunque che le istituzioni si accordino tra di loro e che finisca questo infinito rimpallo di responsabilità i cittadini della Capitale d'Italia continuano a fare lo slalom tra i rifiuti. 
Rosamaria Freda
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