29/07/2016 - 13:07

Xylella: via i sigilli dagli ulivi, si rischia l'abbattimento

Il decreto emanato dalla Procura di Lecce, firmato dalle pm Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci e dal procuratore capo Cataldo Motta, è stato notificato agli agenti della Forestale. Con il dissequestro delle piante, sono a rischio abbattimento 104 ulivi a Torchiarolo e 2119 in provincia di Lecce.
A pochi giorni dalla seconda lettera della UE in cui si notificava la messa in mora all'Italia per la questione Xylella arriva il decreto di dissequestro delle piante. Una decisione che non si poteva rinviare visto che già da febbraio era venuto meno lo stato d'emergenza varato dal governo, così come confermato dal procuratore capo Cataldo Motta in una intervista al ilfattoquotidiano.it: "Da allora non c'erano più ragioni perché i sigilli venissero mantenuti in piedi. Vogliamo evitare equivoci. Durante i mesi del sequestro, chi poteva fare qualcosa non lo ha fatto. Cosa succede ora? Spero che la Regione prenda delle decisioni".

La questione passa ora nelle mani del governo regionale che dovrà decidere che strada intraprendere. Da un lato ci sono le proteste degli agricoltori, pronti a scendere in piazza per salvare gli ulivi, dall'altra c'è la UE che attende entro metà settembre una risposta alla missiva di messa in mora contenente le controdeduzioni. Un salvagente è stato lanciato alla Regione dalla stessa Procura che ha redatto un dossier approfondito sulle misure sperimentali in atto in grado di rallentare i disseccamenti. Secondo Motta: "La Corte di Giustizia ha dato la possibilità di comunicare eventuali cambiamenti. Abbiamo l'impressione che sia già cambiata la situazione perché abbiamo fatto verifiche sul campo e visto che alcuni oliveti si sono ripresi perfettamente grazie alle buone prassi della potatura, della pulizia a terra e in corrispondenza della chioma dell'albero".

La Procura è fortemente convinta che l'abbattimento non è una soluzione efficace, il batterio Xylella è ormai presente nel Salento e difficilmente sparirà di colpo, bisognerebbe piuttosto individuare buone prassi in grado di saperlo gestire e curare.
foto: wired.it
Tommaso Tautonico
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