27/04/2015 - 20:35

Parigi Clima 2015: tre proposte innovative dall'Italia

Si è tenuta presso la Camera dei Deputati la Conferenza "Parigi Clima 2015: tre proposte innovative dall'Italia", promossa dalla Fondazione Centro per un Futuro Sostenibile, un confronto pubblico di alto livello con l'obiettivo di avanzare alcune proposte innovative e fornire un contributo originale alla preparazione del Summit mondiale di Dicembre.
La Conferenza internazionale sul clima di Parigi COP21 rappresenta infatti la più promettente opportunità perché si riesca a contenere il riscaldamento globale al di sotto di 2°C entro la fine del secolo. Si riuscirà ad approvare un Accordo globale vincolante o si ripeterà la delusione che ha segnato gli ultimi Vertici mondiali? Gli impegni richiesti a ciascuna Nazione saranno credibili, ed efficaci? I lavori sono stati aperti dalla Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, che ha richiamato al senso di responsabilità "Ormai nessuno puo' fingere di non sapere: il cambiamento del clima indotto dall'intervento umano - ha detto fra l'altro Boldrini - sta provocando una serie di effetti a catena che rischiano di andare fuori controllo e di compromettere irreparabilmente il futuro della Terra che abitiamo". Secondo Francesco Rutelli, Presidente della Fondazione Centro per un Futuro Sostenibile e promotore dell'iniziativa "C'è poco tempo per evitare un nuovo fallimento. In vista della COP21 ‬ serve un impegno di tutta la Comunità internazionale, su solide basi di condivisione scientifica, contro la crescita pericolosissima delle emissioni che alterano il Clima".

Carlo Carraro, professore alla Ca' Foscari di Venezia e vice presidente del Working Group III dell'IPCC, nel suo intervento è stato più ottimista "Sull'accordo di Parigi c'è già un consenso politico sulla necessità di ridurre le emissioni. Perciò il patto ci sarà, e sarà coerente con l'obiettivo dei 2 °C. Ma non basta, questo è solo il primo passo: oltre ai propositi è necessario assumere impegni concreti. Ci riusciremo?". Le 3 proposte innovative avanzate dalla Fondazione Centro per un Futuro Sostenibile, sono state elaborate da un gruppo di esperti (scienziati, economisti, giuristi) italiani: Carlo Carraro, Alessandro Lanza, Antonio Navarra, Francesca Romanin Jacur e Riccardo Valentini. I cinque hanno deciso di convergere su tre macroaree di intervento. Accelerare l'eliminazione di alcuni gas, i composti di fluoro, che contribuiscono per il 18% all'effetto serra. "Essi sono oggetto del Protocollo di Montreal - ha spiegato Alessandro Lanza, del Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici ed ex dell'IPCC - e parallelamente alle azioni sulla riduzione di CO2 si potrebbe agire su di essi". Il clima, promette, ne beneficerebbe parecchio.

Agire con maggior decisione sul fronte della riforestazione, dell'agricoltura e dello spreco alimentare. Secondo Riccardo Valentini, membro del Consiglio strategico del Centro Euromediterraneo e collaboratore IPCC, si potrebbero sviluppare infrastrutture verdi, soprattutto in ambito urbano, in grado di sequestrare carbonio e compensare una parte delle emissioni. Inoltre, sarebbe possibile dimezzare lo spreco alimentare, che farebbe risparmiare 250 milioni di tonnellate di CO2 soltanto in UE. Rendere più efficace l'accordo in preparazione per Parigi sul piano giuridico. Francesca Romanin Jacur, professoressa di International Environmental Law all'Università degli studi di Milano, propone di "indicare sia l'obiettivo a lungo termine, quello dei 2 °C, sia target intermedi. Sarà fondamentale, inoltre, il loro riesame periodico e automatico, una condivisione delle regole di contabilizzazione", in modo da avere strumenti standard per valutare i progressi.

Durante i lavori è intervenuto anche il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti che ha sottolineato l'importanza di giocare bene quella che forse è l'ultima carta a disposizione per affrontare a livello globale e in modo incisivo i cambiamenti climatici, e che a Parigi non si discuterà soltanto di clima, ma di una nuova rivoluzione industriale per produrre beni ed energia in modo sostenibile a lungo termine. José Graziano da Silva, Direttore Generale della FAO, ha ricordato l'alto impatto dei cambiamenti climatici sulla popolazione globale, spiegando che milioni di profughi climatici si metteranno in marcia nei prossimi anni, rischiando la vita a causa della povertà, della fame e dei conflitti esacerbati dal riscaldamento globale che rende ancora più scarse le risorse. Un esodo già iniziato e che spesso si conclude tragicamente, come ricordano le morti dei giorni scorsi nel Mar Mediterraneo.

Gli scarti agricoli, così come quelli alimentari, possono inoltre vivere una seconda vita, come ha aggiunto Catia Bastioli, AD di Novamont: "pensare all'interconnessione tra settori, alla circolarità del processo. La bioeconomia intesa come rigenerazione territoriale può dare benefici dal punto di vista climatico, ma anche economico e sociale. In particolare la chimica verde, che si traduce in bioraffinerie integrate nel territorio, diventando anche volano di ricerca e innovazione".
Tommaso Tautonico
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