Sistri: bocciato senza appello dalle aziende. Inapplicabile e costoso

È questo il risultato principale che emerge dal sondaggio che la CNA ha effettuato presso un campione rappresentativo di imprese soggette agli obblighi del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti pericolosi, che sin dal suo esordio ha manifestato enormi lacune. 

 

Nello specifico, dal sondaggio emerge come il Sistri, pur avendo l'obiettivo ambizioso di sostituire il preesistente sistema cartaceo, sia un sistema informatico basato su una tecnologia di difficile utilizzazione o addirittura malfunzionante. 

 

I passaggi previsti nella amministrazione dei rifiuti attraverso il sistema (gestione delle procedure) sono giudicati ingestibili dalle imprese. In più anche la normativa alla base del nuovo sistema risulta poco chiara e, talvolta, addirittura inapplicabile. Il voto medio per ciascuno degli ambiti considerati è impietoso e non raggiunge mai il 3 (in una scala da 1 a 10) sia a seconda della categoria di impresa che della classe dimensionale. Giudicato inadeguato anche il servizio di customer care. 

 

Attualmente tutti i piccoli produttori che hanno potuto liberarsi dal Sistri sono tornati immediatamente al sistema cartaceo. Solo il 9% circa di essi lo utilizza ancora poiché esercita anche attività di gestione dei rifiuti ed è quindi obbligato. Non solo. Anche tra le imprese obbligate ad usare il sistema circa la metà degli intervistati ha rinunciato ad utilizzarlo per le difficoltà e i malfunzionamenti riscontrati.

 

Il Sistri è indirettamente fonte di costi e complicazioni anche per le imprese che non lo utilizzano. Circa la metà di esse ( il 46,1%) segnala aumenti dei prezzi applicati per il trasporto e la gestione dei rifiuti o maggiori difficoltà procedurali per la presa in carico degli stessi. 

 

Alla luce di quanto detto non sorprende che per quasi il 42% delle imprese l'esclusione dal Sistri è una misura positiva ma non sufficiente rispetto alla risoluzione dei problemi. Oltre a essere costoso, il Sistri complica ulteriormente la vita delle imprese. in particolare esso ha determinato: il rallentamento dell'attività ordinaria dell'impresa (18,2%), la necessità di disporre di personale aggiuntivo (14,6%) e l'impossibilità di completare la presa in carico dei rifiuti (12,6%), in barba all'obiettivo di tutela ambientale!