14/02/2024 - 12:08

WWF: non può esserci contrasto tra agricoltura e ambiente

Cerchiamo il dialogo con il movimento degli agricoltori, i temi che ci uniscono sono più di quelli che ci dividono. Comprensibile il disagio degli agricoltori per un reddito che non copre i costi di produzione, ma contestare la transizione ecologica è un grave errore. Gli agricoltori sono le prime vittime del cambiamento climatico.

protesta trattori

Gli agricoltori, che in queste ultime settimane hanno animato la protesta dei trattori in molte città italiane, hanno molte valide ragioni quando lamentano un trattamento ingiusto e penalizzante lungo la catena delle filiere agroalimentari. A chi produce il grano che diventa farina, pasta, biscotti sugli scaffali dei negozi al dettaglio va meno del 10% del costo finale sostenuto dal consumatore. Le responsabilità di questa penalizzazione economica vanno cercate lungo tutta la filiera, non solo nell’industria e nella grande distribuzione - che di norma non acquistano le materie prime e i prodotti agricoli (frutta e verdura) direttamente dalle piccole e medie aziende agricole - ma anche tra i vari soggetti intermediari, come i consorzi agrari (oggi controllati per la maggior parte da Coldiretti) o le Organizzazioni dei produttori (OP).

Rispetto a questi problemi, le concessioni del Governo sulla parziale esenzione IRPEF sul valore catastale dei terreni agricoli sono una goccia nel mare di problemi che gli agricoltori devono affrontare, spesso senza un adeguato supporto delle Associazioni di categoria, compromesse da evidenti conflitti d’interesse. Il problema della sostenibilità economica delle aziende agricole viene amplificato in modo drammatico dai temi attuali della sostenibilità ambientale e sociale. Nella stagione agraria 2023, gli effetti devastanti del cambiamento climatico hanno determinato perdite di resa del 10% per i seminativi e fino al 70% per frutta e verdura, con relative diminuzione del reddito degli agricoltori. Altrettanto grave, ma meno evidenti, i danni causati dalla perdita di biodiversità, come nel caso del declino degli impollinatori dai quali dipende il 35% della produzione agricola nazionale.

Il Green Deal europeo, con le due strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”, adotta un approccio sistemico alle filiere agroalimentari, considerandole nella loro totalità e complessità e tenendo conto di tutti gli elementi in gioco, ambientali, economici e sociali, dei loro rapporti e dei relativi effetti sulla vita delle persone e sull’economia degli Stati. Ma queste due strategie sono ad oggi rimaste solo una enunciazione di principi senza una reale e concreta applicazione ai sistemi agricoli, non essendo stati approvati i vari strumenti attuativi, come nel caso del Regolamento per l’uso sostenibile dei pesticidi. Attribuire, quindi, al Green Deal la responsabilità dei problemi degli agricoltori è una assurdità, una narrativa fuorviante, alimentata dai soggetti che hanno visto un rischio per i loro profitti negli obiettivi di riduzione dell’uso di pesticidi, fertilizzanti chimici e antibiotici.

La transizione ecologica dell’agricoltura non potrà mai essere attuata contro gli agricoltori: al contrario,  è essenziale un loro protagonismo attivo. Ma non è corretto parlare in modo generico di agricoltura al singolare perché esistono oggi tante agricolture, molto diverse tra loro. Come diversi sono gli agricoltori e le aziende agricole che le mettono in pratica ogni giorno. Non possono essere messi sullo stesso piano gli agricoltori e gli allevatori biologici, che hanno messo al bando le sostanze chimiche di sintesi e gli OGM vecchi o nuovi, con gli agricoltori che praticano una agricoltura avvelenata o gestiscono allevamenti intensivi. Questi ultimi sono poco propensi al cambiamento spesso per disinformazione, abitudine o strumentalizzazione da parte di chi ha interesse a vendere a caro prezzo mezzi tecnici, pesticidi e fertilizzanti chimici. Una contrapposizione tra agricoltori e ambientalisti sui temi della transizione ecologica non facilita la comprensione e la risoluzione dei problemi. Per questo il WWF Italia invita ad un confronto costruttivo i portavoce e i rappresentanti degli agricoltori a partire da quelli che domani manifesteranno a Roma.

“La nostra sede è aperta, pronta per accogliere una delegazione di agricoltori che animano questa protesta, per avviare un dialogo sui temi della sostenibilità ambientale ed economica dell’agricoltura, che solo apparentemente ci vedono su fronti contrapposti”, dichiara Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del WWF Italia. “Da anni chiediamo un nuovo modello di agricoltura più attento alle esigenze dei piccoli e medi produttori che ricevono le briciole dei cospicui finanziamenti dell’Unione europea (un terzo del cui bilancio è impiegato per sovvenzionare l’agricoltura) Siamo sempre stati convinti della necessità di una grande alleanza tra natura e agricoltura. Possiamo e dobbiamo trovare un comune terreno di collaborazione per garantire un futuro alla nostra agricoltura e al nostro Pianeta”.

Tommaso Tautonico
autore
Articoli correlati