01/01/2013 - 01:00

WWF Climate savers: "100 milioni di tonnellate di Co2 risparmiate"

Pubblicato oggi lo studio Ecofys "The Carbon Impact of WWF's Climate Savers Programme" che analizza l'impegno delle aziende a ridurre le proprie emissioni di CO2. Le cifre: 100 mln t le emissioni CO2 risparmiate in circa 12 anni, il doppio di quelle prodotte ogni anno dalla Svizzera; 350 mln t entro il 2020, quanto le emissioni annue della Spagna.
Ben 100 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, pari al doppio di quelle prodotte ogni anno dalla Svizzera: è la quantità di emissioni di anidride carbonica risparmiata in 12 anni, dal 1999 al 2011, dalle aziende che hanno aderito al programma Climate Savers del WWF e che entro il 2020 potrebbe trasformarsi in una riduzione complessiva - calcolata a partire dal 1999 - di oltre 350 milioni di tonnellate, una quantità equivalente alle emissioni annue prodotte dalla Spagna. Lo rivela lo studio "The Carbon Impact of WWF's Climate Savers Programme" (G. Linthorst, V. Hoen, M. Cuijpers. Ecofys, Utrecht, Paesi Bassi) condotto dagli esperti dell'istituto di ricerca internazionale sull'energia Ecofys, pubblicato oggi e consultabile su www.ecofys.com/en/publication/carbon-impact-of-wwfs-climate-savers-programme e su wwf.it. I dati sono stati diffusi dal WWF in occasione dell'evento 'NEXT - Leading business into a low-carbon future', che si svolge il 9 maggio a Rotterdam, in Olanda, per incoraggiare le attuali aziende Climate Savers e altre imprese a incrementare ulteriormente gli sforzi dell'industria contro il riscaldamento globale e cogliere le opportunità legate a un'economia a basse emissioni. L'analisi Ecofys evidenzia un enorme potenziale di riduzione delle emissioni: se altre grandi aziende decidessero di seguire l'esempio delle aziende attualmente aderenti a Climate Savers, anche solo nei 16 settori industriali in cui il programma è attivo, potrebbero essere evitate tra i 500 e i 1000 milioni di tonnellate di emissioni ogni anno fino al 2020, una cifra paragonabile all'attuale livello di emissioni annuali di un Paese come la Germania.

Secondo Ecofys queste riduzioni possono contribuire fino al 9% alla soluzione di quello che l'UNEP chiama l'"emissions gap", ovvero la differenza tra le emissioni di gas a effetto serra in aumento e ciò che è necessario ridurre per mettere il mondo su un percorso che limiti l'aumento medio della temperatura globale al di sotto dei 2 gradi Celsius rispetto all'epoca preindustriale ed eviti i cambiamenti climatici catastrofici. "Le aziende Climate Savers hanno assunto con i propri impegni, concreti e misurabili, una leadership sulle tematiche del clima e dell'energia - afferma Irma Biseo, Direttore Partenariati con le imprese WWF Italia - dimostrando che è possibile ridurre gli impatti ambientali investendo in strategie e tecnologie innovative e, allo stesso tempo, crescere in termini di produzione e competitività. Impegnarsi nella de-carbonizzazione oggi rappresenta nel breve e medio periodo un vantaggio competitivo, oltre che di immagine, e attrezza le aziende per il futuro prossimo che sarà imperniato sulla nuova economia verde". In Italia esiste il caso Sofidel, - 26% emissioni entro 2020. In Italia la prima 'azienda Climate Savers' è il Gruppo Sofidel, noto con il marchio 'Regina' e secondo produttore in Europa di carta per uso igienico e domestico, che ha aderito al programma internazionale WWF nel 2008 impegnandosi a ridurre le emissioni di CO2 del 26% entro il 2020 (rispetto ai livelli del 2007). "L'impegno del Gruppo Sofidel a fianco del WWF si colloca in un ampio progetto di responsabilità sociale che vede l'azienda impegnata a favore di uno sviluppo industriale maggiormente sostenibile. - dichiara Luigi Lazzareschi, Amministratore Delegato Sofidel - "Da tempo l'attenzione all'ambiente e' parte della nostra cultura aziendale e riconosciamo l'importanza di politiche di buona gestione come fattore di innovazione e crescita competitiva".

Per raggiungere l'obiettivo fissato con il WWF, Sofidel ha investito ad oggi più di 18 milioni di euro. Gli interventi sono andati dall'incremento dell'utilizzo delle fonti rinnovabili, al miglioramento dell'efficienza di impianti e attrezzature, all'investimento in impianti di cogenerazione. (Vedi nota di approfondimento). Attualmente sono 27 le aziende che aderiscono al Programma WWF Climate Savers, tra cui: HP, IBM, Johnson & Johnson, KPN, National Geographic, Alpro, Arjowiggins Graphic. E ancora: Nokia Siemens Networks, Novo Nordisk, Sofidel (unica azienda italiana), Sony. Nell'analisi sono inclusi anche gli impegni di ex membri del programma: Nokia, Polaroid, Spitsbergen. "L'efficienza delle risorse e l'obiettivo di un'economia a basse emissioni di carbonio devono diventare parte del DNA aziendale, anche in considerazione di fattori come gli alti prezzi del carburante e delle materie prime" spiega Alexander Quarles van Ufford, Senior Manager Partnerships del WWF Internazionale, "Maggiori impegni volontari da parte dell'industria sono possibili e necessari. Ma la portata del compito fa capire che non può essere realizzato solo mediante un'azione volontaria delle imprese. I governi devono rafforzare il quadro internazionale della politica per imporre una più incisiva riduzione delle emissioni". Kornelis Blok, Direttore Scientifico di Ecofys, che ha seguito direttamente l'analisi afferma: "Abbiamo studiato l'impegno di molte aziende nella riduzione delle emissioni e l'analisi mostra che non ci sono solo buone intenzioni ma che si sta ottenendo un impatto concreto".

Ecofys ha raccolto i dati sulle emissioni provenienti da aziende Climate Savers e sulle emissioni previste per il periodo successivo al 2011, sulla base dell'impegno di ciascuna società. È stato sviluppato uno scenario "business as usual" mostrando quale sarebbe stato il livello di emissioni se le aziende non avessero assunto obiettivi di riduzione. I risparmi annuali di emissioni sono stati tratti dalla differenza tra lo scenario business-as-usual e le emissioni reali e previste. I calcoli delle emissioni includono le emissioni derivanti dalle attività dell'azienda (il cosiddetto 'scopo 1'), le emissioni indirette (scopo 2) derivanti dall'acquisto di energia elettrica, utilizzo di calore o vapore e altre emissioni indirette (scopo 3) derivanti dalla catena di fornitura non direttamente sotto il controllo della società.
Tommaso Tautonico
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