01/01/2013 - 01:00

WWF: "Addio alle flotte antinquinamento"

I tagli della Spending Review mettono 'a rischio petrolio' mare e coste del Belpaese. Così l'Italia potrebbe trasgredire la Convenzione Internazionale ONU contro gli Oil Spill. Alcune cifre: - 23 milioni di euro contro l'inquinamento marino; incerti 1,5 mln euro per la vigilanza in alto mare delle Capitanerie di Porto.
"Un ulteriore taglio di 23 milioni di euro al bilancio del Ministero dell'Ambiente per il 2013 che depennerà le risorse per il servizio di prevenzione e pronto intervento contro l'inquinamento marino, dal momento che non saranno più garantiti né i fondi per il prossimo anno né quelli necessari per far partire la gara per l'assegnazione della nuova convenzione nel biennio 2014-2015. Una scure che si abbatte sulla salvaguardia del mare e delle coste italiane, dopo l'ulteriore taglio del 40% dei finanziamenti per le Aree Marine Protette". Sono le osservazioni del WWF Italia sulle conseguenze sulla tutela ambientale in Italia della cosiddetta Spending Review, approvata oggi.
"Il WWF ricorda inoltre al Governo che il prossimo anno non sarà ancora a regime il meccanismo previsto dal 'Decreto Legge Sviluppo', che stabilisce di destinare una quota del 3% delle royalties, derivanti dalle attività di estrazione offshore, alla prevenzione e agli interventi di emergenza sull'inquinamento da petrolio. Il WWF sottolinea, tra l'altro, che nel contempo il decreto sviluppo salva i procedimenti autorizzativi 'in corso' per la ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi a gassosi in mare anche nella fascia di interdizione di 12 miglia dalle linee di costa, continuando a mettere 'a rischio petrolio' la Penisola". "Per il pronto intervento sull'inquinamento il Ministero dell'Ambiente già oggi aveva per il 2013 solo 16 dei 25 milioni di euro necessari a rendere operativi i 40 mezzi a disposizione, secondo la convenzione biennale firmata nel 2011 tra il dicastero e la società Castalia". Il taglio ulteriore di 23 milioni dai fondi del bilancio del Ministero, già ridotto a 380 milioni di euro nel 2012 (288 dei quali vanno a coprire le spese obbligatorie per il personale) mette a rischio già il prossimo anno il servizio per la prevenzione e il contrasto degli inquinamenti marini istituito 30 anni fa nel nostro Paese (con la legge quadro a difesa del mare, L. n. 979/1982) e il rinnovo della convenzione 2014-2015".

"Non si sa inoltre come verranno trovate le risorse (circa 1,5 milioni di euro l'anno) per la vigilanza antinquinamento in alto mare delle Capitanerie di Porto, esponendo così l'Italia alla non osservanza degli obblighi della Convenzione Internazionale 'OPRC 1990' (International Convention on Oil Pollution Preparedness, Response and Co-Operation), che impone al nostro Paese di dotarsi di strutture adeguate di pronto intervento e disinquinamento per contrastare gli oil spill in coordinamento con tutti i Paesi aderenti all'IMO- International Marittime Organization dell'ONU". "Già in passato abbiamo denunciato che il progressivo prosciugamento delle risorse destinate al Ministero dell'Ambiente - il bilancio di questo dicastero è di gran lunga il più esiguo fra tutti gli altri: in quattro anni s'è registrato un taglio di ¾ dei fondi (la Legge Finanziaria 2008 destinava a questo dicastero 1,6 miliardi di euro - mette a 'rischio ambiente' l'Italia, cosa che evidentemente non rilevante anche per il Governo dei tecnici".
Tommaso Tautonico
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