22/12/2012 - 10:27

Veicoli fuori uso: Italia sul podio in Europa per reimpiego e recupero di materiali da veicoli demoliti

L’Italia, in base agli ultimi dati disponibili, relativi al 2009, è al primo posto a livello europeo, come quantitativi, per il reimpiego dei materiali ottenuti dalla bonifica e dalla demolizione dei veicoli a fine vita e si colloca al secondo posto relativamente al riciclaggio e al recupero di energia degli stessi materiali.
Tuttavia, anche per quel che riguarda l’invio a smaltimento dei rifiuti provenienti da veicoli a fine vita, l’Italia supera gli altri Stati europei: ciò è dovuto al fatto che il Car-Fluff viene conferito per la maggior parte in discariche dedicate. Infatti, nel nostro Paese per la gestione del Car-Fluff non si sono ancora realizzate soluzioni tecnologiche alternative alla discarica o alle spedizioni all’estero; ciò ha comportato però una forte spinta al riciclo per compensare questa mancanza.

Il tasso di reimpiego e di riciclaggio del peso dei veicoli fuori uso nel 2009 si è attestato su livelli positivi, pari all’81,8%, mentre il tasso di reimpiego e recupero è stato pari all’84,6%.

I prossimi obiettivi andranno raggiunti entro il 2015: il Decreto Legislativo 209/2003 prevede che entro il 1° Gennaio 2015, per tutti i veicoli fuori uso la percentuale di reimpiego e recupero dovrà raggiungere almeno il 95% del peso medio per veicolo; entro la stessa data la percentuale di reimpiego e riciclaggio dovrà essere almeno dell’85% del peso medio per veicolo e quindi la percentuale di recupero energetico pari al 10%.

Tra le principali problematiche del settore figura l’aumento dei veicoli radiati mediante la prassi di “radiazione per esportazione”, che sono passati dal 22% nel 2009 al 36% nel 2011.

Con la fine della campagna d’incentivi governativi alla rottamazione del 2010 che ha condotto obbligatoriamente i veicoli a essere demoliti in impianti autorizzati, si è assistito alla forte crescita del fenomeno dell’esportazione degli autoveicoli al fine dichiarato (ma non sempre effettivo) di essere reimmatricolati in Paesi dell’Est Europa o del Mediterraneo.

Nel caso di esportazione di un veicolo all’estero l’art. 103 del Nuovo Codice della Strada (NCdS) prevede che “la parte interessata, intestataria di un autoveicolo, motoveicolo o rimorchio, o l’avente titolo deve comunicare al competente ufficio del P.R.A. entro sessanta giorni la definitiva esportazione all’estero del veicolo stesso”; inoltre, viene sottolineato come la cancellazione dal registro debba avvenire dopo la definitiva esportazione del veicolo. Nella prassi, però, la radiazione viene presentata prima che il veicolo sia effettivamente trasferito e reimmatricolato all’estero.

Pertanto, al momento della radiazione per esportazione, il veicolo ancora presente sul territorio nazionale entra in un limbo. Esso, non è più un bene mobile registrato, e non è all’interno di un centro di raccolta per veicoli fuori uso che se ne è assunto la responsabilità della demolizione. Si perde ogni traccia del veicolo per mancanza dei dati di un intestatario, e anche se effettivamente esportato, non sarà mai chiaro chi ne sarà il proprietario nel Paese di destino sul quale far cadere le responsabilità.

Da segnalare è la pubblicazione in data 8 Giugno 2011 del DM 11 Aprile 2011, n. che fissa la copertura dei costi di raccolta e gestione degli pneumatici fuori uso (PFU) avviati a trattamento tramite un fondo, appositamente costituito presso l’ACI, alimentato dal Contributo ambientale riscosso dal venditore all’atto della vendita di ogni nuovo veicolo nel territorio nazionale.

A tal proposito in data 26 Aprile 2012 è stato pubblicato il decreto direttoriale del Ministero dell’Ambiente n. 3.271 con il quale è stata fissata, per ogni tipologia di veicolo, la misura del contributo PFU, valida per l’anno 2012, per la gestione degli pneumatici fuori uso derivanti da demolizione di veicoli. Il decreto prevede che i rivenditori di veicoli provvedano alla riscossione del contributo a partire dall’11 Maggio 2012.

Il Comitato di gestione degli PFU provenienti dai veicoli a fine vita, il 19 Luglio 2012, ha emanato la deliberazione avente a oggetto “Regole per la gestione degli PFU avviati a trattamento a partire dall’11 Maggio 2012”, che prevede la copertura dei costi già sostenuti relativi a trasporto e trattamento con recupero di materia, che non potranno essere superiori al costo di servizio che il Comitato stabilirà all’avvio del sistema e dovranno essere compatibili con le disponibilità di cassa.

Una delle esigenze fortemente avvertite dal settore risiede nella necessità di rendere tracciabili i veicoli fuori uso lungo tutta la catena del recupero, tramite l’utilizzo di un sistema elettronico che segua il veicolo in ogni fase di gestione per poter meglio monitorare gli obiettivi di recupero e riciclaggio previsti dalla norma comunitaria.

Una possibilità potrebbe essere costituita dal SISTRI (o da sistema analogo) che potrebbe rappresentare un valido sistema se ad esso venissero apportate alcune sostanziali semplificazioni operative che le Associazioni di rappresentanza del settore hanno già più volte segnalato e proposto agli uffici del Ministero dell’Ambiente: l’imprescindibilità dell’esistenza dell’interoperabilità per le aziende del settore in considerazione della numerosità delle operazioni da registrare in relazione alle quali si rende necessario far interagire i due sistemi informatici (SISTRI e gestionale aziendale) e attribuire al registro cronologico SISTRI la possibilità di svolgere anche le funzioni tutt’ora previste dal registro di pubblica sicurezza di cui al DM 16 Ottobre 1995.

Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile