01/01/2013 - 01:00

Unione per il Mediterraneo: è tempo di investire nel Mare Nostrum

Si è concluso ieri a Barcellona l'incontro dell'Unione per il Mediterraneo a cui hanno partecipato i rappresentanti della società civile dell'Albania, Croazia, Egitto, Francia, Italia, Libano, Montenegro, Marocco, Tunisia e dell'Unione europea, oltre ad alcune associazioni ambientaliste del Mediterraneo.
 
"Dobbiamo impegnarci ora se vogliamo che le persone di domani vivano in sicurezza e in un ambiente sano. E' ora il tempo di investire per il futuro del Mediterraneo, ed è essenziale che la società civile sia parte integrante in questo processo d'investimento " ha dichiarato Mustapha Derdabi, dell'Associazione marocchina per la Protezione dell'Ambiente del Wilaya di Tetouan, riassumendo intenti e preoccupazioni emerse durante il meeting.
"La collaborazione tra ONG ambientaliste in Mediterraneo ha un'enorme forza da impiegare se si vogliono apportare cambiamenti a livello regionale e globale. La società civile può contribuire in modo significativo a questo processo proprio in seno all'Unione per il Mediterraneo", ha sottolineato Wael Hmaidan di IndyACT, un gruppo attivista con sede in Libano. 
 
"È emozionante seguire la rapida evoluzione di questa regione ed è essenziale che la società civile e le ONG interessate, ne siano parte e si rapportino con l'UPM. Un processo trasparente e di impegno sarà la chiave per fare enormi passi avanti in questo contesto geografico", ha detto Agrasot Paloma, direttore del Programma Europeo di vicinato del WWF.
"Il Mediterraneo è un ambiente condiviso da più paesi e comunità, un bene comune ma in forte sofferenza a causa degli impatti antropici che hanno anche effetti ambientali, sociali e economici. L'impegno come WWF, da condividere con tutte le comunità, è quello di proporre solide azioni di recupero sul territorio e sugli ambienti marini, di programmazione delle attività di pesca e del turismo per far tornare il Mediterraneo un luogo di qualità" ha dichiarato Adriano Paolella direttore generale del WWF Italia. 
 
Tra i temi dell'incontro anche il turbolento risveglio politico e le rivoluzioni (la cosiddetta "primavera araba"), che hanno caratterizzato quest'anno tutto il Medio Oriente e Nord Africa . 
La primavera araba ha infatti reso drammaticamente palese la necessità di costruire una sensibilità ambientale nella società civile di tutto il Mediterraneo, anche attraverso un maggiore coinvolgimento delle ONG ambientaliste nelle fasi decisionali e d'indirizzo.
 
"I Paesi del Mediterraneo condividono un insieme comune di minacce Maggiore e rischi per la stabilità del loro ambiente e benessere. Abbiamo molto da guadagnare da tesi Affrontare le sfide insieme, e traendo la società civile coinvolti nella conversazione su tutte le questioni ambientali - tra cui la pesca e Marine questioni urgenti sociali che spesso rimangono sommerse ", ha detto Raül Romeva i Rueda, dei Verdi e Vice Presidente del Parlamento Europeo.
"La voce della società civile ha mandato un messaggio forte e chiaro in questi giorni a Barcellona," ha affermato il Dott. Rafiq Husseini, Vice Segretario Generale per l'Acqua e l'Ambiente all'Unione per il Mediterraneo. 
"Coloro che sono coinvolti in seno all'Unione per il Mediterraneo dovranno incoraggiare questo processo di inclusione delle ONG ambientaliste nei processi di decisioni e nelle politiche che hanno un impatto diretto sulla vita dei cittadini di tutto il Mediterraneo"
Tra le associazioni ambientaliste, il WWF ha chiesto all'Unione per il Mediterraneo di porre maggiore attenzione anche alle problematiche che non sono considerate prioritarie come cause di danno ambientale come, per esempio, la pesca e i danni subiti dall'ambiente marino.
Lisa Zillio
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