09/02/2016 - 11:54

Trivelle, Mise: stop ad Ombrina Mare. Ma il referendum? Sit-in a Montecitorio

Stop ad Ombrina Mare. Il ministero dello Sviluppo economico ha respinto 27 istanze, tra cui quella per la piattaforma petrolifera nell'Adriatico, di permesso di ricerca e concessione di coltivazione di idrocarburi nei nostri mari.
I provvedimenti riguardano il rigetto, parziale o totale, di istanze di permesso di prospezione, di permesso di ricerca e di concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi ricadenti nelle aree precluse a nuove attività come previsto dalla legge di Stabilità 2016.
 
Nel dettaglio, le 9 istanze interamente ricadenti entro le 12 miglia sono state rigettate. Le 18 istanze parzialmente ricadenti entro le 12 miglia sono state rigettate per la parte interferente. Con i 27 provvedimenti è stata dunque data piena attuazione a quanto prevede la legge: all'interno delle aree interdette non insistono più istanze di permesso di prospezione, di permesso di ricerca e di concessione di coltivazione di idrocarburi.
 
Soddisfazione per le decisione del Mise è stata espressa dal presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni. Si tratta di  "un'ottima notizia e una gran bella vittoria per Ombrina Mare e per tutte quei mari e territori minacciati dalle trivelle" ha detto Muroni aggiungendo che "dopo il pressing mosso in questi ultimi anni da Legambiente, associazioni, cittadini e comitati territoriali e il dietrofront del governo sulle estrazioni petrolifere con l'emendamento alla legge di Stabilità, ben venga la decisione del Mise di rigettare in maniera immediata e definitiva tutte le richieste di prospezione, ricerca ed estrazioni di idrocarburi ancora pendenti nell'area di interdizione delle 12 miglia dalla costa. Ora però l'esecutivo Renzi dimostri concretezza, trasparenza e impegno anche per la tutela del mare oltre le dodici miglia con una moratoria che blocchi qualsiasi autorizzazione relativa alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi a mare e a terra, per affrontare anche le questioni irrisolte". 
 
Dello stesso avviso anche il WWF che ha definito il "no" ad Ombrina "una vittoria della mobilitazione, che ha interessato in questi ultimi anni l'Abruzzo e altri territori che vivono la minaccia delle trivelle".
 
 
"La possibilità di indire nelle stesso giorno le consultazioni referendarie e le elezioni amministrative incontra una serie di difficoltà di natura tecnica ed amministrativa, come la diversa composizione degli uffici elettorali, la ripartizione degli oneri e l'ordine di successione delle operazioni di scrutinio" ha spiegato Alfano nel corso del Question Time alla Camera. 
 
"Le norme in materia prevedono per esempio che l'ufficio di sezione sia composto da quattro scrutatori per le consultazioni amministrative, mentre per quelle referendari ne sono previsti tre. Manca inoltre "un criterio legislativo per la distribuzione del peso finanziario della consultazione referendaria, che, ovviamente avendo carattere nazionale, finirebbe per coinvolgere una platea più ampia di amministrazioni locali rispetto a quelle che andranno a rinnovare i loro organi elettivi nella prossima finestra elettorale", ha precisato ancora Alfano. 
 
Ma le parole di Alfano non fermano Legambiente che ha chiesto al governo di istituire con un decreto l'Election Day, accorpando in un'unica data il referendum sulle trivellazioni e il primo turno delle elezioni amministrative previste per la prossima primavera. Secondo il direttore generale di Legambiente, Stefano Ciafani, le parole di Alfano "sono solo una scusa per complicare la partecipazione dei cittadini alla consultazione referendaria". "Agevolare la partecipazione dei cittadini alla consultazione promossa per decidere di non fare nuove trivellazioni petrolifere nel nostro mare è una questione di coerenza non si può predicare bene a livello internazionale e poi fare il contrario in Italia" ha detto Ciafani ricordando che Legambiente ha organizzato, insieme ad altre associazioni, per il 10 febbraio, dalle 11.00 alle 14.00, un sit-in davanti a Montecitorio proprio per chiedere al governo di indire l'Election day. 
Rosamaria Freda
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