18/01/2016 - 13:58

Terremoti, Enea: Italia leader nella prevenzione del rischio sismico

L'Italia è tra i Paesi leader mondiali per numero di strutture protette da sistemi antisismici e prima in Europa per l'applicazione dell'isolamento e dissipazione di energia su edifici, ponti e viadotti.
E' quanto emerge dallo speciale "100 anni di Ingegneria Sismica", pubblicato sulla Rivista "Energia, Ambiente e Innovazione" dell'Enea e messo a punto nel centenario del terremoto di Avezzano che il 13 gennaio 1915 provocò 30mila vittime e la distruzione di una ventina di centri abitati.
 
Secondo il report il nostro Paese vanta poi il primato mondiale per dispositivi 'antiterremoto' a tutela del patrimonio culturale ma, per quanto riguarda la sicurezza del parco edilizio nazionale rispetto al rischio-terremoti, restano molte criticità. "Oltre il 70% dell'edificato attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirlo, comprese scuole, ospedali e molti altri edifici strategici" spiega l'Enea. 
 
Quanto al sistema di prevenzione del rischio sismico, il documento distingue tra nuove costruzioni e strutture esistenti. Per le prime esistono soluzioni tecniche per progettare e costruire edifici, ponti e infrastrutture in grado di resistere anche ai terremoti più violenti. "Le moderne tecnologie antisismiche, possono garantire un grado di sicurezza non perseguibile con tecniche tradizionali, senza incidere significativamente sui costi", sottolineano gli esperti.
 
Anche per le strutture esistenti, secondo l'Enea sarebbe auspicabile "un'utilizzazione più estesa delle moderne tecnologie, specialmente dell'isolamento sismico", con particolare riferimento a paesi come l'Italia, dove "gran parte degli edifici non è in grado di sopportare l'azione sismica che attualmente la normativa prescrive per gli edifici di nuova costruzione nei rispettivi siti".
 
"La maggior parte delle nostre costruzioni ha più di 50 anni ed è stata realizzata in fretta, senza adeguati controlli, facilitando l'uso di sistemi e materiali scadenti" spiega Paolo Clemente, dirigente di ricerca Enea che ha curato il documento. "Inoltre, interventi architettonici e/o strutturali impropri, hanno spesso accelerato gli effetti legati alla vetustà ed al degrado, acuiti da una manutenzione carente, se non del tutto assente" continua Clemente. 
 
Da qui la necessità avvertono gli esperti, di una corretta politica di prevenzione, basata su un'oculata programmazione della spesa e degli interventi e su precise priorità rispetto alla pericolosità e allo stato di salute delle costruzioni, con particolare riferimento a opere strategiche o di particolare rilevanza quali scuole, ospedali, prefetture, caserme. Ma come proteggere edifici e infrastrutture dal rischio terremoti? Ad oggi le strade sono essenzialmente tre: l'approccio tradizionale è quello di rendere la struttura sufficientemente robusta, affinché possa resistere al massimo terremoto atteso nella zona in cui sorge. Un'altra soluzione prevede l'applicazione di dispositivi di isolamento sismico che riducono drasticamente le azioni sismiche trasmesse dal terreno alla struttura. La terza comporta un mix delle due tecniche.
Rosamaria Freda
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