17/07/2017 - 13:31

Strategia Energetica Nazionale: l'importanza del patrimonio forestale italiano

La Fiper, Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili, lamenta alcune carenze strutturali nella SEN prima tra tutte una valutazione strategica del patrimonio forestale italiano a fini produttivi ed energetici.
strategia energetica nazionale
L’Italia presenta uno dei più bassi tassi di utilizzazione del patrimonio forestale d’Europa: in media si utilizza il 20% dell’incremento mentre negli altri Stati europei il tasso di utilizzazione è nell’ordine del 70-80%. Gestire correttamente la risorsa forestale costituirebbe un’opportunità per il mantenimento e la creazione di attività imprenditoriali nelle aree interne e montane specie quelle non metanizzate. Secondo l’Inventario Forestale Nazionale si dispone sul territorio italiano di 10,5 milioni di ettari di cui il 34% è di proprietà pubblica; una risorsa su cui vale la pena investire anche e soprattutto in termini di produzione di energia.

“Tra l’altro – sottolinea Walter Righini Presidente Fiper - la mancata esecuzione degli interventi selvicolturali e delle opere connesse, è tra le cause principali dei fenomeni di dissesto e di instabilità dei versanti, oggi ancora più frequenti visti i repentini cambiamenti climatici, con conseguenti gravi problemi di sicurezza, incolumità pubblica, di tutela e mantenimento degli equilibri ecologici. Basti pensare che su 712.000 frane censite in Europa, 486.000 ricadono nel territorio italiano di cui oltre l’80% è localizzato nei territori montani”.

FIPER esprime quindi una forte preoccupazione per la mancanza all’interno della SEN di una valutazione sistemica in termini economici, ambientali e energetici della “risorsa bosco” non identificando nel “patrimonio forestale italiano”, un’altra importante fonte energetica locale rinnovabile disponibile, capace di garantire, se opportunamente valorizzato, l’autonomia energetica delle cosiddette “aree interne”, zone di estrema importanza del nostro Paese. Investire sulla gestione forestale a livello di sistema Paese, permetterebbe all’Italia di: 
• garantire l’autonomia energetica a 800 Comuni non metanizzati delle aree alpine e appenniniche; 
• diminuire le importazioni di legna da ardere e pellet dall’estero; 
• disporre di legname d’opera pregiato per la filiera dell’arredamento; 
• prevenire i rischi idrogeologici ed anche gli incendi.

Altro assente di eccellenza nella SEN è il settore agricolo. La filiera del biogas rappresenta un importante elemento di forza del tessuto produttivo agricolo nazionale; nel 2016 il settore biogas ha registrato investimenti pari a 76 milioni di euro con 6.438 occupati permanenti, secondo nel comparto delle fonti rinnovabili solo al fotovoltaico ed all’idroelettrico. Una peculiarità del comparto biogas è data dall’effetto moltiplicatore che si genera sul territorio a partire dall’investimento effettuato e dalla re-distribuzione del reddito. Gli incentivi riconosciuti al comparto biogas, fanno crescere, sviluppare ed innovare il territorio rurale nazionale, garantendo una notevole ricaduta a livello economico e sociale, a differenza di altre tecnologie FER i cui incentivi sono stati corrisposti a multinazionali e fondi di investimento spesso stranieri.

“Nel caso delle bioenergie – commenta ancora Righini -  è necessario “contabilizzare” in termini di Sistema Paese le esternalità positive derivanti dall’avvio e sviluppo delle filiere: dall’approvvigionamento sino all’impiego dei sottoprodotti derivanti dalla filiera energetica. Ad esempio, il biodigestato di origine agricola, sottoprodotto derivante dal biogas, viene ridistribuito sugli stessi terreni utilizzati per la produzione delle biomasse o delle colture alimentari, svolgendo un’azione fertilizzante e ammendante importantissima eliminando o riducendo, di fatto, l’impiego di fertilizzanti di sintesi. Oppure pensiamo alle ceneri pesanti degli impianti di tlr a biomassa che possono essere impiegate insieme al biodigestato agricolo per la fabbricazione di un fertilizzante specifico per le colture di pregio. L’analisi del costo-opportunità di una filiera/tecnologia rispetto a un’altra non può essere considerato esclusivamente in termini di costo/kWh”.
Tommaso Tautonico
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