01/01/2013 - 01:00

Stop al traffico illecito dei pneumatici fuori uso

I traffici illeciti di rifiuti negli ultimi anni hanno coinvolto ben 19 regioni italiane e, sia come porti di transito sia come meta finale di smaltimento, 23 Stati esteri, tra cui Cina, Hong Kong, Malaysia, Russia, India, Egitto, Nigeria e Senegal. I Pneumatici Fuori Uso (PFU) sono tra i materiali più gettonati dai trafficanti: questa tipologia di rifiuti, infatti, è stata al centro di oltre il 10% del totale delle inchieste svolte dal 2002 ad oggi.
Per affrontare al meglio e contrastare questo fenomeno, l'Agenzia delle Dogane, in occasione del convegno "Il valore del riciclo, oltre ciò che si vede" che si è tenuto a Roma presso la Casa del Cinema, ha firmato con Ecopneus - principale soggetto nazionale senza scopo di lucro, operante dal 2011 nella gestione dei Pneumatici Fuori Uso (PFU) in Italia per conto dei propri soci - un protocollo d'intesa che vedrà la Società Consortile diventare partner tecnico dell'Agenzia per il monitoraggio dei flussi legati al commercio internazionale di PFU. Ecopneus metterà a disposizione dell'Agenzia delle Dogane i dati del proprio sistema informatico per eventuali controlli e accertamenti sulle movimentazioni transfrontaliere di propria competenza e fornirà, se richiesto, tramite i propri esperti, assistenza tecnica alle strutture centrali e periferiche dell'Agenzia anche mediante perizie e analisi di laboratorio nell'ambito delle attività di prevenzione e repressione degli illeciti, portate avanti dalle Dogane.

Ecopneus, infatti, per monitorare e coordinare i flussi di PFU lavorati dalla propria filiera, si è dotata di un sofisticato sistema informatico in grado di garantire la completa tracciabilità di ogni chilogrammo di PFU raccolto, trattato e portato a recupero e la sua condivisione porterà informazioni puntuali e dettagliate a servizio degli agenti doganali per una più efficace lettura e interpretazione dei flussi di PFU all'interno di operazioni di import export. I traffici organizzati di PFU si muovono prevalentemente lungo le rotte oceaniche e la tecnica maggiormente utilizzata dalle holding criminali, che esportano illegalmente questi materiali, consiste nella falsificazione dei formulari di identificazione dei carichi di rifiuti che vengono spacciati per "cascame o avanzo di lavorazione" oppure per "pneumatici ancora riutilizzabili", in modo da sottrarsi alla disciplina internazionale dei movimenti transfrontalieri di rifiuti (regolamento CEE 1° febbraio 1993, n. 259). L'esportazione di PFU e di rifiuti derivati dalla loro riduzione volumetrica si è diretta negli ultimi anni soprattutto verso i paesi del far east che maggiormente impiegano i combustibili derivati da rifiuti in sostituzione ai combustibili fossili.

I PFU che escono dai porti italiani alla volta di paesi di nuova industrializzazione vengono sottratti ad una molteplicità di utilizzi legali. Possono essere infatti usati in opere di ingegneria civile, nella realizzazione di superfici sportive, per la produzione di presidi per la sicurezza stradale, elementi di arredo urbano e per la realizzazione di tratti stradali che garantiscono, grazie al polverino di gomma presente nel conglomerato bituminoso, una durata maggiore, minori costi di manutenzione, riduzione del rumore generato dal passaggio dei veicoli e migliore aderenza. I traffici illeciti verso i paesi esteri rappresentano insieme agli abbandoni abusivi in Italia i due principali ambiti su cui la normativa che regola il nuovo Sistema di Gestione dei PFU mira ad incidere per controllare pienamente i flussi di Pneumatici Fuori Uso prodotti ogni anno in Italia.
Tommaso Tautonico
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