01/01/2013 - 01:00

Sprechi alimentari in calo ma sempre troppi

454 euro sono in media il corrispettivo in denaro del cibo che le famiglie italiane hanno buttato nel cassonetto nel 2010. Lo riferisce un'indagine sugli sprechi alimentari redatta dall'Adoc, l'associazione nazionale per la difesa e l'orientamento dei consumatori, degli utenti, dei risparmiatori, dei malati, dei contribuenti.
Ma, nonostante la cifra rappresenti l'8% della spesa totale effettuata, dai dati emerge che la percentuale di sprechi è sensibilmente calata rispetto al 2009 (- 13,4%). 
"E' positivo che le famiglie stiano imparando a sprecare sempre meno, nel 2010 sono stati "buttati" nel cassonetto 454 euro contro i 515 euro del 2009, per un risparmio di 61 euro - ha dichiarato Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc - un calo complessivo del 13,4%, con punte del 17,6% durante le Feste. Nel 2009 lo spreco mensile era pari a 33 euro, lo scorso anno è sceso a 29 euro. I consumatori, complice la crisi e grazie anche ai consigli dell'Adoc, ha assunto maggiore consapevolezza, tuttavia gli sprechi rimangono alti, sono necessari ulteriori sforzi per ridurre drasticamente la percentuale di cibo sprecato da parte delle famiglie".
"Il 35% dei prodotti che si buttano sono quelli freschi - ha specificato Pileri - un calo del 2% rispetto allo scorso anno, segno che c'è maggiore attenzione al momento dell'acquisto. Tra i prodotti più sprecati troviamo il pane (19%), frutta e verdura (16%). Salgono gli sprechi dei prodotti in busta, che crescono del 2% rispetto al 2009, e degli affettati. Il motivo principale per cui si spreca è l'eccesso di acquisto generico, sebbene sia in calo del 4% a confronto con l'anno passato. Al contrario, aumentano gli sprechi dei prodotti non necessari. Infine, abbiamo rilevato un sostanziale equilibrio tra lo spreco del prodotto di marca (46%) e quello non di marca (54%)."
"Oggi si spreca sia per comprare un prodotto richiesto dal figlio o dal nipote, magari attratto dal regalo allegato, che poi non mangia l'alimento, sia perché attirati dalle offerte promozionali, quali ad esempio il 3x2, che con l'illusione di risparmiare ci spingono all'acquisto di un quantitativo di prodotto superiore al necessario altro problema sono le confezioni: come può ad esempio un anziano che vive solo consumare in pochi giorni un litro di latte? Le confezioni da mezzo litro ormai non esistono quasi più. Come non esistono i prodotti pronti monoporzione, che obbligano chi vive da solo a dover spendere e sprecare di più della classica famiglia di quattro persone. Considerando il crescente aumento dei nuclei famigliari singoli, è un problema che non va sottovalutato". ha concluso Pileri.
Lisa Zillio
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