19/02/2015 - 13:40

Smaltimento rifiuti, Galletti: allerta massima in Campania e in Sicilia. Ma stiamo lavorando

E' massima l'allerta del governo sulla situazione della gestione dei rifiuti, in Campania, in Sicilia e su tutto il territorio italiano.
In particolare l'obiettivo del governo è quello di fare chiarezza sullo stato delle cose nelle aree inquinate e intervenire per ripristinare la salubrità dell'ambiente restituendo serenità sia agli abitanti che agli addetti del settore agricolo. 
 
Ad affermarlo è stato il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, nel corso dell'audizione, davanti alla commissione Ambiente di Montecitorio, in cui si è soffermato in particolare su tre temi: lo stato di attuazione delle misure previste nel decreto legge 136/2013 su alcune aree della Campania, la situazione della gestione dei rifiuti, con particolare riferimento alla Sicilia e le procedure di infrazione in materia di rifiuti. 
 
Pochi giorni fa è stato emanato un decreto interministeriale che ha bloccato la produzione agroalimentare in circa 15 ettari di terreni nei primi 57 comuni della Campania ha ricordato il ministro. Il governo, ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di reprimere di illecita combustione dei rifiuti, per la mappatura dei terreni della Regione Campania destinati all'agricoltura e per un'efficace organizzazione e coordinamento degli interventi di bonifica in quelle aree, nell'interesse della salute dei cittadini, dell'ambiente, delle risorse e delle produzioni agroalimentari, ha emanato nel dicembre del 2013 il decreto 136, che è stato convertito in legge nel febbraio 2014, ha spiegato Galletti.
 
Con questo decreto sono stati definiti i terreni che possono essere destinati alle produzioni agroalimentari, quelli che possono essere destinati solo a determinate produzioni, e i terreni che non possono essere destinati alla produzione agroalimentare, ma esclusivamente a colture diverse.
 
"Il nostro lavoro per la Campania non si ferma certamente qui, possiamo dire che è iniziato, finalmente e seriamente iniziato" ha detto il ministro ricordando l'impegno del governo per arrivare alla creazione di "una nuova Campania Felix". In questa direzione va anche la nuova normativa sui reati ambientali,  "la cui urgenza nasce anche dalla situazione in Campania dove le ecomafie negli ultimi decenni sono cresciute ed hanno fatto i loro affari criminali"  e di cui il ministro ha sollecitato una rapida approvazione in Parlamento. 
 
Quanto allo stato della gestione dei rifiuti, in particolare in Sicilia, Galletti ha ricordato come, in coerenza con i princìpi dell'Unione europea, la normativa italiana sui rifiuti sia orientata ormai da tempo alla realizzazione di un sistema di gestione integrato che punti a ottimizzare la riduzione a monte della produzione di rifiuti, la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio, il recupero dei materiali e dell'energia e che, al tempo stesso, consenta di ottenere il duplice risultato della valorizzazione economica della risorsa rifiuti e della tutela della qualità ambientale.
 
In un corretto sistema di gestione integrata dei rifiuti lo smaltimento viene, infatti, a costituire un'opzione residuale, mentre la raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio assume un ruolo prioritario, in quanto consente di ridurre significativamente il flusso dei rifiuti da avviare allo smaltimento e di valorizzare le componenti merceologiche dei rifiuti sin dalla fase della raccolta, ha precisato il ministro. 
 
Vi sono Regioni in cui la gestione dei rifiuti urbani, a livello impiantistico è molto carente o del tutto inadeguato. E' questo il caso della Sicilia, dove i rifiuti urbani smaltiti in discarica rappresentano il 93% del totale dei rifiuti prodotti, della Calabria (71%) ma anche della Campania e del Lazio che, pur evidenziando percentuali inferiori di smaltimento in discarica, fanno ricorso massiccio a impianti di trattamento localizzati in altre Regioni o all'estero. 
 
In particolare in Sicilia negli ultimi mesi dell'anno 2014 si è venuta a determinare e una crisi profonda in materia di gestione dei rifiuti a causa di ritardi accumulati nel corso degli anni passati relativi al non corretto recepimento delle direttive comunitarie e della normativa nazionale di settore. Ad oggi nella Regione si registra la quasi totale mancanza sia di politiche di prevenzione di produzione dei rifiuti sia di sistemi di raccolta differenziata efficienti a causa di problemi legati alla situazione autorizzativa, gestionale e funzionale degli impianti presenti nel territorio regionale, ha continuato Galletti. Per questo motivo il ministero dell'Ambiente sta lavorando con la Regione siciliana per fornire tutti gli elementi di risposta utili a soddisfare le richieste della Commissione europea e a evitare l'apertura di una procedura d'infrazione. 
 
E' necessario duque agire sulla situazione dell'impiantistica regionale visto che, in Sicilia, il sistema di gestione dei rifiuti è totalmente incentrato sull'utilizzo della discarica. La raccolta differenziata nel 2013 si è assestata al 13,4% e circa il 91% dei rifiuti urbani prodotti viene smaltito senza alcun trattamento direttamente in discarica, La quasi totalità degli impianti presenti in Sicilia per la gestione dei rifiuti (con l'eccezione dell'impianto TMB di Catania) non rispetta la normativa comunitaria e nazionale di settore (insufficienza di impermeabilizzazione del fondo delle discariche; inadeguatezza dei sistemi di captazione del biogas e del percolato, insufficienza dei sistemi di trattamento del percolato), ha aggiunto ancora il ministro. 
 
Occorre inoltre avviare la raccolta differenziata dei rifiuti per sottrarre alla discarica tutte le frazioni merceologiche che possono essere recuperate e/o riciclate. Inoltre si dovranno avviare tempestivamente i lavori per la realizzazione di tutti gli impianti di compostaggio già autorizzati in maniera tale da favorire la valorizzazione della frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani.
 
Quanto allo stato delle procedure di infrazione in materia di rifiuti, il governo sta cercando di evitare che l'Italia paghi multe salate per ritardi del passato. I dati evidenziano con chiarezza, anche qui, un cambio di marcia. "Da febbraio a dicembre dello scorso anno sono state archiviate ben 9 procedure d'infrazione su 25 esistenti. Ne restano pendenti 16, di cui ben 12 riguardano le amministrazioni regionali. Inoltre, in dodici mesi di attività di questo governo su 36 procedure Eu-Pilot aperte ne sono state chiuse 35", ha concluso Galletti. 
Rosamaria Freda
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