29/08/2014 - 19:35

Sblocca Italia: possibile ok alla piattaforma petrolifera Ombrina Mare. Ecco di cosa si tratta

Il Consiglio dei ministri, attualmente in corso, darà il via libera al decreto "Sblocca Italia" che potrebbe contenere anche lo sblocco del progetto Ombrina Mare, la piattaforma petrolifera che dovrebbe essere costruita nel mar Adriatico, a pochi chilometri dalle coste abruzzesi.
Si tratta di un progetto di produzione di petrolio e gas che si trova al largo della costa teatina, tra Ortona e Vasto, spiega la Medoilgas, la società che ha firmato il progetto. Secondo le stime attuali, il giacimento può produrre oltre 40 milioni di barili di petrolio, un quantitativo sufficiente a soddisfare il fabbisogno petrolifero della regione abruzzo per circa quattro anni.
 
Per lo sviluppo del giacimento verrà realizzata una piattaforma di medie dimensioni, situata a 6 km al largo della costa e una nave a supporto della produzione e che sarà posizionata ad almeno 12 km dal punto più vicino sulla costa. Un oleodotto e un gasdotto sottomarino, di ridotte dimensioni, collegheranno la piattaforma con la nave. Tecnicamente, il giacimento di Ombrina non presenta particolari complessità e si può produrre con tecnologie molto collaudate ed applicando i migliori standard di sicurezza. Una volta esaurito il giacimento, tutte le strutture verranno rimosse e il sito verrà ripristinato alle condizioni originali.
 
Il progetto di sviluppo del giacimento di Ombrina rispetta ampiamente la normativa italiana, come riconosciuto per ben due volte dalla commissione tecnica per la Valutazione di Impatto Ambientale del ministero dell'Ambiente, continua la società. 
 
La compagnia sottolinea che sulla piattaforma di produzione non ci saranno né emissioni in atmosfera, né scarichi a mare. Non vi saranno motori e non vi saranno fumi. Si tratta peraltro di una piattaforma di medie dimensioni, più piccola di diverse piattaforme già presenti in Adriatico.
 
La Medoilgas ricorda inoltre come secondo gli studi condotti da diverse istituzioni (tra cui Università di Bologna, Politecnico di Milano e Legambiente), la presenza di idrocarburi nelle acque del Mediterraneo sia da imputare per il 60% a scarichi civili e industriali e per circa il 40% al traffico navale. L'apporto a tale inquinamento delle attività di esplorazione e produzione di idrocarburi a mare secondo i dati riportati dalla compagnia sarebbe quindi praticamente nullo. 
 
Ombrina Mare sarebbe dunque sicuro, ma cosa ne pensano gli ambientalisti?
 
Secondo Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente, il progetto che prevede la realizzazione di una piattaforma che dovrebbe sorgere a sole tre miglia dalla costa abruzzese dei Trabocchi, non porterà nessun vantaggio né energetico né alla popolazione e al territorio abruzzese. 
 
"Non vogliamo ipotecare il nostro futuro al petrolio. L'Abruzzo merita molto di più - dichiara Giuseppe di Marco, direttore di Legambiente Abruzzo - Ben venga dunque la decisione presa dal Tar che conferma l'insensatezza del progetto, più volte denunciato da Legambiente anche per le numerose anomalie procedurali oltre che per la messa in pericolo della costa dei Trabocchi, un'area di tale pregio naturalistico tale da essere individuata dal Parlamento italiano nel 2001 come Parco nazionale. Una decisione che rappresenta anche una grande vittoria per le 40mila persone che il 13 aprile 2013 sono scese in piazza a Pescara per dire no al progetto Ombrina e per ricordare che in Abruzzo e in Italia c'è bisogno di una strategia energetica nazionale diversa che abbandoni una volta per tutte il petrolio e le fonti fossili".
 
Tra poche ore sapremo cosa contiene lo Sblocca Italia che verrà licenziato dal Consiglio dei ministri, nel frattempo, per farci un'idea completa e obiettiva sul progetto è possibile scaricare il Dossier Ombrina Mare di Legambiente e il documento della Medoilgas sulla piattaforma
Rosamaria Freda
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