24/08/2017 - 18:27

Salviamo il leopardo delle nevi: 12 paesi asiatici uniti per salvare la specie a rischio

Petizione raccoglie oltre 200.000 ‘firme’, tra cui DiCaprio, per chiedere maggiore impegno all’International Snow Leopard Summit. Ne restano meno di 4000 individui.
leopardo delle nevi
Si è aperto oggi a Bishkek, in Kyrgyzstan,  il Summit internazionale che riunisce i leader dei 12 paesi in cui è presente una delle specie più rare del mondo, il leopardo delle nevi (Panthera uncia) di cui restano appena 4.000 individui distribuiti in maniera frammentata tra le montagne di Afghanistan, Bhutan, Cina, India, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Mongolia, Nepal, Pakistan, Russia, Tajikistan e Uzbekistan. L’International Snow Leopard Summit and Ecosystem Forum avviene a quattro anni di distanza dal primo incontro del 2013, quando i leader si impegnarono a raggiungere un obiettivo ambizioso, ovvero,  garantire entro il 2020 la tutela di 20 habitat strategici per la specie e soprattutto per il benessere di centinaia di milioni di persone che beneficiano delle importanti risorse idriche presenti in quelle aree. La tutela di questa specie è, infatti, strettamente collegata alla salute dei sistemi naturali di quelle aree montane che supportano con i propri servizi costanti e gratuiti, a partire dall’acqua potabile, un’importante popolazione umana.

 Il WWF chiede ai leader dei paesi chiave per la specie, che includono potenze come Russia, Cina e India, di rafforzare gli impegni presi in precedenza per evitare danni irreversibili a un territorio conosciuto come la ‘grande riserva idrica del pianeta’: i 20 grandi fiumi asiatici presenti in questi territori rischiano infatti di ridurre la loro portata a causa dei cambiamenti climatici e della distruzione degli habitat. Queste richieste sono contenute anche in una  petizione globale promossa da WWF, Snow Leopard Trust e NABU, che  ha raccolto il sostegno di un numero enorme di persone, 202.349 (2000 in Italia),  tra cui Leonardo DiCaprio, attore premio Oscar, ambientalista e membro del board WWF, e l'attrice Megan Fox. Per il WWF questo vertice offre un'occasione unica e rara per affrontare due delle più grandi minacce emergenti per il leopardo delle nevi e per il suo habitat : il cambiamento climatico e lo sviluppo insostenibile di infrastrutture. Entrambe questi fattori vanno affrontati con un approccio unico e che va oltre i confini. E una prima notizia positiva arriva proprio in queste ore dal Nepal che in occasione dell’apertura del Summit ha presentato per primo un piano di gestione per la specie che affronta in modo specifico il tema del cambiamento climatico e i suoi effetti sugli habitat. Questo piano può rappresentare per il WWF un ottimo modello a cui potrebbero ispirarsi anche gli altri paesi chiave.     

Marco Lambertini
, Direttore Generale del  WWF Internazionale, ha dichiarato: "I paesi che ospitano il leopardo delle nevi  potrebbero scrivere una delle più grandi storie di successo della moderna attività di conservazione. Ci sono stati progressi promettenti per una prima salvaguardia dei 20 habitat entro il 2020, ma ora ci troviamo ad un passaggio cruciale. Bisogna incrementare questi sforzi altrimenti falliremo l’obiettivo di conservazione con  conseguenze che affliggeranno sia la specie che le popolazioni che condividono il suo territorio.  Assicurare il futuro del leopardo delle nevi, simbolo incontrastato delle montagne d’alta quota dell'Asia, ci permette di riconoscere non solo la nostra interdipendenza, ma anche la nostra responsabilità morale verso la natura". Recenti studi segnalano che il cambiamento climatico potrebbe cancellare oltre due terzi degli habitat del leopardo delle nevi nei prossimi 50 anni. Questa minaccia, insieme ai progetti infrastrutturali che frammentano i corridoi naturali fondamentali per la specie, spingerà questa ancor di più verso l’estinzione. Lambertini, continua:  "Gli ultimi Living Planet Report del WWF  ci dicono che senza modificare il nostro ‘business as usual’ rischiamo di perdere due terzi della fauna selvatica presente nel periodo tra il 1970 il 2020. Siamo in un momento cruciale per invertire la rotta di questo drammatico declino della natura. Non si tratta solo della fauna selvatica che amiamo: assicurare un futuro ai  leopardi delle nevi significa proteggere i loro  habitat grazie ai quali centinaia di milioni di persone possono avere acqua potabile e  mezzi di sussistenza ".
 
Il WWF, inoltre, esorta i paesi presenti al vertice a rafforzare gli sforzi per rafforzare soluzioni di convivenza tra specie selvatiche e popolazioni locali. Un recente studio dell’Ufficio TRAFFIC denuncia l’uccisione di circa 450 esemplari di leopardo delle nevi ogni anno da bracconieri, un massacro legato al commercio illegale di fauna selvatica, la stessa piaga che sta decimando elefanti, rinoceronti e tigri in Asia e in Africa. L'aumento del conflitto tra le popolazioni e i leopardi delle nevi è dovuto alla perdita di prede selvatiche e alla riduzione degli habitat causati sia dall’espansione eccessiva di pascoli che dal cambiamento climatico. La carenza di prede selvatiche costringe i felini ad attaccare il bestiame e la reazione delle comunità montane è spesso quella di uccidere e avvelenare i leopardi delle nevi. A chiusura del Summit, prevista sabato 26 agosto, ci sarà la firma della Dichiarazione di Bishkek da parte dei 12 stati riuniti: questa per il WWF può aprire la strada ad un'azione più consistente per garantire il futuro della specie e delle comunità che condividono con questa territori ancora selvaggi e preziosi entro il 2020.
Marilisa Romagno
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