01/01/2013 - 01:00

Rinnovabili: l'Italia ha bisogno di unità e condivisione

È quanto emerge dal convegno "Le finanze, le regole, l'industria: cosa occorre perché le rinnovabili diventino sempre più una realtà economica" promosso da ISES ITALIA e recentemente conclusosi a Roma.
 
Emilio Cremona, Presidente del GSE, ha dichiarato in apertura dei lavori che le rinnovabili sono fondamentali per il rilancio dell'industria nazionale. 
Cento miliardi di euro è il fatturato complessivo delle aziende che hanno aderito al portale del GSE Corrente.it, 200.000 gli occupati nel comparto: per Cremona, con le formule giuste è possibile arrivare a una "filiera concreta, che opera in un mondo reale governato da regole certe".
 
Nel corso del convegno sono stati descritti dal Presidente di ISES ITALIA, G.B. Zorzoli, gli orientamenti in termini di capacità installata e di obiettivi al 2020 dei Paesi dell'Unione Europea.
È emerso che l'Italia appare ancora troppo debole e poco ambiziosa rispetto al resto dell'Europa e questo è dovuto, in parte, agli interessi di chi non si occupa di rinnovabili. 
"Realizzando gli obiettivi del Piano di Azione Nazionale - ha dichiarato Zorzoli -, la domanda di gas al 2020 sarebbe del 21,8% inferiore e quella di gasolio del 22,5, con grande beneficio per la nostra sicurezza nazionale, ma creando problemi ad altri settori economici, che vanno affrontati a livello politico".
 
Per quanto riguarda i problemi finanziari, passati in rassegna del Consigliere di ISES ITALIA, Paolo Tabarelli De Fatis, la situazione non è delle migliori. 
Il Decreto Romani, ha ricordato Tabarelli, è solo l'ultima delle azioni che hanno provocato momenti critici alle FER: "Prima l'articolo 45 del DM 122, poi il TICA, infine il Decreto che decide l'abbandono del sistema di CV, introduce un sistema regolatorio per gli impianti esistenti o completati entro il 2012 (di cui si conosceranno i termini tra 6 mesi) e istituisce un sistema di aste per gli impianti che saranno realizzati a partire dal 2013". 
È proprio questa situazione, secondo Tabarelli, ad aver messo in stand by le banche straniere, in attesa di decreti attuativi, e fa procedere con circospezione quelle italiane, rallentando di fatto i flussi finanziari.
 
Marco Pigni, di APER, è convito che ci sia stato un vero e proprio "attacco al settore" dal 2008 in poi, attacco che è diventato ancora più duro con il Decreto e che è necessario neutralizzare per sollevare dalla crisi il settore. 
"Finché la grid parity non sarà raggiunta - ha dichiarato Pigni - le rinnovabili avranno bisogno di un sistema di sostegno coerente con l'evoluzione tecnologica e con valori ben distinti per taglie e per fonti". L'auspicio condiviso è che ci sia quanto prima l'emanazione dei decreti attuativi.
Nella seconda parte del pomeriggi si è svolta la Tavola Rotonda "La posizione dell'industria", moderata dal Vice Presidente di ISES ITALIA, Roberto Vigotti, a cui hanno partecipato Simone Togni (ANEV), Andrea Brumgnach (GIFI), Walter Righini (FIPER) e Marco Pigni (APER).
 
Da quest'incontro è emerso che, per rendere le rinnovabili sempre più una realtà economica, si deve agire sui margini dei decreti attuativi nel tentativo di inserire elementi di coerenza per tutto il comparto e contemporaneamente fare riferimento al PAN. 
Infatti, il comparto industriale è convinto all'unanimità che sia necessario guardare al settore nel suo insieme e non alla singola tecnologia.
"Senza una vera vision dell'energia - ha concluso Vigotti - l'Italia potrebbe perdere anche il suo fondamentale ruolo di ponte acquisito nel Mediterraneo, lasciandosi scappare un'occasione di rilancio industriale strategica per la nostra economia". 
"Inoltre dovremmo pretendere - ha aggiunto Zorzoli - che il Governo chiami ufficialmente attorno a un tavolo tutti i portatori di interesse, sia quelli a favore sia quelli contro le rinnovabili".
 
Lisa Zillio
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