25/05/2022 - 17:57

Ricerca Greenpeace: le pubblicità delle aziende di auto alimentano la crisi climatica

Una nuova analisi di Greenpeace mostra come le aziende dell’automotive e le compagnie aeree sfruttino gli annunci pubblicitari per nascondere le loro responsabilità nella crisi climatica.

Greenpeace, crisi climatica

Una nuova analisi di Greenpeace mostra come le aziende dell’automotive e le compagnie aeree sfruttino gli annunci pubblicitari per nascondere le loro responsabilità nella crisi climatica, enfatizzando un presunto impegno per il clima per nascondere i danni che causano al pianeta. Lo studio “Words vs. Actions, the truth behind the advertising of the car and airline industries”, commissionato da Greenpeace Paesi Bassi e realizzato dal gruppo di ricerca DeSmog, ha analizzato 1127 annunci pubblicitari su Facebook e Instagram di alcune tra le più grandi aziende europee dei settori auto e aviazione, fra cui Fiat, Renault, Jeep, Lufthansa e Air France.

Il 68 per cento degli annunci analizzati delle aziende automobilistiche promuove auto elettriche a batteria o auto ibride, ma la quota di vendite di questi veicoli da parte delle aziende è in realtà molto più bassa. In questo modo si fa credere ai consumatori che il business di queste aziende sia basato su veicoli a zero o basse emissioni molto più di quanto non lo sia davvero. Si tratta di un tipico esempio di greenwashng: far credere di essere più green di quanto non si è. Ad esempio, il 51 per cento delle pubblicità analizzate di Fiat riguarda auto elettriche a batteria o ibride, ma le vendite medie di questi veicoli della compagnia madre Stellantis (che non pubblica dati disaggregati per marchio) sono appena il 12,8 per cento, quattro volte di meno. Un quinto degli annunci di Fiat serve inoltre a sponsorizzare i SUV, veicoli inefficienti da un punto di vista energetico - anche quando elettrici - per via del loro peso e dei materiali usati nella produzione.

«Ancora una volta assistiamo al tentativo di aziende inquinanti e con un grande impatto sul clima di promuovere se stesse come attente all’ambiente quando la realtà è ben diversa. Da questo punto di vista le multinazionali del settore trasporti non fanno eccezione», dichiara Federico Spadini, campagna trasporti di Greenpeace Italia. «Per mettere fine all’inganno che si cela dietro le pubblicità di auto e voli aerei, e costringere le compagnie a una vera transizione energetica, serve una legge europea che vieti pubblicità e sponsorizzazioni delle aziende responsabili della crisi climatica, così come da anni sono vietate quelle delle aziende del tabacco».

Due terzi del petrolio consumato in Europa viene usato nel settore trasporti ed è in gran parte importato da Paesi come la Russia, che impiega i profitti per finanziare il conflitto in corso in Ucraina. La pubblicità di automobili e aerei non fanno altro che aggravare la nostra dipendenza dal petrolio, con effetti devastanti per il clima e per la sicurezza delle persone. Greenpeace promuove perciò una Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) per vietare le pubblicità e le sponsorizzazioni delle aziende legate ai combustibili fossili, come quelle dei trasporti. Se entro ottobre la petizione “Stop alla pubblicità delle aziende inquinanti”, sostenuta da più di trenta organizzazioni internazionali, raggiungerà il traguardo di un milione di firme raccolte, la Commissione europea sarà obbligata a discutere una proposta di legge per mettere fine alla propaganda ingannevole dell’industria fossile, inclusi i settori automotive e aviazione.

Lo studio “Words vs. Actions, the truth behind the advertising of the car and airline industries” (in inglese) si può leggere QUI.
 

Marilisa Romagno
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