24/03/2016 - 16:45

Referendum trivelle, Galletti e Renzi sono per il "No" in nome di un'economia fondata ancora sul petrolio

Lo abbiamo detto e ribadito più volte: è fondamentale andare a votare il 17 aprile e dire no - votando sì, lo ricordiamo, visto che si tratta di un referendum abrogativo - alla possibilità che i nostri mari vengano presi d'assalto dalle trivelle petrolifere
 
E con noi è concorde tutto il mondo ambientalista, il cosiddetto movimento No Triv, ma non quello istituzionale. Il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, sulle pagine del Corriere della Sera ha infatti dichiarato non solo la sua attuale indecisione sulla possibilità di recarsi o meno a votare ma ha anche detto che se dovesse optare per il voto sicuramente sarebbe un "no". Ciò vorrebbe dire che, vista come abbiamo già ricordato la natura abrogativa del referendum, Galletti, massimo rappresentante istituzionale di chi dovrebbe battersi per tutelare il settore ambientale, quello marino in questo caso, voterebbe per non abolire l"attuale legge che rende le concessioni per le estrazioni degli idrocarburi senza scadenza.
 
Ma quali sarebbero le motivazioni che lo spingerebbero a fare questa scelta? Come spiega lo stesso Galletti sul Corriere la questione sarebbe tutta legata alla situazione attuale della nostra economia, ancora fondata quasi totalmente sul petrolio. " Se non lo estraiamo noi quel petrolio, dobbiamo comprarlo all'estero" ha detto il ministro. Ma non è il solo rappresentante istituzionale a pensarla così. Dello stesso avviso di Galletti è anche il premier Matteo Renzi che, intervenendo alla riunione dei giovani democratici, ha sottolineato quanto sia uno spreco fermare le trivelle in funzione perché "noi quel gas o petrolio vogliamo lasciarlo lì ai croati" per andare a prenderlo "in Russia o Arabia Saudita".
 
Insomma il mondo delle istituzioni non appare per nulla concorde con il mondo ambientalista che vorrebbe invece cancellare la norma che consente alle società petrolifere, che abbiano già i permessi o le concessioni, di estrarre senza limiti di tempo gas e petrolio entro l'area off-limits delle 12 miglia dalla nostra costa.
 
Dovremmo aspettare il 17 aprile per sapere se vincerà il fronte del "Si" rappresentato dal movimento "No Triv" che vuole liberare il nostro mare dalle servitù petrolifere e emancipare il Paese dai combustibili fossili oppure avrà la meglio chi, come Galletti e Renzi, fa della tutela dei nostri ambienti marini un principio meno rilevante rispetto ad una visione della strategia energetica nazionale ancora fondata sugli idrocarburi tradizionali. In ogni caso ciò che vale la pena ricordare è la necessità di andare a votare per non mandare in fumo i 300 milioni di euro investiti per organizzare la giornata elettorale del 17 aprile prossimo. 
Rosamaria Freda
autore