08/03/2015 - 09:35

Pmi innovative e aggregate, in Italia la ripresa economica riparte dalle piccole e medie imprese

Nel nostro Paese sono oltre 190mila le piccole e medie imprese che nel 2015 hanno scelto la strada della internazionalizzazione e hanno deciso di affrontare la crisi con una strategia aggressiva e non soltanto difensive. E nel 2016 si stima che in numero di queste aziende possa salire fino a 211mila.
Si tratta di uno dei dati contenuti nella relazione annuale trasmessa dal Garante delle micro, piccole e medie imprese (Mpmi), Giuseppe Tripoli (direttore generale per le Politiche di internazionalizzazione e la promozione degli scambi del ministero dello Sviluppo economico) al presidente del Consiglio, Matteo Renzi e pubblicata sul sito del Mise. 
 
Secondo l'indagine sono inoltre 13mila imprese estere localizzate in Italia, di cui 12.500 (il 94% del totale) sono MPMI, che vedono il nostro Paese come una opportunità, alimentando e sostenendo le nostre filiere produttive. 
 
Innovative, internazionalizzate, aggregate in rete, con performance di fatturato superiori alla media di settore e, soprattutto, in grado di finanziarsi attraverso canali alternativi al credito bancario. Questo è dunque l'identikit di un cluster di imprese di piccole e medie dimensioni che sta facendo da traino al "rinnovamento" ed alla riforma del nostro sistema produttivo. 
 
Il tutto, nonostante il contesto di mercato difficile, seppur in fase di miglioramento grazie ai recenti interventi macro su costo dell'energia, cambio euro-dollaro e programma europeo di nuovi investimenti. Sono imprese, si legge nel documento, che, se adeguatamente supportate da strumenti di policy, sia con riferimento a quelle avviate negli ultimi anni (politiche industriali, politiche fiscali e creditizie, oltre naturalmente agli interventi contenuti nella riforma del mercato del lavoro), sia in relazione a quelle che si stanno mettendo in campo, sono in grado di generare un impatto positivo sulla crescita del Paese.
 
La relazione individua alcune linee prioritarie di intervento che possono essere in grado di rafforzare ulteriormente il percorso già avviato dal governo per migliorare il contesto in cui le imprese operano e per fornire loro il sostegno necessario ad accrescerne la competitività. Dal documento trova conferma come la domanda estera sia stata l'unica componente della domanda aggregata a registrare in questi ultimi anni dei valori positivi e a sostenere il PIL. La presenza sui mercati esteri si è rivelata dunque una strategia vincente, un traguardo vitale di molte piccole imprese che necessitano però di maggiori informazioni, di più sostegno manageriale, di più efficaci forme di accompagnamento, di maggiori strumenti finanziari. 
 
In questo scenario, appaiono quattro le aree prioritarie su cui è necessario continuare a puntare in maniera incisiva: aggregazione di impresa, innovazione e tecnologia, internazionalizzazione e finanza per le MPMI. 
Tra le diverse forme di aggregazioni tra impresa, il contratto di rete è la modalità che consente di sopperire ai "limiti"legati alle ridotte dimensioni con la massima flessibilità: in particolare, facendo rete si consente anche ad imprese di piccole dimensioni di beneficiare di investimenti in innovazione e della proiezione su possibili mercati internazionali. 
 
Il Garante segnala l'opportunità di dare nuovo vigore allo strumento estendendo, tra le altre cose, il regime di agevolazione fiscale, introducendo incentivi alle iniziative di reti promosse da un "soggetto catalizzatore", sostenendo l'introduzione della figura dei "manager di rete" sul modello delle agevolazioni già previste per i "temporary export manager" eattraverso l'erogazione di voucher.
 
Sul fronte dell'innovazione e delle competenze di eccellenza richieste dal mercato globale, la relazione elenca un serie di interventi già messi in campo per riattivare il ciclo degli investimenti privati, orientandoli verso l'innovazione, quale leva fondamentale per la competitività, e a stimolare progetti innovativi da parte delle imprese (Start up e PMI innovative, credito di imposta per investimenti in R&S, Patent box per l'esenzione parziale dei redditi da sfruttamento di proprietà intellettuali, interventi del Fondo per la crescita sostenibile, credito di imposta per investimenti nel digitale nelle aree gravate dal digital divide). 
 
In tema di internazionalizzazione, lo sforzo da perseguire deve essere quello mirato ad ampliare il numero delle imprese esportatrici, potenziarne i canali di presenza mercati esteri, accrescerne le necessarie competenze manageriali, nonché migliorare la nostra capacità di attrazione degli investimenti esteri. 
 
Infine, va contrastata più efficacemente la crisi di liquidità che negli ultimi anni ha colpito in misura maggiore le micro e piccole imprese (la quota di piccole imprese che dichiara di non ottenere il finanziamento richiesto è circa il doppio rispetto a quella delle imprese grandi: 18,1% a fronte di 9,3%). A questo proposito, la proposta del Garante è quella di rendere più agevole l'attività deiventure capitalist, la promozione dell'attività di fund raising e la promozione dell'utilizzo dei mini-bond.
 
A questi elementi si aggiungono, infine, due ulteriori priorità su cui la Relazione consiglia di porre particolare attenzione: ovvero le opportunità legate all'economia digitale ed al canale e-commerce, lo sviluppo professionale e della managerialità. La percentuale di piccole imprese digitalizzate che intrattengono relazioni con l'estero è quattro volte superiore a quella delle aziende non digitalizzate. Inoltre le MPMI attive su internet sono più produttive ed assumono più persone di quelle non attive sul web, si legge ancora nella relazione. 
 
Secondo il Garamte è dunque necessario varare un programma straordinario per spingere all'e-commerce un numero ampio di MPMI, puntando su di un mix di strumenti: politiche educative e formative ad hoc, incentivi a produttori e retailer tradizionali ad attivare anche l'online, incentivi ai soggetti privati (consolidator d'offerta) in grado di aggregare l'offerta di prodotti certificati Made in Italy, semplificazione del quadro normativo comunitario e nazionale.
 
Infine, la disponibilità di figure manageriali adeguate anche nelle MPMI è un elemento strutturale fondamentale per consentire loro di agganciare la ripresa e per conseguire quegli elevati standard qualitativi imposti dalla competizione globale. Il Garante sottolinea, in particolare, due elementi: l'importanza di puntare a valorizzare l'esperienza di manager e professionisti che intendano investire i propri capitali e la propria professionalità nelle tante MPMI italiane con grandi potenzialità e l'urgenza di riallineare la formazione tecnico-professionale con le esigenze reali del tessuto produttivo italiano, puntando in particolare verso le nuove figure specialistiche "emergenti".
 
Clicca qui per scaricare la versione integrale della relazione del Garante. 
Rosamaria Freda
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