07/06/2014 - 14:30

Parco Dolomiti Bellunesi, buon esempio di tutela ambientale forestale

Fiera Boster Nord Est 2014 - che si svolge in questi giorni a Pian Cansiglio (Bl) - sottolinea Antonio Andrich, direttore del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi - parla del rapporto tra bosco e territorio, una relazione molto stretta che rappresenta una realtà anche all'interno del territorio del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi nel quale i boschi sono una componente ambientale fondamentale.
Dei 31.034 ettari di superficie complessiva dell'area protetta oltre il 74% è coperta da vegetazione forestale. La voce dell'ente parco in un dialogo ideale di confronto e scambio anche culturale sul tema forestale è dunque tutt'altro che marginale ed anzi offre l'occasione di chiarire il ruolo di un'area protetta di rilevanza nazionale nell'ambito della pianificazione e delle utilizzazioni forestali. Una realtà che va gestita tenendo conto dell'estrema diversificazione ambientale che caratterizza le Dolomiti Bellunesi (sono rappresentati più della metà dei tipi forestali presenti in Veneto) e delle diverse esigenze dei portatori di interesse che possono trarre benefici dalla risorsa forestale. La visione del PNDB rispetto alla gestione della risorsa forestale non può prescindere dal contesto normativo nel quale si inquadrano i parchi nazionali italiani.

Gli indirizzi fondamentali della legge quadro sulle aree naturali protette (L.394 del 1991) e le direttive generali per la componente silvo-pastorale, contenute nel piano ambientale del Parco (in vigore dal 2001) impongono il mantenimento o il recupero dei sistemi forestali prossimi alla naturalità e, nel contempo, riconoscono la necessità di promuovere le attività primarie, da cui dipendono molti dei valori naturalistici e degli assetti paesaggistici dell'area protetta. La traduzione di questi principi in un idoneo strumento operativo è avvenuta grazie alla redazione di una specifica pianificazione che ha definito gli ideali obiettivi colturali a medio e a lungo periodo per tutti i tipi forestali rappresentati, ha individuato le possibili azioni idonee a raggiungere la massima diversità compositiva, compatibilmente con le condizioni ambientali, con i relativi assetti biocenotici d'equilibrio e con le esigenze economiche dei proprietari dei boschi. Il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi - continua Antonio Andrich - ha integrato le due normative nazionale e regionale, elaborando uno specifico documento di pianificazione forestale, ovvero il Piano di Riordino del Parco, teso a definire i sistemi di taglio ed utilizzo del bosco compatibili con le esigenze di conservazione tipiche di un'area protetta.

La Regione del Veneto ha approvato e reso esecutivo tale Piano nel febbraio del 2010. Esso documenta lo stato dei boschi dal punto di vista fisionomico, compositivo e strutturale e contiene parametri di particolare interesse per un'area protetta quali la presenza di grandi alberi, di lembi di bosco didatticamente esemplificativi di tutte le tipologie forestali, di aree da riservare alla sperimentazione, di ambiti di particolare interesse faunistico. Il Piano di riordino è inoltre uno strumento che assolve alle esigenze di garantire lo stato di conservazione degli ecosistemi forestali coerentemente con le finalità poste dalla Direttiva Habitat in quanto connesso alla gestione dei siti della rete Natura 2000, con finalità di conservazione. Le iniziative del parco nazionale in materia di gestione forestale stanno a dimostrare come nelle aree protette sussistano regimi di tutela differenziati individuati anche in base alla necessità di una gestione attiva del territorio attraverso le tradizionali pratiche colturali e come una oculata pianificazione di settore agevoli le scelte operative da parte dei soggetti pubblici e privati in un'ottica di conservazione e di valorizzazione del patrimonio forestale.
Marilisa Romagno
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