01/01/2013 - 01:00

Olimpiadi Londra: riciclo, riuso e compostaggio

In attesa di vivere le emozioni delle competizioni e delle sfide tra i campioni, l'organizzazione dei Giochi Olimpici di Londra (LOCOG) mette a segno il primo risultato fissando l'obiettivo di destinare al riciclo, al riuso o al compostaggio il 70% dei rifiuti prodotti dalla manifestazione.
Un traguardo ambizioso, finora mai raggiunto da alcun grande evento sportivo al mondo, che riassume l'obiettivo principe dell'ente organizzatore: far sì che, una volta terminate, le Olimpiadi di Londra lascino un'eredità importante, sia in termini di know-how che di buone pratiche all'intera infrastruttura britannica per la sostenibilità ambientale: "Se si vuole realizzare un evento di queste dimensioni occorre anche provvedere perché al Paese rimanga un lascito positivo e duraturo", ha dichiarato David Stubbs, Responsabile Sostenibilità del LOCOG. 14.700 atleti in gara, 11 milioni di spettatori attesi tra Londra e gli altri siti olimpici, 21.000 giornalisti e circa 200.000 addetti: più o meno l'equivalente di 46 Coppe dei Campioni simultanee in grado di generare un impatto ambientale di dimensioni gigantesche. Tra le voci in questo senso più significative sono certamente quelle relative al packaging, in modo particolare quello dei prodotti alimentari e dei pasti che verranno consumati durante l'evento.

Oltre ad un forte richiamo a limitare il più possibile l'utilizzo di imballaggi vari (in modo particolare vetro e metallo), il LOCOG ha quindi stabilito che tutti i prodotti per il packaging, e in particolare quello ad uso alimentare, dovranno essere certificati secondo la norma europea EN 13432, che stabilisce i parametri di biodegradabilità e compostabilità, per poter essere avviati al compostaggio in digestione anaerobica; che si dovrà procedere alla raccolta differenziata dei contenitori in PET per susseguente riciclo e che gli involucri di dolci, merendine, etc dovranno essere raccolti separatamente per essere poi conferiti agli impianti destinati alla produzione di energia da scarti. Per raggiungere questi obiettivi il LOCOG si è avvalso della collaborazione di partner quali NNFFC e WRAP con cui sono state identificate le linee guida per la gestione della raccolta, del riciclo e dei flussi di compostaggio, aiutando così i fornitori dei servizi di ristorazione nella scelta dei materiali per il packaging più idonei. Il Mater-Bi® - la famiglia di bioplastiche biodegradabili e compostabili prodotte da Novamont - è stato selezionato dal LOGOC come uno dei materiali di riferimento per il packaging alimentare e per il catering in virtù delle sue caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità, che rappresentano un vero e proprio valore aggiunto nel caso di prodotti contaminati da avanzi di cibo e il cui riciclo sarebbe poco probabile o non economico. Le stoviglie per il catering e i bicchieri con i relativi coperchietti utilizzati ai Giochi Olimpici londinesi verranno realizzati in Mater-Bi® da alcuni dei principali partner trasformatori di Novamont, come Ecozema e SEDA.

McDonald's, con il più grande ristorante al mondo nel Parco Olimpico, metterà così a disposizione dei suoi clienti bicchieri, posate, cannucce, coperchietti e contenitori rigorosamente certificati secondo lo standard EN13432 e prodotti in Mater-Bi®. "Molti articoli in uso nei nostri ristoranti erano già compliant allo standard EN13432 ma non erano certificati tali", ha spiegato Helen McFarlane, Consulente per l'Ambiente di McDonald's. E ha aggiunto: "Abbiamo ottenuto questa certificazione lavorando fianco a fianco con i nostri fornitori per ben due anni, con un investimento piuttosto considerevole in ricerca e sviluppo". "Sono ammirata dalla lungimiranza e dalla sapienza con cui il LOCOG ha orchestrato il programma per rendere le Olimpiadi di Londra un evento autenticamente sostenibile e Novamont è orgogliosa di esserne parte" ha commentato Catia Bastioli, Amministratore Delegato di Novamont.

La compostabilità con digestione in ambiente anaerobico garantita dal Mater-Bi® si sposa perfettamente con la filosofia dell'"Hospitality and Food Service Agreement", presentato il 27 giugno scorso dall'organizzazione no profit WRAP e finalizzato a sostenere le imprese, le amministrazioni, le comunità e i singoli individui a ridurre la produzione di rifiuti alimentari e del packaging correlato attraverso lo sviluppo di prodotti sostenibili e l'utilizzo più efficiente delle risorse disponibili. Una ricerca del WRAP ha dimostrato che prevenire la produzione "evitabile" di rifiuti alimentari o, in alternativa procedere al compostaggio per digestione aerobica di quelli non evitabili potrebbe comportare, nel solo Regno Unito, un risparmio complessivo £720 milioni di sterline. Uno degli obiettivi salienti per coloro che sottoscriveranno l'"Hospitality and Food Service Agreement" sarà dunque riciclare o compostare il del 70% dei rifiuti prodotti entro la fine del 2015. "Occorre una presa di coscienza più diffusa e più consapevole circa il problema del "fine vita" di tanti prodotti di utilizzo quotidiano e, quindi, della produzione e dello smaltimento dei rifiuti. Noi crediamo che le bioplastiche possano rispondere, in parte, alla soluzione di alcuni aspetti di questa questione, grazie alla possibilità di essere avviate al compostaggio assieme alla frazione organica", ha concluso Bastioli.
Marilisa Romagno
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